domenica 6 marzo 2011

capitolo 6 Mistero

Appoggiai la testa nell’incavo della sua spalla e mentre lui continuava a baciarmi la fronte io disegnavo piccoli cerchi con le dita sul suo torace.
Mi sentivo felice come non mi capitava da moltissimo tempo, la ragazza triste e insicura che ero sempre stata in quel momento non esisteva più, aveva lasciato il posto ad una persona nuova. 
Quel suo prendersi cura di me mi faceva sentire amata e protetta e anche  se non lo conoscevo quasi, sentivo di amarlo con tutta me stessa 
 Mi tirai su appoggiandomi su un gomito per poter guardare ancora una volta dritto in quei due occhi verdi che mi avevano completamente stregato fin dal primo istante in cui si erano posati sui miei, e scorsi un piccolo tatuaggio che non avevo ancora notato proprio sopra il suo cuore, mi chinai per vedere meglio che cosa rappresentasse, erano due simboli, un cerchio, o meglio un sole, ed un’oca racchiusi dentro un cartiglio.
Avevo frequentato qualche corso di egittologia negli ultimi anni, avevo sempre amato la storia egizia, e conoscevo abbastanza bene quei simboli, senza neanche accorgermi, lessi ad alta voce quei segni della vecchia scrittura geroglifica che ben conoscevo... “SA-RA”
Sentii i suoi nervi tendersi improvvisamente “che cosa hai detto?” mi chiese tirandosi su di scatto come se fosse stato morso da un serpente.
“... stavo solo decifrando il tuo tatuaggio... SA-RA... figlio di Ra” gli risposi sorpresa dal suo atteggiamento, ma che gli prendeva? Sembrava  avesse visto un fantasma!  
“che ti prende? Ho fatto qualcosa di sbagliato?” 
“niente!” mi rispose bruscamente, “non avevo idea che tu sapessi leggere l’antica lingua del mio popolo!” intanto si era alzato dal letto e si stava rivestendo di fretta.
ho preso parte a qualche lezione di egittologia, e riesco a decifrare qualche parola, il tuo tatuaggio è un simbolo molto comune, lo puoi trovare in ogni tomba reale dell’antico regno, era uno degli appellativi che venivano dati al Faraone!" 
è molto tardi... devo assolutamente andare... ci vediamo dopo!” detto questo uscì dalla tenda lasciandomi completamente spiazzata.
Che diavolo era successo? Non riuscivo a capacitarmi di quel repentino cambiamento d’umore. Nel giro di pochi minuti ero passata dal paradiso direttamente tra le fiamme dell’inferno.  Dovevo scoprire assolutamente il perché di quel comportamento improvviso. 
Nella mia testa cominciarono a farsi largo mille domande. Perché non avevo mai scorto nessuno al di fuori di lui in tutti quei giorni? Dove erano finite le persone che avevo sentito parlare quel primo giorno quando mi risvegliai? Dove andava quando non era con me?
 per tutto quel tempo non avevo saputo niente sulla persona che mi aveva salvato, non mi aveva mai parlato di sé, ed io non gli avevo chiesto niente. 
Iniziai a gironzolare tra i vari ambienti di quella che iniziava ad assomigliare sempre di più ad una gabbia dorata in cerca di qualche risposta che potesse aiutarmi a comprendere il comportamento di quell’uomo misterioso che mi aveva completamente stregata. 
Che cosa nascondeva? Andai avanti e indietro tra i vari ambienti ma non trovai nulla che potesse aiutarmi a far luce su quel mistero. Oltre alla mia stanza c’era un ambiente molto ampio decorato con grandi cuscini e tappeti, e un piccolo vano in cui troneggiava una grande vasca in alluminio colma d’acqua, un bagno in pieno deserto! chi poteva mai permettersi una cosa del genere in quel luogo? Ecco un altro mistero da risolvere!
Tornai nella mia stanza ma quell’acqua mi attirava troppo... erano giorni che non facevo un bel bagno e poi il caldo all’interno della tenda era diventato insopportabile.
Tornai alla vasca, sciolsi nell'acqua uno degli oli profumati che trovai  appoggiato su una piccola cassa lì vicino, poi mi spogliai completamente, appoggiai i vestiti su un piccolo sgabello e mi immersi  nell’acqua tiepida e profumata,  continuavo a  ripensare a quello che era successo, ma non riuscivo ad arrivare a nessuna spiegazione logica, ero in cerca di risposte che solo lui avrebbe potuto darmi, quindi era inutile continuare a torturarsi...  chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi
Probabilmente mi addormentai, quando riaprii gli occhi l’ambiente era illuminato dalla luce soffusa delle candele che qualcuno aveva acceso, girai lo sguardo e lui era lì con me... seduto sullo sgabello con la testa stretta tra le mani, assorto nei suoi pensieri. 
Quando lo vidi istintivamente allungai una mano fuori dalla vasca e gli accarezzai i capelli... si girò di scatto verso di me sembrava molto triste.
”scusa per il mio comportamento di questa mattina, non volevo...”
mi hai ferita... non riesco a capire che cosa ho fatto di male, non conosco niente di te, sono passati giorni da quando mi hai salvata ed in tutto questo tempo non mi hai raccontato niente di te stesso... pensavo che tra noi fosse nato qualcosa di speciale e poi...” non potei continuare la frase, ancora una volta le lacrime ebbero il sopravvento.
mi dispiace, ancora una volta ti ho fatta piangere, non era mia intenzione farti stare male”.
Si avvicinò al bordo della vasca, asciugò le mie lacrime con le dita e poi mi sollevò fuori dall’acqua, e mi strinse forte a se. 
Il suo tocco caldo sulla mia pelle bagnata riaccese i miei sensi, cercai di respingerlo ma lui mi strinse ancora più forte contro il suo petto avrei voluto essere più forte e resistergli, ma non riuscivo a stare lontano da lui, lo desideravo con ogni fibra del mio corpo ed anche lui mi desiderava...  quando le sue labbra si posarono sulle mie capii di aver perso la battaglia con me stessa... per le spiegazioni ci sarebbe stato tempo, in quel momento volevo solo lui. 
Mi prese in braccio e mi portò di corsa sul grande letto mentre le sue labbra non si staccavano dalle mie, lo aiutai a togliersi i vestiti ormai fradici, e ci amammo per tutta la notte, in preda ad un bisogno doloroso l'uno dell'altra, come se non ci fosse stato un domani per noi.

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