Aurora
Correvo a perdifiato per le vie di una città sconosciuta, ogni tanto mi guardavo attorno fissando le persone che mi passavano accanto in cerca di due occhi verdi, due laghetti di montagna in cui tuffarsi per non riemergerne più, ma ogni qualvolta pensavo di averli trovati, mi accorgevo che non era così e disperata riprendevo la mia corsa verso l'ignoto. Mi sentivo stanca come se avessi passato l'intera mia esistenza a correre dietro ad una chimera, forse era arrivato il momento di sedersi e riposare... Piano piano riuscii a riemergere dalle nebbie del sogno... ero sdraiata sul divano di casa mia, la solita coperta avvolta attorno al corpo come le bende di una mummia e il ventre scosso dai calci del bambino che mi stava percuotendo come se fossi stata un tamburo.
Accarezzai il ventre sperando di riuscire ad infondergli un po' di calma, mi girai verso lo schermo della TV che, ancora acceso, infondeva un po' di luce nella stanza buia.
Alla fiocca luce della TV scorsi un'ombra... qualcuno era seduto sulla poltrona proprio di fianco a me e sembrava stesse dormendo, una morsa di paura mi attanagliò le viscere... chi poteva mai essere e come aveva fatto ad entrare in casa?
Cercai di riscuotermi... dovevo assolutamente fuggire prima che la persona in questione si destasse, in silenzio cercai di alzarmi dal divano, ma nella fretta dimenticai la coperta che mi aveva avviluppato le gambe e, ostacolata dalle mie condizioni, ruzzolai sul pavimento con un grido.
La persona che era sulla poltrona, svegliata dal mio grido si precipitò verso di me.
“Aurora... che succede... stai bene?”
“che cosa vuoi... non mi toccare... stai lontano da me!!”
“Aurora, sono io... Francies...”
“F-Francies?” presa dalla paura non avevo riconosciuto l'unica persona che mi era rimasta vicina per tutto l'arco della mia vita, come potevo essere caduta così in basso?
“Sì sono proprio io... ed ora smettila di scalciare come un cavallo imbizzarrito e lasciati aiutare... ti sei fatta male? Chiamo un ambulanza?”
“No... sto bene... davvero! Mi sono solo spaventata vedendoti... al buio non ti avevo riconosciuta... non pensavo che tu fossi qui”
“ e certo che non lo pensavi... hai pensato bene di tornare a Londra e di non dirmi niente... ho provato a telefonarti, ma il cellulare era sempre staccato... questa casa è ridotta un porcile, ed anche tu non scherzi, pensavo che ti fosse successo qualcosa quando ti ho vista sdraiata sul divano in queste condizioni... hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere? ”
“scusami Francies, non volevo...”
“non volevi cosa? Spero che tu avessi delle buone ragioni per non dirmi niente!” stava urlando contro di me e non era da lei alzare la voce, avevo proprio combinato un bel guaio. "Allora? Ti decidi a rispondermi?”
“mi dispiace Francies, non volevo essere di peso...”
“Aurora, se la pensi così sei proprio una sciocca... mi hai profondamente delusa... ciao, me ne vado!”
“no... t-ti prego.... non lasciarmi da sola!”
Col mio stupido comportamento avevo rischiato di perdere l'unica persona che mi era sempre stata accanto. Non riuscii ad aggiungere altro, tutta la tensione che avevo trattenuto nell'arco di quegli ultimi giorni mi travolse come un fiume in piena, e mi ritrovai ancora una volta a singhiozzare sulla spalla di Francies proprio come qualche mese prima, mi sembrava di vivere in un eterno deja-vu.
“shhh... smettila... mi dispiace di averti trattata così, ma tu non hai idea dello spavento che mi sono presa entrando in questa casa...Ho addirittura pensato che tu fossi morta... perché non mi hai avvisata del tuo ritorno? Sembravi così felice l'ultima volta che ci siamo sentite ed ora ti ritrovo così... non ci capisco più nulla, devi raccontarmi che ti è successo”
“S-sì” riuscii a rispondere tra un singhiozzo e l'altro.
“senti facciamo così... ora tu vai a farti un bel bagno caldo e ti rilassi mentre io do una ripulita a questo disastro e dopo, quando finalmente ti sarai calmata del tutto, mi racconterai quello che è successo... ok? E adesso alziamoci da questo pavimento... ho le chiappe gelate!”
A quelle parole mi scappò un sorriso.
“tesoro... sai che sembri proprio una pazza quando ti metti a ridere mentre piangi? E poi dove sono finiti i tuoi splendidi capelli... sembra che ti abbia pettinato un gatto!”
“forse mi sono un po' lasciata andare in questi ultimi tempi..”
“io toglierei quel forse... e adesso corri a farti un bagno”
con l'agilità di una balena arenata sulla spiaggia mi alzai e mi avviai verso il bagno.
Riempii la vasca sin quasi all'orlo e mi immersi nell'acqua calda e profumata chiudendo gli occhi e cercai di rilassarmi. Dalla cucina proveniva lo scrosciare dell'acqua del lavello e il tintinnare di piatti e posate che venivano accuratamente lavati... la voce calda di Francies accompagnava il tutto canticchiando una delle sue canzoni preferite... mi ricordò la fatina di cenerentola, mi sembrava di vederla in cucina agitare una bacchetta magica sopra il lavello canticchiando.
Lentamente la tensione che da giorni attanagliava il mio corpo lasciò il posto ad una nuova consapevolezza... ero a casa! ed un senso di pace pervase le mie stanche membra.
Il temporale sembrava essere passato, riuscivo a scorgere un angolino azzurro farsi largo tra le nubi che da giorni offuscavano il mio cuore, forse non sarebbe mai più stato completamente azzurro, ma neanche completamente buio.
3 commenti:
Le amiche sono sempre le amiche...insostituibili!!! Brava Baby! Continua mi raccomando!
ci provo Trilly, ma in stagione il mio tempo è abbastanza limitato, non ho la concentrazione necessaria... comunque, tra un cliente e l'altro, ci provo... qualche volta ne esce qualcosa di buono ed altre meno, abbiate pazienza!!!
Giusto Trilly, le amiche sono sempre le migliori ancore di salvataggio ... non posso credere che non avevo lasciato il mio commento. Bello ma continua al più presto ti pregooooo!!!
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