Aurora
Grazie all'aiuto di Francies, anche se a fatica, riuscii a tirarmi fuori dal baratro nel quale stavo precipitando senza neanche rendermene conto, avevo passato troppo tempo lasciandomi andare, annullando completamente me stessa dentro quel dolore sordo che, dal giorno in cui avevo lasciato la villa di Luxor, si era posizionato all'altezza del mio cuore ma, anziché combatterlo come bene o male avevo sempre fatto con le sventure che si erano susseguite lungo la mia esistenza, mi ero nutrita di esso trasformandomi in uno zombie.
Francies era arrivata appena in tempo per salvarmi da me stessa, ero stata una sciocca a non chiamarla, a non confidarmi con lei, grazie alla sua forza ed alla sua gioia di vivere in pochi giorni tornai ad essere la solita Aurora di un tempo, anche se il peso che portavo nel petto non accennava a sollevarsi, ormai ero consapevole che avrei passato la vita con quel silenzioso compagno di viaggio ma, tra pochissimo tempo avrei avuto la compagnia del mio bambino a confortarmi nei giorni bui.
Quando iniziai a stare un po' meglio, insieme a Francies mi convinsi a trasformare il vecchio studio di zia Stephanie in una cameretta da favola per il mio piccolo principe, e se fosse stata una principessa? Avevo fatto le ultime visite insieme a Francies, ma non avevo voluto sapere il sesso del piccolo, avevo deciso di aspettare la sorpresa, per me non aveva importanza che fosse maschio o femmina, l'unica cosa di cui mi importava era che stesse bene, e dopo tutti i rischi che avevo corso in Egitto, non ero troppo tranquilla, se fosse successo qualcosa a quel bambino non avrei avuto la forza di andare avanti.
Chiamai una ditta specializzata in traslochi e feci imballare tutti i libri della zia in grossi scatoloni di cartone, ancora non sapevo che ne avrei fatto, quindi li feci impilare nel salotto, e quando finalmente i vecchi mobili della zia furono portati via dal furgone mi misi all'opera aiutata dall'instancabile Francies dipingemmo la stanza di un pallido azzurro cielo su cui feci dipingere delle soffici nuvole bianche, e sul soffitto applicai delle stelline fosforescenti che la notte brillavano nel buio... volevo che il mio bambino avesse la sensazione meravigliosa che avevo provato io dormendo sotto il manto stellato... era quasi tutto finito, i mobili erano già stati sistemati, mancava ancora qualche piccolo ritocco e poi tutto sarebbe stato pronto.
Una mattina mi svegliai con una strana frenesia, avevo sbagliato tutto, mancava ancora una cosa perché quella stanza fosse esattamente come volevo che fosse... andai in un negozio per il fai da te e tornai a casa con tutto l'occorrente per dipingere sul muro, non dissi nulla a Francies di quello che stavo combinando, certa che mi avrebbe dissuaso dal sottomettermi ad una fatica simile, erano anni che non toccavo un pennello, ma, sentivo che era giunto il momento di rimettermi all'opera... abbozzai il disegno sul muro a matita e poi iniziai a distendere il colore, mano a mano che andavo avanti col mio lavoro, mi sentivo sempre più entusiasta ed il bambino sembrava condividere la mia emozione perché non smetteva di dibattersi nel mio ventre, dopo le prime pennellate insicure il disegno prese forma sotto i miei occhi e mi ritrovai a fissare estatica i personaggi di Madagascar che mi correvano incontro sorridendo dalle sabbie cristalline dietro di loro, la stanza che fino a pochi giorni prima era una camera come tante altre, si stava trasformando in un piccolo paradiso africano.
Erano giorni che lavoravo a quel progetto e la stanchezza si faceva sentire, avevo la schiena e le gambe a pezzi ma, finalmente, ancora poche pennellate e tutto sarebbe stato perfetto e poi avrei avuto tutto il tempo che volevo per riposare.
Francies mi telefonò per dirmi che sarebbe passata a trovarmi nel primo pomeriggio mentre si recava in aeroporto... aveva avuto una discussione con Robert, così, per farsi perdonare, aveva pensato di fargli una sorpresa raggiungendolo a Los Angeles per festeggiare assieme il suo compleanno.
Era piovuto tutta la mattina e l'aria era densa di umidità, nel primo pomeriggio un pallido sole si fece largo tra la coltre di nubi ed io spalancai la finestra per assaporarne il tepore sulla pelle mentre davo gli ultimi ritocchi al mio capolavoro, chissà che avrebbe pensato Francies vedendo quello che avevo combinato!
Una ciocca di capelli, sfuggita alla coda di cavallo mi scese sul viso, cercai di spostarla, ma il pennello mi sfuggì di mano cadendo ai miei piedi... questa non ci voleva, con il pancione era un'impresa titanica chinarmi a raccoglierlo... “uffa!!” mi sfuggì dalle labbra mentre cercavo di costringere le mie ginocchia a piegarsi, mi sentivo come un enorme pachiderma costretto ad un numero di contorsionismo in un circo.
Allungai la mano in cerca del pennello e mi ritrovai a sfiorare un altra mano, sollevai lo sguardo e mi rispecchiai in due iridi verdi che mai avrei pensato di rivedere in vita mia... restai senza parole, mi scordai persino di respirare mentre il barattolo del colore che stringevo ancora nell'altra mano mi scivolò tra le dita spargendo il suo contenuto rosso fuoco sul pavimento immacolato.
Non potevo credere che fosse proprio lui, mi stavo sbagliando, forse stavo solo sognando, la mente riusciva a creare strani disegni a volte, doveva essere proprio così, mi ero talmente immedesimata in quello che stavo facendo che lui si era materializzato di fronte ai miei occhi.... tra pochi istanti mi sarei svegliata ed avrei scoperto che era stato solo un sogno, uno splendido sogno, “non voglio svegliarmi... non voglio svegliarmi.... non voglio svegliarmi” continuava a ripetermi una vocina dentro la testa.
“Anuar?” pronunciai il suo nome senza nemmeno accorgermene.
“sì Aurora”
Allora era tutto vero... era veramente inginocchiato di fronte a me, non era il frutto della mia fantasia.
La sua bocca sempre più vicina, sentivo il suo respiro sul viso, la barba solleticarmi la pelle delle guance, e, quando finalmente le mie labbra si posarono sulle sue tutte le mie paure si dissiparono, come il sole in primavera strappa la terra al gelo, così il suo bacio aveva risvegliato il mio cuore sollevando il peso che opprimeva la mia anima.