Si sedette accanto a me e tentò di prendere le mie mani tra le sue, ma non ero disposto a concederle anche questo, l’avrei ascoltata perché non potevo fare altrimenti, ma niente di più.
“ti prego Anuar… so che ti ho fatto soffrire, non era mia intenzione, darei la mia vita per te, ma ci sono cose che ancora non sai…”
“e allora parlate, ma questa volta voglio sapere tutto”
“va bene… anche se so che così facendo ti perderò per sempre ti racconterò tutta la mia storia… ti prego solo di non interrompermi finché non avrò finito, altrimenti non riuscirei a farcela…”
“ok… lo prometto!”
………………
“Ultima figlia del gran visir Tamose, fui promessa a tuo padre quando nacqui proprio come successe tra te e Jasmine, forse è un’usanza barbara, ma qui le cose da sempre funzionano così.
Tuo padre era molto più grande di me quindi non ebbi alcun rapporto diretto con lui sino al giorno del matrimonio, fui istruita a diventare regina, ad assecondare tutti i suoi desideri, e quando finalmente lo incontrai, anche se potrà sembrarti strano, mi innamorai follemente di lui. Io ero poco più di una ragazzina quando lo sposai, mentre lui era un uomo nel fiore degli anni e a me sembrò di trovarmi al cospetto di un Dio.
Tuo padre era molto più grande di me quindi non ebbi alcun rapporto diretto con lui sino al giorno del matrimonio, fui istruita a diventare regina, ad assecondare tutti i suoi desideri, e quando finalmente lo incontrai, anche se potrà sembrarti strano, mi innamorai follemente di lui. Io ero poco più di una ragazzina quando lo sposai, mentre lui era un uomo nel fiore degli anni e a me sembrò di trovarmi al cospetto di un Dio.
Per alcuni anni tutto andò per il meglio, andavamo d’amore e d’accordo, entrambi felici del rapporto speciale che era nato tra noi sin dal primo giorno, ma un’ombra piano piano si intromise nella nostra felicità, nonostante i nostri ripetuti tentativi, non riuscimmo ad avere figli, o meglio, rimasi incinta numerose volte, ma non riuscii mai a portare a termine nessuna delle gravidanze, e quando mio padre morì... fu eletto al suo posto Talos, quest’ultimo, un uomo falso ed arrivista, insinuò in tuo padre il dubbio che io non fossi idonea ad essere la grande regina, in quanto non ero in grado di dargli l’erede che desiderava. Contemporaneamente gli spingeva tra le braccia sua figlia, una ragazza giovane e bella il cui unico scopo nella vita, proprio come il padre, era il potere... piano piano Talos riuscì nel suo scopo, il Faraone soggiogato dalla bellezza della fanciulla, prese nell'harem la giovane Fatima ed i rapporti tra noi si deteriorarono un giorno dopo l’altro.
Quando tuo padre mi lasciava per andare a passare la notte con le sue concubine era come se mi trafiggesse il petto con una lancia acuminata, passai molte notti a piangere mentre vedevo tutto il mio futuro disperdersi come un pugno di sabbia nel vento, e quando alla fine come temevo, Fatima diede alla luce un figlio, e per giunta un maschio, la luce che vedevo accendersi nei suoi occhi quando mi guardava, prese una direzione diversa.
Avevo 30 anni e la mia vita era stata distrutta dal vagito di quel piccolo essere. Passai i mesi a piangere su me stessa, poi, un giorno decisi di contattare uno specialista e di sottopormi a delle cure che mi dessero la possibilità di dare a tuo padre ciò che desiderava, sperimentai ogni genere di cura e quando pensai di essere a posto, misi in atto il mio piano.
Sapevo che tuo padre nonostante tutto era ancora succube del mio fascino, quindi una sera, mi preparai al meglio e lo circuii, dopo tanto tempo, passammo finalmente la notte insieme e dopo qualche tempo scoprii che la nostra unione aveva dato i suoi frutti, nel mio grembo stava crescendo un piccolo essere e ingenuamente pensai che così come un bambino mi aveva privato della mia felicità, questo nuovo bambino avrebbe potuto farmi tornare indietro nel tempo e ridarmi ciò che con la menzogna mi era stato tolto.
Non dissi a nessuno del mio piccolo segreto finché non fui certa che questa volta la mia gravidanza fosse andata avanti… non avrei sopportato di leggere un'altra delusione negli occhi di tuo padre.
Quando arrivai al quarto mese, ormai il mio stato era sotto gli occhi di tutti, quindi presi da parte tuo padre e gli dissi che ero in dolce attesa, finalmente ritrovai la luce nei suoi occhi ed era tutta per me, il mio bambino aveva compiuto il miracolo ed il mio cuore al colmo della felicità sembrò librarsi dentro il petto come uno stormo di uccellini in volo.
Tuo padre era così felice che iniziò a ricoprirmi di doni come non faceva ormai da tempo, mi fece seguire da un medico straniero, uno dei migliori ginecologi dell’epoca, che saputo dell’esito delle mie gravidanze precedenti, decise per non farmi correre rischi, e meglio seguire il mio stato di farmi trasferire a Londra dove si trovava il suo studio… fu così che per la prima volta nella mia vita lasciai il mio paese.
I mesi passavano e tutto sembrava procedere per il meglio, anche se lontana da tutto quello che mi era famigliare mi sentivo molto triste, l’unico mio conforto erano le lettere piene di dolcezza che tuo padre mi faceva pervenire ogni settimana ed i regali che mi inviava per aiutarmi a rendere più dolce il mio esilio.”
“non vedo come tutto questo possa riguardare Aurora..” dissi ad un certo punto interrompendo il fiume dei suoi ricordi.
“avevi promesso che non avresti interrotto il mio racconto sino alla fine…”
“… ok… continuate… vi prego” le risposi forse un po’ troppo sarcasticamente, ma non avevo nessuna intenzione di renderle le cose facili, non dopo quello che mi aveva confessato, ma non se la prese, ed il fiume dei ricordi la trascinò nuovamente lontano da me, solo il suo corpo, come una statua di cera continuava a stare seduto su quel letto assieme a me.
“una mattina mi svegliai con dei fortissimi dolori al ventre, e sebbene non fosse ancora il giorno che il dottore aveva stabilito per il parto, le doglie iniziarono a lacerare il mio corpo ed entrai in travaglio.
Purtroppo il parto non proseguiva come il dottore avrebbe voluto, quindi dopo una giornata intera di dolori laceranti … pregai il dottore di fare qualsiasi cosa per salvare il mio bambino, fui portata in sala operatoria per il parto cesareo, quando qualche ora dopo riaprii gli occhi, distesa sul mio lettino di quell'anonima stanza d'ospedale, tuo padre era lì, seduto accanto a me con un sorriso radioso sulle labbra, tra le braccia stringeva un fagottino azzurro, e non appena si accorse che ero sveglia mi posò tra le braccia uno splendido bambino che mi fissava con i suoi grandi occhi verdi come due laghetti di montagna ed il mio cuore si riempì di una gioia immensa come mai avrei pensato di provare… quel bambino eri tu amore mio.
Purtroppo solo molti anni dopo seppi la verità su quello che successe veramente la notte in cui nascesti tu… non so come dirtelo… spero solo che un giorno potrai perdonarmi per quello che sto per rivelarti, ma se ti ho tenuto all’oscuro di questa cosa è solo perché ti amavo troppo ed avevo paura di perderti… spero solo che capirai le mie ragioni…”
“vi prego…”
“un giorno, quando tu eri già un ragazzo, mi giunse una busta da uno studio di avvocati di Londra… il dottore che allora mi aveva assistito era morto di una gravissima malattia, ma prima di morire mi aveva scritto una lunga lettera in cui mi spiegava quello che successe”
Copiose lacrime silenziose scesero a rigarle le guance mentre il peso dei ricordi stava sgretolando il suo esile corpo proprio di fronte ai miei occhi, commosso la strinsi contro il petto ed aspettai che si rimettesse in ordine accarezzandole la testa come avevo fatto tante volte con Aurora.
“scu.. scusami… ora capirai perché ho cercato di allontanarti da quella ragazza... quella notte di quasi 25 anni fa, il bambino che portavo in grembo nacque con una grave malformazione cardiaca che lo avrebbe portato alla morte nel giro di pochissimo tempo, allora non c’erano possibilità…”
Non riuscivo a comprendere cosa stava cercando di dirmi.. io ero lì vivo e vegeto proprio accanto a lei, e non ricordavo nessuna malattia che avesse mai condizionato la mia vita, decisi di non interrompere il suo racconto e di lasciarle finire quello che aveva da dire.
“il dottore ben sapendo quanto fosse importante per me quel bambino fece una cosa tremenda… prese il mio bambino, che morì di lì a poche ore, e lo sostituì con il figlio di una giovane coppia inglese che aveva già due figlie più grandi e che quella stessa notte, a pochi minuti da me aveva dato alla luce una coppia di gemelli…”
Il peso di quelle parole mi colpì con la forza di un uragano, tutta la mia vita era stata una gigantesca menzogna, mi mancava il respiro, il mio cuore mi diceva di stringere quella fragile donna che tanto aveva sofferto contro il mio petto mentre nella mia testa un urlo di dolore mi impediva di pensare a qualsiasi altra cosa.
“pe… perché non me ne hai mai parlato?”
“perché avevo paura di perderti, ormai il danno era stato fatto, che senso aveva parlarti di tutto questo e provocare tutto questo dolore? Ma poi è apparsa quella ragazza… quella mattina all’alba, ti ho visto nel deserto con lei, ho chiesto notizie su di lei ed ho scoperto che era una ragazza inglese che avevi salvato nel deserto… ho pensato che il passato fosse venuto a reclamare il debito che avevo con lui… per quanto ne sapevo poteva benissimo essere una delle tue sorelle, come potevo lasciare che tu ti invaghissi di lei sapendo che poteva essere parte della tua stessa famiglia? Ti prego Anuar, so che quello che ti ho detto ti ha devastato, lo posso leggere nei tuoi occhi, ma ricordati che io ti adoro… per me sei sempre stato tu mio figlio e sempre lo sarai”
“Aurora è figlia unica… “ le dissi freddo come il ghiaccio.
“ora lo so, ma…”
“non voglio più sentire scuse, voglio solo sapere dove si trova adesso Aurora…”
“ma io non so nulla di Aurora… non l’ho mai più rivista dopo quella notte in cui andai a prelevarla dalla tua tenda… non so di cosa stai parlando… io non sapevo neanche che fosse tornata qui!”
“NON VI CREDO… ORMAI NON CREDO PIU’ A NESSUNA DELLE VOSTRE PAROLE”
“che ragione avrei di mentirti? Ho perso già tutto… prima l’amore di tuo padre, poi il mio ruolo di regina, ed ora anche il tuo amore, non ho più niente per cui valga la pena vivere…”