Londra era bellissima, l'estate era alle porte ed in quel periodo i parchi della città erano tutti in fiore. Uscimmo di casa con la carrozzina e ci incamminammo sorridendo felici verso Hyde Park. Il serpentine sembrava un lungo nastro d'argento che brillava al sole di quello splendido pomeriggio.
La gente era distesa sull'erba a crogiolarsi sotto i suoi raggi. Stretta al braccio di Anuar sorridevo felice... guardavo prima quello splendido uomo che la fortuna aveva messo al mio fianco e poi quel piccolo visino d'angelo che dormiva tranquillo nella carrozzina ed il mio cuore rischiava di esplodere per la felicità... finalmente avevo tutto quello che avevo sempre desiderato.. una famiglia tutta mia...
Quando arrivammo sotto la statua di Peter Pan ci fermammo a riposare su una panchina nell'aria aleggiava il dolce profumo dei fiori sembrava che tutta la natura si fosse risvegliata per noi.
Mi abbassai sulla carrozzina e posai un lieve bacio su quelle gote rosee e due splendide perle color smeraldo mi fissarono intensamente per un secondo prima di scoppiare in un pianto disperato...
Mi svegliai di soprassalto senza riuscire a capire dove mi trovassi.. negli occhi avevo ancora le immagini di quello che era stato solo uno splendido sogno...
Nella stanza era quasi buio, solo una piccola scia di luce filtrava attraverso le imposte chiuse della finestra... Anuar doveva aver chiuso le tende perché non mi svegliassi... era sempre così dolce e premuroso nei miei confronti ed io ero stata veramente ingiusta con lui quel pomeriggio... mi ero comportata come una vera pazza... chissà che poteva aver pensato di me... ma avrei trovato il modo di farmi perdonare da lui.
Mi guardai attorno cercando di capire dove mi trovassi... la stanza era arredata in modo spartano... il grande letto in legno scuro e alcune sedie appoggiate contro la parete era tutto quello che potevo scorgere nell'oscurità... accesi la luce... ed i vetri colorati della lampada che pendeva dal soffitto appesa ad una catena, emanarono una luce soffusa in tutta la stanza colorando tutto di rosa...
Nella parete di fronte a me si trovavano una piccola finestra di legno e due porte completamente intarsiate. Scesi dal letto ed andai a curiosare, il pavimento di marmo bianco era freddo sotto le piante dei piedi ... alcune voci mi giunsero dalla piccola finestra, scostai le imposte e mi affacciai... fuori era quasi completamente buio... Anuar ed Hamed stavano discutendo seduti su una terrazza, non riuscivo a vederli bene perché le fronde di una grande palma coprivano in parte la mia visuale.
Mi diressi verso una delle due porte decisa a raggiungerli, e mi sorpresi a fissare la mia immagine in uno specchio... avevo aperto la cabina armadio... stentai a riconoscere la persona che mi veniva incontro... i capelli erano arruffati, sul viso si era depositato uno strano impasto di polvere, lacrime e sudore, ed il vestito era tutto sgualcito e sporco... non potevo certo presentarmi davanti al mio bel principe in quelle condizioni, sembravo una selvaggia... dovevo assolutamente trovare il bagno e farmi una bella doccia... volevo essere bellissima per lui.
Notai che su un ripiano della cabina armadio c'erano due accappatoi, ne presi uno e mi avviai verso la seconda porta pensando di trovarvi un anticamera e la porta del bagno, invece mi ritrovai in un lungo corridoio porticato... su un lato una fila di porte come quella che avevo appena richiuso alle mie spalle e dall'altro una balaustra con uno scalone che portava verso l'ingresso dove troneggiava una bellissima fontana... che razza di albergo era? Com'era possibile che non ci fosse un bagno in camera? Iniziai a temere di essere finita in uno di quei posti dove il bagno era in comune... mi adattavo a tutto ma il bagno per me era una cosa sacra, non volevo dividere la mia intimità con nessun altro.. escluso Anuar naturalmente... Aprii la porta alla mia sinistra e finalmente mi ritrovai nella stanza da bagno.
Mi infilai sotto il getto della doccia... vi rimasi a lungo rilassandomi al dolce tepore dell'acqua che sfiorava la mia pelle... chiusi gli occhi e riportai alla mente le immagini del sogno di poco prima... che emozione poter affacciarsi ad una finestra aperta sul futuro... era stato tutto così reale che quasi facevo fatica a credere di aver solo sognato.
Chiusi l'acqua e mi asciugai in fretta, avevo perso anche troppo tempo, ora volevo solo poter volare tra le braccia di Anuar e stringermi a lui. Tornai in fretta verso la camera, mi accorsi che mancava la mia valigia... che cosa avrei messo? Stavo iniziando a disperare quando il mio sguardo fu attirato da una nota di colore che proveniva dal lato più nascosto dell'armadio... pensai fosse stato Anuar a far sistemare le mie cose ma quando mi avvicinai notai che non erano affatto i miei vestiti... appesi alle grucce vi era tutta una serie di abiti premaman coloratissimi... “Anuar...” quella era opera sua... che cosa avevo fatto per meritare una persona splendida come lui al mio fianco?
Scelsi un kaftano di seta coloratissimo che mi arrivava appena sopra le ginocchia e dei pantaloni alla pescatora di maglina neri … lasciai i capelli ancora bagnati liberi sulle spalle, un filo di trucco e un paio di infradito in pelle a completare l'opera... mi guardai allo specchio soddisfatta dell'immagine che mi ritornò e poi ormai impaziente di vederlo mi precipitai fuori.
Non incontrai nessuno lungo il corridoio, forse gli ospiti dell'hotel erano tutti a cena... scesi la scala e mi ritrovai nel grande atrio... rimirai quel capolavoro di architettura araba mentre mi guardavo in giro alla ricerca della porta che mi avrebbe portata alla grande terrazza dove poco prima avevo visto Anuar ed Hamed, notai che proprio sotto la scala una delle porte era aperta... mi diressi in quella direzione sperando fosse quella giusta.
La terrazza era silenziosa, Anuar era disteso su uno dei divani ricoperti di cuscini e sembrava dormire... mi tolsi le scarpe per non far rumore e mi avvicinai in punta di piedi...
Aveva gli occhi chiusi...le ciglia lunghissime gli sfioravano le guance su cui si intravedeva una leggera peluria e la camicia era aperta sul torace abbronzato... rimasi senza fiato di fronte a quella visione... com'era possibile che quello splendido ragazzo volesse proprio me? Mi avvicinai silenziosa arrivandogli alle spalle... mi chinai su di lui e posai un bacio su quelle labbra morbide e sensuali... i suoi occhi si aprirono di scatto e con un sorriso fece esplodere il sole nel mio cuore.
“finalmente ti sei svegliata mia bella addormentata... iniziavo a preoccuparmi...”
“veramente quello che è stato svegliato con un bacio sei tu!”
“rimedierò subito...” si tirò su a sedere e mi prese tra le braccia baciandomi con passione. “ora che finalmente i ruoli sono tornati ad essere quelli che dovevano.... che ne dici... ti piace la nostra casetta?”
“come casetta?... io... io credevo fosse un albergo... è meravigliosa... ma chiamarla casetta mi sembra un po' riduttivo... è enorme... mi dici dove siamo? Me lo avevi promesso!”
“è una sorpresa... ti fidi di me?”
“certo!”
“allora chiudi gli occhi!”
lo assecondai... con una mano mi coprì gli occhi mentre intrecciò l'altra alla mia avvolgendomi in un abbraccio e mi guidò attraverso la terrazza.
“ci siamo quasi... non sbirciare... ancora pochi passi... e adesso guarda!”
Aprii gli occhi, eravamo vicino alla balaustra che delimitava la terrazza, mi affacciai e rimasi a bocca aperta... non riuscivo a credere ai miei occhi... sotto di noi scorreva impetuosa l'acqua del Nilo e proprio di fronte a me, sull'altra sponda del fiume le luci della città si rispecchiavano nell'acqua scura del grande fiume, vagai con gli occhi scrutando la riva lontana fino a che non scorsi le colonne del grande tempio che avrei riconosciuto tra mille. “Luxor!!”
Mi girai verso Anuar al culmine della felicità e gli buttai le braccia al collo tempestandolo di baci. Adoravo quella città, ed il grande tempio era per me un luogo magico, non riuscivo a credere di essere lì con lui.
“mi sembra di capire che tu sia felice di essere a Luxor!”
“è una città splendida... “
“proprio come te questa sera... sei bellissima... anche se ti manca ancora una cosa per essere veramente perfetta...”
Lo vidi infilare la mano nella tasca posteriore dei suoi jeans ed estrarne qualcosa... aveva lo sguardo di chi la sapeva lunga.
“ecco... con questa sarai perfetta!”
Tra le mani stringeva un sottilissimo filo d'argento a cui era appeso un piccolo ciondolo che rappresentava la dea Iside con le ali spiegate.
“la dea Iside è la protettrice della maternità... quando l'ho vista ho subito pensato a te, e visto che noi due siamo un vero disastro nel prenderci cura di questo bambino ho pensato che magari lei poteva darci una mano...”
“grazie è bellissima... tu sei sempre così dolce con me...”
“ voglio solo che tu sia felice... e adesso girati per favore...”
Mi voltai e sollevai i capelli per facilitarlo nell'allacciare la collana... sentii le sue labbra posarsi leggere alla base del collo ed un brivido mi corse lungo la schiena... il cuore batteva all'impazzata nel petto ed ancora una volta mi resi conto di quanto profondamente lo amassi.
“ti amo tanto!”
“avevo bisogno di sentire solo questo... il resto non conta per me... anch'io ti amo da morire”
Mi cinse con le braccia ed io mi appoggiai contro di lui, le sue mani leggere si muovevano su e giù sul pancione accarezzandolo dolcemente, mentre le sue labbra si posavano leggere sulla mia fronte... rimanemmo a lungo in quella posizione a guardare quel panorama stupendo, godendo della sensazione meravigliosa che solo la vicinanza dei nostri corpi sapeva donarci.