giovedì 28 aprile 2011

capitolo 40 Luxor

Aurora
Londra era bellissima, l'estate era alle porte ed in quel periodo i parchi della città erano tutti in fiore. Uscimmo di casa con la carrozzina e ci incamminammo sorridendo felici verso Hyde Park. Il serpentine sembrava un lungo nastro d'argento che brillava al sole di quello splendido pomeriggio.
 La gente era distesa sull'erba a crogiolarsi sotto i suoi raggi. Stretta al braccio di Anuar sorridevo felice... guardavo prima quello splendido uomo che la fortuna aveva messo al mio fianco e poi quel piccolo visino d'angelo che dormiva tranquillo nella carrozzina ed il mio cuore rischiava di esplodere per la felicità... finalmente avevo tutto quello che avevo sempre desiderato.. una famiglia tutta mia...
 Quando arrivammo sotto la statua di Peter Pan ci fermammo a riposare su una panchina nell'aria aleggiava il dolce profumo dei fiori sembrava che tutta la natura si fosse risvegliata per noi.
 Mi abbassai sulla carrozzina e posai un lieve bacio su quelle gote rosee e due splendide perle color smeraldo mi fissarono intensamente per un secondo prima di scoppiare in un pianto disperato...
 Mi svegliai di soprassalto senza riuscire a capire dove mi trovassi.. negli occhi avevo ancora le immagini di quello che era stato solo uno splendido sogno...
 Nella stanza era quasi buio, solo una piccola scia di luce filtrava attraverso le imposte chiuse della finestra... Anuar doveva aver chiuso le tende perché non mi svegliassi... era sempre così dolce e premuroso nei miei confronti ed io ero stata veramente ingiusta con lui quel pomeriggio... mi ero comportata come una vera pazza... chissà che poteva aver pensato di me... ma avrei trovato il modo di farmi perdonare da lui. 
 Mi guardai attorno cercando di capire dove mi trovassi... la stanza era arredata in modo spartano... il grande letto in legno scuro e alcune sedie appoggiate contro la parete era tutto quello che potevo scorgere nell'oscurità... accesi la luce... ed i vetri colorati della lampada che pendeva dal soffitto appesa ad una catena, emanarono una luce soffusa in tutta la stanza colorando tutto di rosa... 

 Nella parete di fronte a me si trovavano una piccola finestra di legno e due porte completamente intarsiate. Scesi dal letto ed andai a curiosare, il pavimento di marmo bianco era freddo sotto le piante dei piedi ... alcune voci mi giunsero dalla piccola finestra, scostai le imposte e mi affacciai... fuori era quasi completamente buio... Anuar ed Hamed stavano discutendo seduti su una terrazza, non riuscivo a vederli bene perché le fronde di una grande palma coprivano in parte la mia visuale. 
 Mi diressi verso una delle due porte decisa a raggiungerli, e mi sorpresi a fissare la mia immagine in uno specchio... avevo aperto la cabina armadio... stentai a riconoscere la persona che mi veniva incontro... i capelli erano arruffati, sul viso si era depositato uno strano impasto di polvere, lacrime e sudore, ed il vestito era tutto sgualcito e sporco... non potevo certo presentarmi davanti al mio bel principe in quelle condizioni, sembravo una selvaggia... dovevo assolutamente trovare il bagno e farmi una bella doccia... volevo essere bellissima per lui.
 Notai che su un ripiano della cabina armadio c'erano due accappatoi, ne presi uno e mi avviai verso la seconda porta pensando di trovarvi un anticamera e la porta del bagno, invece mi ritrovai in un lungo corridoio porticato... su un lato una fila di porte come quella che avevo appena richiuso alle mie spalle e dall'altro una balaustra con uno scalone che portava verso l'ingresso dove troneggiava una bellissima fontana... che razza di albergo era? Com'era possibile che non ci fosse un bagno in camera? Iniziai a temere di essere finita in uno di quei posti dove il bagno era in comune... mi adattavo a tutto ma il bagno per me era una cosa sacra, non volevo dividere la mia intimità con nessun altro.. escluso Anuar naturalmente... Aprii la porta alla mia sinistra e finalmente mi ritrovai nella stanza da bagno.
 Mi infilai sotto il getto della doccia... vi rimasi a lungo rilassandomi al dolce tepore dell'acqua che sfiorava la mia pelle... chiusi gli occhi e riportai alla mente le immagini del sogno di poco prima... che emozione poter affacciarsi ad una finestra aperta sul futuro... era stato tutto così reale che quasi facevo fatica a credere di aver solo sognato.
 Chiusi l'acqua e mi asciugai in fretta, avevo perso anche troppo tempo, ora volevo solo poter volare tra le braccia di Anuar e stringermi a lui. Tornai in fretta verso la camera, mi accorsi che mancava la mia valigia... che cosa avrei messo? Stavo iniziando a disperare quando il mio sguardo fu attirato da una nota di colore che proveniva dal lato più nascosto dell'armadio... pensai fosse stato Anuar a far sistemare le mie cose ma quando mi avvicinai notai che non erano affatto i miei vestiti... appesi alle grucce vi era tutta una serie di abiti premaman coloratissimi... “Anuar...” quella era opera sua... che cosa avevo fatto per meritare una persona splendida come lui al mio fianco?
 Scelsi un kaftano di seta coloratissimo che mi arrivava appena sopra le ginocchia e dei pantaloni alla pescatora di maglina neri … lasciai i capelli ancora bagnati liberi sulle spalle, un filo di trucco e un paio di infradito in pelle a completare l'opera... mi guardai allo specchio soddisfatta dell'immagine che mi ritornò e poi ormai impaziente di vederlo mi precipitai fuori.

 Non incontrai nessuno lungo il corridoio, forse gli ospiti dell'hotel erano tutti a cena... scesi la scala e mi ritrovai nel grande atrio... rimirai quel capolavoro di architettura araba mentre mi guardavo in giro alla ricerca della porta che mi avrebbe portata alla grande terrazza dove poco prima avevo visto Anuar ed Hamed, notai che proprio sotto la scala una delle porte era aperta... mi diressi in quella direzione sperando fosse quella giusta. 
 La terrazza era silenziosa, Anuar era disteso su uno dei divani ricoperti di cuscini e sembrava dormire... mi tolsi le scarpe per non far rumore e mi avvicinai in punta di piedi... 
 Aveva gli occhi chiusi...le ciglia lunghissime gli sfioravano le guance su cui si intravedeva una leggera peluria e la camicia era aperta sul torace abbronzato... rimasi senza fiato di fronte a quella visione... com'era possibile che quello splendido ragazzo volesse proprio me? Mi avvicinai silenziosa arrivandogli alle spalle... mi chinai su di lui e posai un bacio su quelle labbra morbide e sensuali... i suoi occhi si aprirono di scatto e con un sorriso fece esplodere il sole nel mio cuore.
 finalmente ti sei svegliata mia bella addormentata... iniziavo a preoccuparmi...”
 veramente quello che è stato svegliato con un bacio sei tu!”
 rimedierò subito...” si tirò su a sedere e mi prese tra le braccia baciandomi con passione. “ora che finalmente i ruoli sono tornati ad essere quelli che dovevano.... che ne dici... ti piace la nostra casetta?”
 come casetta?... io... io credevo fosse un albergo... è meravigliosa... ma chiamarla casetta mi sembra un po' riduttivo... è enorme... mi dici dove siamo? Me lo avevi promesso!”
 è una sorpresa... ti fidi di me?”
 certo!”
 allora chiudi gli occhi!”
 lo assecondai... con una mano mi coprì gli occhi mentre intrecciò l'altra alla mia avvolgendomi in un abbraccio e mi guidò attraverso la terrazza. 
 ci siamo quasi... non sbirciare... ancora pochi passi... e adesso guarda!”
 Aprii gli occhi, eravamo vicino alla balaustra che delimitava la terrazza, mi affacciai e rimasi a bocca aperta... non riuscivo a credere ai miei occhi... sotto di noi scorreva impetuosa l'acqua del Nilo e proprio di fronte a me, sull'altra sponda del fiume le luci della città si rispecchiavano nell'acqua scura del grande fiume, vagai con gli occhi scrutando la riva lontana fino a che non scorsi le colonne del grande tempio che avrei riconosciuto tra mille. “Luxor!!” 
 Mi girai verso Anuar al culmine della felicità e gli buttai le braccia al collo tempestandolo di baci. Adoravo quella città, ed il grande tempio era per me un luogo magico, non riuscivo a credere di essere lì con lui.
 mi sembra di capire che tu sia felice di essere a Luxor!”
 è una città splendida... “
 proprio come te questa sera... sei bellissima... anche se ti manca ancora una cosa per essere veramente perfetta...”
 Lo vidi infilare la mano nella tasca posteriore dei suoi jeans ed estrarne qualcosa... aveva lo sguardo di chi la sapeva lunga. 
 ecco... con questa sarai perfetta!”
 Tra le mani stringeva un sottilissimo filo d'argento a cui era appeso un piccolo ciondolo che rappresentava la dea Iside con le ali spiegate.
 la dea Iside è la protettrice della maternità... quando l'ho vista ho subito pensato a te, e visto che noi due siamo un vero disastro nel prenderci cura di questo bambino ho pensato che magari lei poteva darci una mano...”
 grazie è bellissima... tu sei sempre così dolce con me...”
 voglio solo che tu sia felice... e adesso girati per favore...”
 Mi voltai e sollevai i capelli per facilitarlo nell'allacciare la collana... sentii le sue labbra posarsi leggere alla base del collo ed un brivido mi corse lungo la schiena... il cuore batteva all'impazzata nel petto ed ancora una volta mi resi conto di quanto profondamente lo amassi.
 ti amo tanto!”
 avevo bisogno di sentire solo questo... il resto non conta per me... anch'io ti amo da morire”
 Mi cinse con le braccia ed io mi appoggiai contro di lui, le sue mani leggere si muovevano su e giù sul pancione accarezzandolo dolcemente, mentre le sue labbra si posavano leggere sulla mia fronte... rimanemmo a lungo in quella posizione a guardare quel panorama stupendo, godendo della sensazione meravigliosa che solo la vicinanza dei nostri corpi sapeva donarci.

giovedì 21 aprile 2011

capitolo 39 La reazione di Aurora


Anuar

La reazione di Aurora mi aveva spiazzato... sempre così dolce e gentile e in un attimo si era trasformata in una furia.
Ero senza parole, impietrito dal suo scatto d'ira improvviso...e cercavo invano di capire che cosa potessi aver fatto o detto per indurla a comportarsi in quel modo .
Appena mi riebbi dalla sorpresa, la vidi allontanarsi di corsa , verso le alture del deserto.
“Aurora... fermati!Ma che ti succede?” Non fece cenno di voltarsi e continuò la sua corsa senza meta.
“Lasciami in pace!” Un urlo disperato..
Dovevo assolutamente fermarla e mi precipitai verso di lei per impedirle di allontanarsi sotto quel sole cocente. Le dune di sabbia erano insidiose e nelle sue condizioni avrebbero rappresentato per lei e per il bambino un serio pericolo.
La raggiunsi dopo qualche centinaio di metri deciso a scoprire quale fosse la mia colpa... e le cinsi la vita... trattenendola poi contro di me.
“Non ho nessuna intenzione lasciar perdere... ora mi dici che cosa ti succede. E' da quando siamo partiti dall'hotel che hai cambiato umore e voglio sapere il perché!”
Mi accorsi del tono duro della mia voce, ma il caldo atroce e la situazione mi avevano spinto a reagire in quel modo.
Si volse verso di me... gli occhi colmi di lacrime trattenute a stento... mi gettò le braccia al collo e prese a singhiozzare contro il mio petto.
Non sapevo che fare...
Mi aspettavo che urlasse e che cercasse di divincolarsi dal mio abbraccio e invece così facendo mi aveva sorpreso, lasciandomi incapace di reagire..
Come avrei potuto aiutarla? Da dove nasceva tutta quella rabbia e quel dolore che stava sfogando su di me?
Quella mattina si era svegliata felice, sembrava essere in pace con il mondo... ed ora piangeva disperata tra le mie braccia... mi sentii completamente inutile.
“shhhhh calmati...”
Le accarezzai i capelli cercando di confortarla, cullandola dolcemente e stringendola... per paura che potesse fuggire di nuovo.
Quando si fu calmata, raccolsi delicatamente il suo viso tra le mani, asciugandole le lacrime con le dita e mi persi in quei profondi occhi scuri che tanto amavo ...impauriti e arrossati dal pianto.
Le gocce di sudore che le imperlavano la fronte, scendendo lungo il viso disegnavano piccoli solchi sulla sua pelle, dove si era posato un sottile velo di polvere e i capelli... scompigliati, sfuggiti durante la corsa al fermaglio che li teneva legati, le aderivano al viso arricciandosi in ciocche ribelli. Nonostante tutto questo ... mai... mi era sembrata tanto bella come in quel momento.
Le sue labbra ad un soffio dalle mie costituivano un richiamo irresistibile ... e morivo dalla voglia di perdermi nel sapore della sua bocca... di farle comprendere quanto l'amassi...ma temevo mi rifiutasse o che travisasse il mio gesto.
Non avevo mai conosciuto qualcuna come lei, dolce... vulnerabile e allo stesso tempo imprevedibile, dovevo assolutamente scoprire cosa le passasse nella mente... era troppo importante per me.
“Allora mi vuoi dire che ti sta succedendo?”
Abbassò gli occhi imbarazzata.
La donna audace di quella mattina, aveva nuovamente lasciato il posto alla timida e dolce ragazza che avevo conosciuto in passato.
Lascio' scorrere qualche istante prima di rispondere e a fatica rimasi in silenzio guardandola in viso... in attesa. 
“ Non sono arrabbiata con te...” La sua voce quasi un sussurro.
“Non so cosa mi stia succedendo... ho caldo... sono completamente fradicia di sudore e poi... beh... mi sento così brutta e grassa!” Mi fece tenerezza e le sorrisi.
“Non penso affatto che tu sia brutta e grassa... per me sei bellissima, esattamente come la prima volta che ti ho visto, anzi... diventi ogni giorno più bella..”
Sollevò il viso e finalmente sciolse i suoi occhi dentro ai miei, quasi volesse scrutare la mia anima... il suo respiro salì a sfiorarmi il viso... 
“Scusami Anuar... scusami tanto... sono stata un'ingiusta a prendermela con te!” 
“ Non dire niente... va tutto bene. Ora stai meglio?”
Un breve cenno del capo e tornò a rifugiarsi tra le mie braccia.
Non riuscivo a sopportare di vederla stare male... ed avrei dato qualsiasi cosa pur di alleviare quel suo malessere interiore, ma l'unica cosa che potevo fare era dimostrarle quanto lei fosse importante per me... il resto dipendeva soltanto da lei.
La strinsi forte cercando di trasmetterle tutto il mio amore, sentendo il suo corpo aggrapparsi al mio come a cercare un'ancora di salvezza in quella distesa di sabbia cocente.
“Grazie...”
“ E di cosa?”
“Di tutto quello che fai per me...”
“Aurora... tu hai dato un senso alla mia vita, non potrei vivere nemmeno un giorno senza di te e detesto che tu debba soffrire per causa mia. Promettimi che non farai mai più una cosa del genere, che qualsiasi cosa possa accadere tra noi ,cercheremo di risolverla insieme...”
“Va bene…”
Avvicinai il mio viso al suo e cercando le sue labbra la baciai.
Fu un bacio tenero... dolce... ricco di promesse... un ritrovarsi dopo il fragore della tempesta... il tempo si fermò attorno a noi, non sentivo più il frinire delle cicale, coperto dal rumore dei nostri cuori che battevano all'unisono... lei rappresentava il mio Paradiso terrestre... non desideravo altro che perdermi in lei all'infinito... ma il Sole rovente sopra di noi, ruppe il mio incantesimo.
“Quando giungeremo a destinazione ti prometto che potrai riposare e che per un pò non ci sposteremo. Ora però troviamo un riparo o rischiamo l’insolazione.”
Se ci fossimo mossi subito saremmo potuti arrivare a Luxor prima del tramonto.
La sollevai tra le braccia nonostante le sue deboli proteste e la ricondussi in fretta al nostro piccolo rifugio all'ombra degli alberi.
Hamed si preoccupò vedendola tra le mie braccia.
“ Va tutto bene?”
“E’ tutto a posto Hamed... ti dispiacerebbe se ripartissimo subito? Qui fa un po' troppo caldo per Aurora”
“La jeep e’ sotto al Sole... sarà meglio far passare prima un po' d'aria... potete aspettare ancora una decina di minuti?”
“si certo... grazie Hamed”
Aurora era esausta, a stento riusciva a tenere gli occhi aperti, mi sentii in colpa, l'avevo fatta stancare troppo, in fondo erano passati solo pochi giorni da quando si era ripresa.
Continuavo a dimenticare che aspettava un figlio... e se fosse successo qualcosa a lei o al nostro bambino, non me lo sarei mai perdonato.
Quando tutto fu pronto per la partenza, l'aiutai a stendersi sul sedile posteriore, cercando di convincerla a riposare .
Abbassai i finestrini cercando, con un po’ d’aria, di darle un po' di refrigerio da quel caldo insopportabile e dopo pochi minuti si addormentò.
La strada verso Luxor fu interminabile, ad ogni sobbalzo,dovuto ad una curva o buca del terreno mi voltavo in ansia che si svegliasse, ma lei continuò a dormire serena, senza accorgersi di nulla.
Qualche ora più tardi, giungemmo ai piedi della montagna tebana e la valle del Nilo si aprì davanti ai miei occhi.
Il grande fiume, fonte della nostra civiltà, si estendeva serpeggiando oltre l’orizzonte e nel mezzo di quella distesa d’acqua si ergeva la piccola Banana Island, l'isoletta dove Hamed aveva riservato la villa che sarebbe stata la nostra dimora a Luxor.
Finalmente eravamo a casa.
Aurora ancora stava dormendo quando ci inoltrammo nel vialetto che portava alla grande casa, e dopo aver chiesto ad Hamed di avvertire la servitù del nostro arrivo, mi avvicinai silenziosamente a lei e sollevandola delicatamente tra le braccia la condussi nella grande camera che profumava di essenze e dopo averla stesa tra le soffici lenzuola pulite mi sedetti accanto a lei per guardarla.

Era serena e sistemandosi di lato, le vidi sorgere sulle labbra un breve sorriso…e il mio cuore ne gioì.
Molte cose erano accadute dalla prima volta che avevo appoggiato il mio sguardo su di lei…ma mai un solo attimo avevo dubitato del mio sentimento per Aurora.
Accostai le tende per ombreggiare la stanza e dopo un ultima occhiata al mio angelo, me ne andai per lasciarla riposare tranquilla.
Raggiunsi Hamed nel grande terrazzo… mentre l’immagine di quel tenero sorriso… accompagnava i miei passi… come la piu’ dolce delle promesse.

domenica 17 aprile 2011

capitolo 38 Sbalzi d'umore

Aurora
L'auto correva veloce sulla lunga strada diritta, verso una meta che ancora non conoscevo, di sicuro non stavamo tornando al Cairo ma non riuscivo a capire dove Anuar avesse intenzione di portarmi. All'ora di pranzo ci fermammo a mangiare i panini che l'albergo ci aveva preparato lungo la strada seduti su un tronco sotto le fronde di alcuni alberi.
 La calura era insopportabile, tutto intorno a noi non c'era nulla,vedevo il caldo che si sollevava dall'asfalto ballare di fronte ai miei occhi, l'unico rumore che potevo percepire era il frinire delle cicale proveniente dagli arbusti che crescevano ai lati della strada.
 Avevo i piedi gonfi... grosse gocce di sudore mi scendevano lungo il viso e mi bruciavano entrandomi negli occhi... mi sentivo molto stanca, e non sapere che cosa mi aspettava mi rendeva nervosa.
 manca ancora molto alla nostra prossima meta?” chiesi mentre cercavo di farmi fresco sventolando la mano davanti al viso... avevo le labbra secche e screpolate.
 Ancora qualche ora di auto... sembri molto stanca! Sei sicura di stare bene?” mi chiese Anuar.
 secondo te come posso stare bene? Sembro una balena arenata su una spiaggia deserta... ho i piedi gonfi le labbra screpolate e questo caldo infernale non mi aiuta...” risposi piuttosto irritata e poi corsi via. 
Quelle parole erano uscite dalla mia bocca così... senza nemmeno pensare a quello che stavo dicendo... sapevo che lo stavo ferendo, che lui non aveva nessuna colpa ma non potevo farne a meno erano i miei ormoni che mi giocavano brutti scherzi.
 Aurora... fermati! Ma che ti succede?”
 Lo sentii urlare, ma continuai a correre per la mia strada senza voltarmi indietro, mentre le lacrime iniziavano ad offuscarmi la vista. 
“lasciami stare in pace...!” 
 Sentii le sue braccia cingermi da dietro... “non ho nessuna intenzione di lasciarti stare... ora mi dici che cosa ti succede, è da quando siamo partiti dall'hotel che hai cambiato umore e voglio sapere il perchè!”  
 Mi girai e gli buttai le braccia al collo singhiozzando contro il suo petto mentre mi accarezzava la testa cercando di tranquillizzarmi. “shhhh calmati...” quando finalmente i singhiozzi cessarono mi prese il viso tra le mani, asciugò le mie lacrime e mi guardò negli occhi. 
“allora mi vuoi dire che ti sta succedendo?”
 non sono arrabbiata con te... non so cosa mi sta succedendo... ho caldo... sono completamente fradicia di sudore e poi... beh.. mi sento così brutta e grassa!!!”
 io non penso affatto che tu sia brutta e grassa... per me sei bellissima come la prima volta che ti ho visto, anzi... sei ogni giorno più bella”
 Lo guardai negli occhi, erano grandi e profondi ed assolutamente onesti, pensava veramente quello che mi aveva appena detto... il mio cuore prese a battere velocemente nel mio petto a quell'ennesima dimostrazione d'amore da parte sua. 
 “scusami Anuar... scusami tanto... sono stata così ingiusta a prendermela con te!”
 non ti devi scusare... va meglio adesso?”
 Feci cenno di sì col capo e poi tornai a rifugiarmi tra le sue braccia... l'unico posto in cui mi sentivo veramente al sicuro.
 ti prometto che non ci muoveremo più quando giungeremo a destinazione... ok? Ora però forse è meglio che torniamo all'ombra o rischiamo di prendere una brutta insolazione e poi Hamed deve essere preoccupato visto come sei fuggita via... ”
 Mi sentii sollevare da terra, cercai di protestare ma non volle sentire ragioni, mi prese in braccio e mi portò sotto il riparo degli alberi dove Hamed ci stava aspettando.
 tutto bene?” chiese.
 si Hamed... è tutto ok... ti dispiacerebbe se ripartissimo subito? Qui fa un po' troppo caldo per Aurora”
 certamente... farà sicuramente caldissimo nell'abitacolo... vado a mettere in moto la macchina e faccio entrare un po' d'aria... potete aspettare ancora dieci minuti?”
 si certo... grazie Hamed” gli risposi.

giovedì 14 aprile 2011

capitolo 37 Un caldo risveglio

Alcuni degli ospiti dell'hotel si intrattennero sulla terrazza dove i camerieri avevano spostato i tavoli per far posto ad una esibizione di danza del ventre, ma io mi sentivo veramente esausta dopo la lunga giornata, quindi salutai Hamed e mi diressi alla camera seguita da Anuar.
 se vuoi rimanere qui... io sono veramente stanchissima questa sera... penso che mi addormenterò non appena toccherò il cuscino”
 no... vengo con te, la giornata è stata lunga anche per me e poi domani dobbiamo alzarci presto”
 dove andiamo?”
 ti ho già detto che non ho alcuna intenzione di dirtelo... è inutile che mi fai gli occhi dolci... non mi incanti...”
 Ah è così?”
 Eravamo appena entrati in camera, mi nascosi dietro il sottile velo della zanzariera e presi a spogliarmi ancheggiando... dovevo essere proprio uno spettacolo indecente con quel pancione enorme.
 Lui sbarrò gli occhi “ma che ti hanno messo in quelle flebo? Satana esci da lei!!! e pensare che eri timidissima quando ti ho conosciuta” disse ridendo, poi corse da me e mi buttò sul letto... rotolammo tra le lenzuola ridendo.
 comunque signorina.. apprezzo il tentativo di seduzione ma la mia bocca è cucita!”
 va bene signor principe... se insiste dovrò prendere provvedimenti...” e iniziai a fargli il solletico... era bello giocare con lui sul grande letto ma la stanchezza si fece sentire... non riuscivo a tenere gli occhi aperti ed anche lui parve accorgersene.
 che ne dice principessa di fare una tregua e rimandare il discorso a domani?”
 se proprio insiste... acconsento”.
 Gli posai un rapido bacio sulle labbra, presi le mie cose e andai in bagno a prepararmi per la notte, quando ritornai nella stanza mi stava aspettando sotto le lenzuola... bello come un dio... posai il beauty sulla sedia e volai tra le sue braccia. Adagiai la testa sul suo petto e mi addormentai.

Anuar
Mi svegliai all'alba.. Aurora, distesa al mio fianco, stava ancora dormendo... mi sollevai sul gomito per osservare meglio quella splendida creatura che il destino aveva messo sulla mia strada. Ripensai a tutti i meravigliosi momenti passati con lei... alla sera prima nel bagno...
 Un cinguettio improvviso ed il frusciare delle lenzuola contro il suo corpo mi destò dal flusso di quei pensieri... dopo pochi secondi mi ritrovai a specchiarmi nelle iridi dei suoi occhi scuri.
 Buongiorno principessa!” dissi sfiorandole con un bacio la punta del naso.
 Buongiorno mio principe” rispose stiracchiandosi mentre un sorriso le illuminava il volto.
 Dormito bene? Ieri sera sei crollata appena hai toccato il cuscino”
 Benissimo... e tu?”
 Splendidamente... è ancora molto presto... se vuoi puoi dormire ancora un po', ti sveglierò io” gli dissi stringendola tra le mie braccia.
 No Anuar... sono sveglissima.. avrei un'idea migliore per impiegare il tempo!” mi rispose maliziosamente.
 Da quando era uscita dall'ospedale non sembrava più la stessa ragazza di prima, era come se tutta la timidezza e l'insicurezza che l'avevano caratterizzata fossero state cancellate in un colpo.
 Che fine ha fatto la ragazza che ho conosciuto quel giorno nel deserto?”
 E’ diventata una donna!”
 Splendida aggiungerei”
 Mi staccai da lei velocemente correndo in bagno... Aprii le manopole dell’acqua calda lasciando che la vasca si riempisse e tornai da lei...
 Perché sei scappato via?.. Avevi paura di me?” mi chiese quando tornai nella stanza.
 Mi avvicinai al letto, disinvolto, senza far trasparire le mie intenzioni, poi con un rapido gesto la presi tra le braccia cogliendola di sorpresa.
 Lasciami andare bruto!” urlava ridendo e scalciando come una bambina.
 Corsi nel bagno ed entrai con lei nella vasca che era ormai quasi piena.
 Ed ora signorina abbiamo raffreddato i bollenti spiriti?” chiesi col sorriso sulle labbra... il volto vicinissimo al suo.
 No … anzi si sono scaldati ancora di più.” Rispose infilando le dita tra i miei capelli ed attirandomi verso se.
 Non opposi resistenza ed avvicinai le labbra alle sue ricambiando quel suo bacio così intenso ed audace.
Il gioco si era trasformato in una passione travolgente e ci eravamo lasciati andare forse un po' troppo... era tardi... mancava meno di mezz'ora all'appuntamento con Hamed e noi eravamo ancora in ammollo nella vasca, stretti uno nelle braccia dell'altro.
 Non avrei voluto interrompere quel momento ma non potevo rischiare che quel povero ragazzo venisse a cercarci e ci trovasse così, specie dopo l'agguato di Aurora il giorno prima in macchina... lui si era così imbarazzato... ero convinto che provasse più che una semplice amicizia per quella donna straordinaria che stringevo tra le braccia, avevo notato come la guardava quando pensava che nessuno lo osservasse, e un po' mi dava fastidio.
 Aurora... si è fatto tardi... dobbiamo rivestirci tra poco sarà qui Hamed, non vorrai che ci trovi in queste condizioni!”
 forse è meglio di no! E poi ho una fame!” disse sorridendo.
 chiamo la reception e faccio portare qualcosa qui in camera così facciamo più in fretta... che desideri?”
 uova strapazzate... spremuta di arancia... e... del pane tostato con la marmellata di fragole è un po' di giorni che ho una gran voglia di fragole per non parlare del cioccolato... non so che darei per un pezzo di cioccolato!”
 fragole... cioccolato... sei proprio una golosona! Vedrò che si può fare...”
 Ordinai la colazione, e, mentre Aurora si stava ancora rivestendo corsi fuori a vedere se Hamed fosse già arrivato, per fortuna non c'era ancora nessuno, lasciai detto al ragazzo della reception di avvertirlo che avremmo fatto un po' tardi e poi tornai nella camera. Aurora era pronta e stava già facendo colazione.
 scusa se non ti ho aspettato ma avevo proprio una fame da lupi...” disse mentre stava trangugiando una fetta di pane con quella che doveva essere marmellata.
 hai avuto quello che desideravi?”
 si grazie... anche se purtroppo niente fragole... comunque questa marmellata è fantastica... tu non mangi nulla?”
 assaggerò una fetta di pane con un po' di questa marmellata visto che sembra sia fantastica... sempre che ne sia rimasta un po' per me!” le risposi sorridendo.
 Dopo alcuni minuti sentimmo bussare alla porta della nostra camera... era Hamed.
 buongiorno...”
 buongiorno Hamed, vuoi fare colazione con noi?”
 no grazie... ho già mangiato, ma fate pure con comodo, avete i bagagli pronti così li carico sulla jeep?”
 sì... grazie, sono quelle due borse, il resto lo porto io... cinque minuti ed arriviamo”
 ok... io inizio a mettere in moto... a dopo”
 Hamed prese le borse che gli avevo indicato e uscì richiudendo la porta alle sue spalle.
 Aurora sembrava pensierosa. Mentre cinque minuti dopo ci stavamo avviando mano nella mano verso la Jeep.
 che ti succede? Perché all'improvviso sei diventata così triste?”
 mi spiace molto lasciare questo posto... è così bello.. e poi sono stata così felice qui... con te!” La strinsi a me e le diedi un lieve bacio sulle labbra.
 non preoccuparti questo è stato solo l'inizio”
 Passammo davanti alla reception ed i miei occhi si posarono su un ciondolo in argento racchiuso in una vetrina a lato del bancone... era uno dei souvenir per turisti, ma per me aveva un significato particolare... accompagnai Aurora alla jeep e poi con la scusa di riconsegnare la chiave tornai indietro.
 Era così dolce, il giorno prima mi aveva stupito quando, passeggiando per le vie della Kasba aveva lasciato la mia mano per seguire i bambini, l'avevo osservata a lungo mentre correva con loro stringendo le piccole mani tra le sue... ad ogni bambino aveva comprato qualcosa rendendoli immensamente felici, ed il mio cuore si era riempito d'orgoglio se ancora avessi avuto dei dubbi sul mio amore per lei in quel momento furono completamente cancellati... io l'amavo con tutto me stesso, come amavo quella piccola creatura che ancora non conoscevo ma che aveva già una parte così importante nella mia vita.
 Il ciondolo era la rappresentazione di Iside, la dea della fecondità, protettrice delle nascite, mi sembrava un regalo perfetto, viste le sue condizioni.  
vuole un pacchettino?” mi chiese il ragazzo mostrandomelo.
 no grazie... non è necessario”
 Presi il ciondolo fra le mani, e lo infilai nella tasca posteriore dei pantaloni sperando che non lo scovasse prima del tempo poi di corsa mi avviai verso la macchina. 
 

venerdì 8 aprile 2011

capitolo 36 L'oasi di Dakha

 
Attraversammo tutta la piccola cittadina, dirigendoci verso la grande striscia scura che tagliava in due le sabbie del deserto, man mano che procedevamo il paesaggio cambiava, dalla sabbia soffice come polvere di cipria si passò a piccole collinette rocciose dai variopinti colori, nonostante avessi passato già più di un mese tra quel paesaggio ogni volta restavo stupita di fronte a quei cambiamenti repentini. Il deserto aveva una vita propria che il vento e la sabbia disegnavano a loro piacimento. Anuar si era seduto vicino a me e ogni tanto prendeva la mia mano tra le sue e se la portava alle labbra.
 va tutto bene tesoro?”
 Sì... benissimo..” mi appoggiai a lui e socchiusi gli occhi.
 vuoi che ci fermiamo da qualche parte a riposare? Sembri stanca!”
 No sto bene.. davvero!! Ho riposato per così tanto tempo negli ultimi giorni... vorrei tanto camminare un po'!”
 senti facciamo così... ora tu ti sdrai un po' e ti riposi e poi appena arriviamo all'oasi di Dakha pranziamo e nel tardo pomeriggio quando farà un po' più fresco andremo a visitare la vecchia Kasbah sono sicuro che ti piacerà... che ne dici?”
 ma io non ho sonno...”
 Ti prego... Aurora...”
 Ok, se per te è così importante cercherò di dormire... ma non ti prometto niente”.
 Mi distesi sul sedile appoggiando la testa sulle sue ginocchia mentre lui mi accarezzava i capelli.., mi ritrovai a fissare il movimento regolare di un piccolo filo che pendeva dal soffitto della jeep, la mochette nonostante fosse ancora coperta dal nylon era sollevata ai lati e si stava sfilacciando tutta... sembrava che sui quattro angoli fossero state applicate delle frange, dopo pochi minuti caddi in un sonno profondo cullata dal dondolio della macchina.
 Aurora... Svegliati siamo quasi arrivati!”
 Sentii Anuar che mi stava chiamando “tesoro sei sveglia?” 
 Aprii gli occhi e mi ritrovai a scrutare dentro i suoi, ”buongiorno principessa.. e meno male che non avevi sonno... hai dormito per due ore di fila”. Mi disse sorridendo mentre due piccole rughe si formarono ai lati di quegli occhi splendidi.
 Le sue labbra che si trovavano a pochi centimetri dalle mie erano un invito a cui non seppi resistere... allungai le braccia e lo tirai verso me, la sua barba appena accennata mi solleticava le guance... assaporai il suo respiro, le sue labbra morbide sulle mie, mentre la mia lingua esplorava la sua bocca in cerca della sua... infilai la mano sotto la sua camicia ed iniziai ad accarezzarlo sentendo la sua eccitazione crescere... si staccò in fretta da me... l'avevo colto di sorpresa!
 tu così mi farai morire... ne sei consapevole?” mi disse con la voce roca dall'eccitazione quando lo lasciai andare ansimante.
 Ehm.... siamo arrivati!” disse Hamed.
 Povero ragazzo mi ero completamente dimenticata di lui... avevo cercato di circuire il mio uomo proprio davanti a lui... arrossii e poi scoppiai a ridere divertita da quella situazione.
 c'è poco da ridere... in questa maniera farai prendere un infarto a quel povero ragazzo.. e non solo a lui...” poi scoppiò a ridere. “su andiamo prima che ci arrestino per atti osceni... non hai fame?”
 In effetti avevo una fame da lupi, da quella mattina non avevo mangiato più nulla, mi ricomposi e poi scesi dall'auto per andare a pranzo.
 Mangiammo sotto un piccolo pergolato di giunchi proprio di fronte alla Kasbah che avremmo visitato quel pomeriggio.. il sole cocente faceva danzare l'asfalto, ma sotto la pergola un leggero filo d'aria rendeva il caldo sopportabile. C'era un gruppetto di turisti seduti nel tavolo di fronte a noi, non appena tutti si furono accomodati ed iniziò ad arrivare il cibo uno stuolo di cani piuttosto malridotti iniziò a girarci intorno in cerca di qualcosa da mangiare... una vecchia signora prese qualche pezzo di carne in più e glielo lanciò mentre Hamed la guardava torvo... 
 che hai Hamed? Anche quei poveri cani hanno diritto di mangiare!” gli dissi risentita dal suo atteggiamento, ma lui non mi rispose, mangiò in fretta quello che aveva nel piatto e poi si allontanò all'ombra di un sicomoro. Non aveva mai reagito così e ci rimasi molto male.
 perchè si è comportato così? Che ho detto di male?” chiesi ad Anuar.
 vedi Aurora... in questo paese ci sono ancora bambini che muoiono di fame, e vedere il cibo sprecato così deve avergli dato fastidio... non ce l'ha con te...”
 ma anche quei poveri cani devono pur mangiare...”
 qui non funziona come da voi... quei cani che hai visto sono dei proprietari del locale, si occupano loro di dargli da mangiare gli avanzi... quella turista dandogli la sua carne ha offeso Hamed...”
 ... non lo sapevo... vado a chiedergli scusa!”
 Mi prese la mano prima che potessi alzarmi “non lo fare, Hamed sa che non ce l'avevi con lui... lascialo stare, vedrai che prima di sera tornerà ad essere l'uomo che hai conosciuto”.
 spero che sia proprio come dici tu... è stato un buon amico e mi dispiacerebbe aver rovinato tutto così stupidamente, scordo sempre che ci troviamo in un paese con usi molto diversi dal mio”
 dai su non preoccuparti... ti va ancora di fare un giro nelle vecchie rovine della Kasbah? Ora fa un po' più fresco e se vuoi possiamo andare”
 si certo...” gli risposi gettando un'ultima occhiata verso Hamed che stava fumando una sigaretta apoggiato al tronco dell'albero. 
 Mi appoggiai al braccio di Anuar e ci incamminammo verso la piccola cittadina fortificata, passeggiare per i vicoli ormai in disuso era come fare un passo indietro nel passato.
 Passeggiammo mano nella mano all'ombra delle case diroccate ogni tanto qualche bambino ci veniva incontro, mi prendeva la mano e mi portava a vedere il negozio dei suoi genitori... non riuscivo a dire di no a quei piccoli furbacchioni con gli occhi color della notte ed i visi tutti sporchi, li seguivo abbandonando la mano di Anuar che mi seguiva sorridendo e compravo un piccolo souvenir da ognuno di loro... bastava così poco per renderli felici!
 Quando arrivammo sotto a quelle che un tempo erano le finestre dell'harem Anuar mi raccontò di come le ragazze si nascondessero dietro le grate e vedendo passare il loro amato gettassero un fiore ai suoi piedi per testimoniare il loro favore. 
 Fu una magnifica giornata, e quando le ombre della sera si allungarono sopra di noi ci avviammo verso l'albergo.


L'Hotel era una splendida architettura araba, sembrava un piccolo villaggio formato da tante piccole casette dalle cupole rosa che alle luci del tramonto sembravano uscite direttamente dalle storie de le mille e una notte.
 Alla reception ci diedero la chiave del nostro bungalow, percorremmo il vialetto lastricato ai lati del quale erano disposti tutta una serie di tavolini e sedie in bambù, in cerca della nostra casetta.  
 Appena ne varcai la soglia rimasi folgorata dalla bellezza della stanza... il soffitto a cupola era formato da centinaia di mattoncini multicolori disposti in modo da formare una spirale... non vi erano vere e proprie finestre, l'aria filtrava attraverso delle piccole feritoie poste poco sotto il livello della cupola e raggruppate a tre alla volta. 
 Sul pavimento di legno grezzo erano disposti tappeti intessuti a mano, e nel centro della stanza sopra ad uno scranno che ricordava i sarcofaghi in granito degli antichi Re c'era il materasso dietro il quale un grande arazzo che fungeva da testiera raffigurava antiche scene di caccia del Faraone. 
 Rimasi letteralmente a bocca aperta di fronte a quella visione, mi girai verso Anuar e gli dissi “questo posto è veramente stupendo, sembra appena uscito da un libro di fiabe!”
 bello vero? Che ne dici di sederci qua fuori a vedere il tramonto?”
 idea stupenda!”
 Ci sedemmo ad uno dei tavolini, appoggiai la testa sulla sua spalla ed ammirai lo spettacolo che la natura offriva ai nostri occhi, Anuar prese la mia mano tra le sue, giocò a lungo con le mie dita e poi se la portò alle labbra, mi girai a guardarlo, i suoi occhi nei miei... posai un leggero bacio sulle sue labbra... avevo una famiglia, un uomo che mi amava... ero felice, finalmente dopo tanta sofferenza la mia vita stava prendendo la strada giusta... “Ti amo” pronunciai quelle parole senza neanche rendermene conto.
 Anch'io ti amo Aurora, più della mia stessa vita!” e mi posò un bacio sulla fronte.
 Il sole era tramontato, all'orizzonte spuntarono le prime timide stelle e una leggera brezza si alzò tutto intorno a noi.
 che ne diresti di ritornare nella stanza? Sta iniziando a fare freddo qui fuori”
 Ok... andiamo” mi mise il suo braccio attorno alla vita e andammo in camera. Ero stanca, la passeggiata del pomeriggio stava dando i suoi frutti.
 Mi distesi sopra il letto e chiusi gli occhi mentre Anuar prese tra le sue mani i miei piedi ed iniziò a massaggiarli sapientemente... probabilmente mi addormentai... quando riaprii gli occhi lui non c'era, la stanza era immersa nella penombra, qualcuno aveva acceso delle candele, mi tirai su e scorsi i vestiti di Anuar gettati su una sedia ed un filo di luce che filtrava da quella che doveva essere la porta del bagno. 
Mi avvicinai silenziosamente ed aprii piano la porta cercando di non fare rumore, lui era lì... immerso nella schiuma della vasca da bagno, non poteva vedermi... era girato con le spalle alla porta.
 Tornai nella stanza, sfilai il vestito rosa ormai tutto sgualcito e in punta di piedi entrai nel bagno.
 Era ancora nella stessa posizione di poco prima, mi avvicinai lentamente... la testa appoggiata al bordo della grande vasca... gli occhi chiusi... sembrava stesse dormendo, mi avvicinai ancora di più e posai le mie labbra sulle sue, un sorriso gli increspò il viso, le sue mani si posarono sui miei fianchi e mi tirarono verso di lui... schizzando la schiuma sul pavimento.
 pensavi di farmela eh?” disse ridendo quando finalmente le nostre bocche si distaccarono.
 pensavo che stessi dormendo... ma come...” gli chiesi stupita.. come aveva fatto ad accorgersi del mio arrivo? Avevo fatto tutto silenziosamente.
 quando prima ti sei affacciata alla porta ho sentito uno spiffero d'aria sulla schiena... ho fatto finta di niente... volevo vedere che avevi in mente...” e mi spruzzò l'acqua sulla faccia.
Giocammo nella vasca come due bambini schizzandoci l'un l'altro e ridendo come pazzi, poi all'improvviso si fece serio... i suoi occhi colmi di desiderio incatenati ai miei... prese il mio viso tra le mani e poi attirandomi a se mi baciò... prima dolcemente poi man mano si fece sempre più audace. Sentivo le sue mani accarezzarmi tutto il corpo … lunghi brividi di piacere mi corsero giù per la schiena... quando la sua bocca si chiuse su uno dei miei capezzoli un ansimo di piacere sfuggì dalle mie labbra. Sentivo la sua erezione premere contro di me... mi sollevò il bacino e mi sistemò sopra di lui, le sue spinte lente e regolari prima e sempre più forti poi mi fecero urlare di piacere. 
Alla fine esausti ci abbandonammo contro l'orlo della vasca mi avvolse tra le sue braccia e mi baciò i capelli cullandomi contro il suo corpo.
 stai bene amore mio?” mi sussurrò nell'orecchio.
 mai stata meglio di così”gli risposi sorridendo. 
 forse sarebbe meglio tornare in camera... l'acqua sta diventando fredda e se non sbaglio è quasi ora di cena...”
 sto così bene qui con te che non mi ero accorta che fosse così tardi!”
 non preoccuparti.. avremmo tanto di quel tempo per stare insieme che alla fine ti stuferai di avermi accanto!” mi disse sorridendo.
 questo non succederà mai..” gli risposi tirandomi su.
  Il bagno sembrava una palude, sul pavimento c'erano litri e litri d'acqua.
 sembra che abbiamo combinato proprio un bel macello... povere cameriere!” dissi sconcertata da quella scena.
 Eh sì... ora dobbiamo stare attenti a non scivolare...”
 Uscì dalla vasca, mi prese tra le braccia mi avvolse in un telo di spugna e ancora tutto grondante corse in camera.. mi posò sul lettone ed iniziò a ad asciugarmi facendomi il solletico
 ahahaah smettila ti prego... non ne posso piùùùù!”
 Ci sdraiammo vicini per qualche minuto tenendoci per mano e guardandoci negli occhi felici... poi ci alzammo, ci vestimmo e salimmo sulla grande terrazza dove era stato allestito il buffet della cena.