giovedì 22 settembre 2011

Capitolo 70



Anuar

Artax sembrò capire la mia impazienza e non si tirò indietro quando affondai i talloni nei suoi fianchi caldi, lanciato verso la libertà, con il vento che mi sferzava il viso, mi sentii un tutt'uno con l'animale sotto di me come mai prima di allora.
Lasciai indietro i miei compagni di viaggio certo che avrebbero capito le mie esigenze, e mi precipitai giù per il versante della montagna come se avessi avuto alle calcagna tutti i diavoli dell'inferno... per mia fortuna quel tratto del sentiero si era mantenuto in miglior condizione rispetto al resto del tragitto che avevamo compiuto sino a quel momento, altrimenti Karim e Jasmine mi avrebbero ritrovato alle prime luci del mattino disteso sul fondo di uno dei tanti dirupi che costellavano il fianco scosceso della montagna tebana, ma quella notte un angelo silenzioso vegliava su di me, perché per quanto osassi sfidare il destino arrivai a valle sano e salvo.
Ben presto, il sentiero sotto di noi cambiò, e lo stretto viottolo, scavato nella roccia friabile della montagna, lasciò il posto ad un ampio viale... fu così che, quasi senza che me ne accorgessi, mi ritrovai a sfrecciare di fronte alle rovine dei templi sulla strada che da Luxor portava alla valle dei Re, a stento riuscii a distinguerne le colonne nascoste dal cupo mantello della notte, giacevano immerse nel silenzio, mute testimoni di un tempo che ormai non esisteva più.
Ormai ero vicino, potevo sentire, nascosto dal rumore degli zoccoli il lento sciabordare delle acque del Nilo... Poco prima di raggiungere il ponte che attraversava il grande fiume svoltai in un sentiero laterale nascosto dalla vegetazione, poco lontano, nascosta in un fitto canneto, si trovava l' imbarcazione con cui avrei raggiunto la piccola isola.
Infatti dopo poche centinaia di metri il rumore degli zoccoli fu attutito dal suolo fangoso e proprio davanti a me scorsi lo scintillio delle acque.
Saltai giù dalla groppa di Artax e fissai le briglie ad un palo della staccionata che delimitava il sentiero.
Ciao Artax... la nostra corsa finisce qui... sei stato un grande amico, ma purtroppo non posso portarti via con me... parlerò con Karim e gli dirò di cercarti un padrone fidato... non penso che ci rivedremo ancora noi due...”
Un groppo mi stringeva la gola, non riuscii a pronunciare altro, appoggiai la fronte sul muso sudato di quello splendido animale e gli strinsi le braccia intorno al collo, non avrei mai pensato che sarebbe stato così duro separarmi da lui... lo guardai ancora una volta nel profondo dei suoi occhi neri... ero sicuro... aveva capito tutto.

Con un balzo saltai sulla prua della piccola imbarcazione e mi allontanai da lui... potevo sentire il suo sguardo dritto su di me ed una lacrima mi scese lungo la guancia “addio mio buon amico” dissi mentre la barca mi trascinava lontano da lui e come risposta mi arrivò un lungo nitrito.
Il lato ovest del Nilo era completamente deserto, nessuna luce rischiarava il mio cammino su quelle acque nere e piene di insidie, da tempo i coccodrilli erano scomparsi in quella parte del fiume, ma le rocce che affioravano silenziose erano altrettanto insidiose per i naviganti che poco conoscevano quelle acque buie... persino le grandi navi da crociera che durante il giorno trasportavano centinaia di turisti da nord a sud lungo il corso del Nilo, la notte restavano ancorate in fila sulla banchina della città, non di rado sui giornali si leggeva di qualche naufragio.. mi avviai verso il triangolo di terra scuro che si trovava proprio in mezzo a quelle acque buie, guidato solo dal mio istinto e affidai ancora una volta la mia vita al destino.
Quando fui a debita distanza dalla riva sciolsi i lacci che tenevano legata la vecchia vela... con uno schiocco sordo si tese e si gonfiò nella leggera brezza che solcava il fiume trasportandomi dolcemente verso la mia meta.
L'isola era completamente immersa nel silenzio, nessuna luce rischiarava la grande villa, per tutta la durata della fuga notturna avevo millantato nel mio cuore la speranza che Aurora potesse essere lì ad aspettare il mio ritorno, invece la grande casa troneggiava sul piccolo lembo di terra ricoperto di vegetazione buia e silenziosa come un castello abbandonato da tempo memorabile.
Cercai le chiavi che avevo tenuto appese al collo per tutto il tempo, ed aprii il cancello di legno che immetteva nello splendido parco, entrando mi voltai verso la piscina in cui avevo sguazzato beatamente assieme ad Aurora... quello che fino a poche settimane prima era il nostro piccolo angolo di paradiso, ora assomigliava più ad una palude, senza l'adeguata manutenzione, sulla superficie della piscina si era depositato uno spesso strato di foglie che a stento lasciava intravedere l'acqua.
Tirai un sospiro ed andai avanti senza più voltarmi indietro, la soluzione del mistero sulla scomparsa di Aurora, ormai ero certo, doveva trovarsi nello scompiglio della nostra camera da letto. Quindi mi diressi deciso al piano superiore... la polvere si era posata sui gradini ricoprendo col suo velo impalpabile il legno scuro delle scale... le ragnatele pendevano indisturbate dal soffitto come una trine d'argento... e così i vecchi proprietari avevano ripreso possesso della loro casa.
Posai la mano sulla porta della camera da letto con la paura che una solerte cameriera avesse messo mano in quel caos rimettendo ogni cosa al suo posto privandomi così della mia ultima speranza, sapevo che non era possibile, ma la paura che ancora una volta le cose non andassero per il verso giusto tornò ad attanagliarmi le viscere... mi feci coraggio e spalancai la porta che mi divideva dalla conoscenza.
La stanza, immersa nel buio della notte era come la ricordavo.. scarpe, vestiti... biancheria... cassetti... ogni cosa giaceva abbandonata sul pavimento e sopra il letto ancora disfatto proprio come l'avevo lasciata... come se la furia di un uragano si fosse abbattuta all'interno di quelle quattro mura devastando ogni cosa al suo passaggio... accesi la luce ed iniziai a rovistare tra le macerie di quella che una volta era una camera da letto.
Raccolsi i cassetti dal pavimento, li ricollocai sulle loro guide, ed un pezzo alla volta rimisi ogni cosa al proprio posto cercando di non tralasciare nulla che potesse essere importante per il ritrovamento di Aurora, ma non trovai niente che potesse aiutarmi a far luce su quanto era successo quella fatidica notte di due settimane prima.

Esausto mi gettai tra le lenzuola del letto disfatto il cuscino ancora emanava un debole sentore di vaniglia... chiusi gli occhi e ripensai ai momenti passati insieme in quella stanza, il dolce tepore del suo corpo stretto contro il mio, le prime luci dell'alba che contornavano la sua figura rendendola così simile ad una creatura ultraterrena... suggestionato da quelle visioni che si susseguivano così reali nella mia mente allungai una mano per toccare la sua pelle vellutata, che, nei miei ricordi, rappresentava l'entrata per il paradiso... ma non trovai il suo corpo caldo ad accogliermi... le mie dita sfiorarono qualcosa di freddo, aprii gli occhi e scorsi un piccolo bagliore tra le lenzuola, abbandonato tra le coperte, giaceva l'anello che avevo donato ad Aurora il giorno in cui le avevo chiesto di sposarmi.
Un pensiero mi colse all'improvviso folgorandomi... “possibile che...” andai nella cabina armadio alla ricerca della borsa dove Aurora custodiva gelosamente i suoi documenti, cercai tra gli scaffali, rovistando nelle pile di vestiti ancora in ordine ma non riuscii a trovarla, allora passai al setaccio gli indumenti che erano sparsi sul pavimento, ma non vi era traccia della borsa, né dei documenti che essa custodiva... trovai invece, aperta sotto una pila di indumenti, l'agendina con i numeri di telefono che portava sempre con sé... ora ne ero quasi sicuro... Aurora era scappata da me... da sola nel cuore della notte era corsa fuori da quella casa e dalla mia vita senza neanche dirmi addio. Che cosa poteva mai averla spinta a comportarsi così?
Sentii delle voci provenire dal basso, finalmente, anche Karim e Jasmine mi avevano raggiunto, forse loro, con la mente molto più lucida della mia, avrebbero potuto darmi quelle risposte alle domande che inutilmente facevo a me stesso.
Anuar? Sei di sopra?”
Sì Karim... sono qui”
hai trovato qualcosa che possa aiutarci in quel caos?”
credo di sì... ho trovato l'anello di fidanzamento che le avevo regalato, era abbandonato tra le lenzuola... e poi non ci sono più i suoi documenti, penso che se ne sia andata... ma perché?”
non so che dirti amico mio...”
karim... Anuar... potete raggiungermi? Credo di aver trovato qualcosa...” la voce squillante di Jasmine ci raggiunse dai piedi delle scale e ci precipitammo di sotto.
che hai trovato Jasmine?”
questo..” tra le mani stringeva il bicchiere che Aurora era solita tenere sul comodino.
do... dove l'hai trovato?”
proprio qui... vicino alla porta del terrazzo, era lì appoggiato contro il muro, come se fosse rotolato sin qui da chissà dove...”
Anuar... penso di aver capito che cosa sia successo quella notte... secondo me Aurora, aveva sete, si è alzata per andare a prendere l'acqua, probabilmente ha sentito le nostre voci provenire dal terrazzo, si è avvicinata per venire da noi e ci ha sentiti parlare del tuo imminente matrimonio con Jasmine ed è scappata via...”
La verità di quelle parole mi colpì come uno schiaffo in pieno viso, come avevo fatto a non pensarci prima, non avevo mai parlato ad Aurora del mio presunto matrimonio con Jasmine, per non farla agitare non le avevo mai detto nulla, probabilmente quella notte ci aveva uditi parlare sulla grande terrazza e sentendosi tradita, aveva gettato l'anello ed era fuggita... se solo non fossero arrivate le guardie di mio padre sarei arrivato molto prima a quella soluzione ed avrei potuto evitare tutta quella sofferenza.
perché non è venuta a chiedermi spiegazioni, perché è scappata via come un ladro nella notte...”
Anuar... aspetta un bambino, sai che sono i suoi ormoni a dettar legge... non disperarti, sono sicura che sta bene e che riuscirai a trovarla, ed allora potrai chiarire tutto quanto... mi dispiace di essere stata la causa della vostra sofferenza...”
No Jasmine... tu non hai colpa, sono stato io a combinare questo pasticcio, avrei dovuto dirle che ero promesso ad un altra donna ed ora pago le conseguenze dei miei errori... spero solo che stia bene”
stai tranquillo Anuar, sono sicura che sta bene... me lo sento, ed ora corri... corri da lei e non permettere a niente e nessuno di dividervi”
grazie Jasmine... te lo prometto!”
che ci fai ancora qui? Devi prendere un aereo, almeno credo di aver capito”
sì Karim, hai capito bene... ma voi non venite con me? Se resterete da queste parti mio padre vi troverà e non oso pensare che cosa possa fare di voi, dopo che avrà scoperto che mi avete aiutato nella fuga”
non preoccuparti per noi Anuar, so badare a me stesso, e poi non sarebbe prudente prendere l'aereo tutti assieme... ho un paio di cose ancora da sistemare qui, ti raggiungeremo appena le acque si saranno calmate, e poi penso che ci trasferiremo in Sinai, ho un cugino che abita lì, mi sono messo in contatto con lui ed è disposto ad aiutarci, non poteri mai lasciare questa terra... fa parte di me, non sarei lo stesso lontano da qui”
ancora una cosa... Artax... e questa casa...”
non preoccuparti, penserò a tutto io”
mi mancherai...”
anche tu mi mancherai Anuar, ma saprai sempre dove trovarmi se avrai bisogno di me... ed ora vai... corri da lei”
Abbracciai stretto Karim, diedi un bacio a Jasmine e mi avviai verso la porta.
 






venerdì 16 settembre 2011

Capitolo 69

 
Anuar

Proseguimmo affiancati senza pronunciare una parola, gli occhi e le orecchie erano ben all'erta ad ogni minimo rumore di zoccoli... la paura che qualcuno potesse aver scoperto il nostro piano e ci stesse seguendo, ci rendeva simili a statue di cera, mentre il profilo della città, illuminata dai primi raggi del sole si allontanava in fretta dietro le nostre spalle.
Quando ritenemmo di esserci allontanati abbastanza da essere ormai al sicuro, rallentammo la corsa dei cavalli, non dovevamo abusare di loro se volevamo giungere a Luxor prima della nuova alba.
Il deserto muto ed infuocato si estendeva di fronte ai nostri occhi, guardavo quel paesaggio così famigliare e pensavo a tutti i momenti belli e brutti che avevo condiviso in tutti quegli anni con quelle sabbie così simili al talco... probabilmente questa sarà l'ultima volta che potrò correre a cavallo fra le dune, mi mancherà questo posto, solo chi ha vissuto tra questa sabbia infuocata può capire l'amore che provo per questa terra, ma il mio destino è altrove, molto lontano da tutto questo.
Anuar... sei con noi, Anuar?”
preso da quelle sensazioni non avevo sentito che Karim e Jasmine mi stavano parlando.
scusate ragazzi stavo riflettendo... che avete detto?”
Stavamo pensando che forse è arrivato il momento di fermarci, facciamo riposare i cavalli un po, mangiamo qualcosa e nascondiamo il recipiente con i vestiti, o hai intenzione di portarli con te sino a Luxor?”
veramente io pensavo che avremmo proseguito ancora un po' prima di fermarci, non ho molta fame, ma se voi avete deciso così...”
senti Anuar, so che sei in pena per Aurora, Karim mi ha raccontato tutto, ma devi far riprendere un po' di fiato a queste povere bestie o le perderemo prima di giungere a Luxor, e poi fa troppo caldo ora, non aiuterà nessuno se ci prenderà un'insolazione...”
hai ragione Jasmine, è che non vedo l'ora di riuscire a districare questo mistero sulla scomparsa di Aurora.. scusami, sono proprio un ingrato, in fondo anche voi state rischiando tutto per aiutarmi”
non devi scusarti Anuar, ricordi? Noi siamo come i tre moschettieri, uno per tutti e tutti per uno...”
ancora ricordi il nostro vecchio patto?”
certo... non dirmi che tu l'hai dimenticato, che non avresti fatto la stessa cosa per me se Karim improvvisamente sparisse senza lasciare traccia”
certo che no...”
e allora siamo pari...”
ma così facendo non potrete più tornare indietro, sarete costretti rimanere per sempre lontani da casa”
shhh Anuar... a noi importa solo di poter stare assieme, e tu ben sai che non sarebbe mai stato possibile sotto il regno di tuo padre, quindi in questo momento non stiamo lottando solo per te, ma anche per noi due.. vero Karim?”
karim non disse niente, accennò un si col capo e poi strinse Jasmine a se con una dolcezza che raramente avevo visto in lui.
Che gran donna era Jasmine, dolce e forte allo stesso tempo, mio padre aveva visto giusto quando aveva scelto lei per diventare la sposa del suo successore al trono, sarebbe stata una grande regina se solo le cose fossero andate diversamente. Per me era una sorella e vederla felice tra le braccia di Karim mi riempiva il cuore di felicità, meritavano di essere finalmente felici assieme.
Scavammo una buca tra la sabbia e seppellimmo il recipiente d'argilla col suo contenuto di stracci, lo ricoprimmo alla belle e meglio, il resto del lavoro lo avrebbe fatto il vento che verso sera iniziava a soffiare cambiando il profilo delle dune, nessuno avrebbe mai scoperto il nascondiglio del vecchio otre. Ci sedemmo a Mangiare al riparo di un vecchio masso eroso dal vento mentre i cavalli pascolavano liberi sul terreno arido, brucando qua e là qualche ciuffo d'erba che nonostante tutto con grande forza di volontà era riuscita a crescere in mezzo a tanta desolazione. 
Quando finalmente il sole iniziò ad abbassarsi un po' sull'orizzonte rimontammo in sella e proseguimmo la nostra corsa verso la verità. In lontananza si iniziarono a scorgere le strisce verdi delle coltivazioni di datteri della piccola oasi di Baharia, e proprio dietro di esse potevo intravvedere, traballante nel grande caldo sprigionato dalla terra, il profilo color ocra delle montagne dietro le quali si celava la splendida tebe dalle 100 porte, come era chiamata Luxor nell'antichità.
Tagliammo fuori la piccola cittadina dal nostro percorso, e non appena fummo certi di averla sorpassata indenni deviammo verso sud ed iniziammo ad inerpicarci lungo un vecchio sentiero che serpeggiava il fianco della montagna, ogni tanto trovavamo tratti di sentiero franati, quindi, dovevamo scendere e continuare a piedi tenendo i cavalli per le briglie per evitare che scivolassero e si azzoppassero.
Il manto Artax era ricoperto di centinaia di bollicine di sudore che brillavano come piccole stelle sul manto nero dell'animale negli ultimi raggi del sole morente, ancora pochi minuti e il buio sarebbe calato su di noi e con esso sarebbero sorte nuove difficoltà... negli occhi di Jasmine iniziavo a leggervi il terrore, non era abituata come noi al buio del deserto.
Karim, non sarebbe meglio ritornare indietro? Tra poco sarà buio, come faremo a proseguire sul sentiero se non vedremo dove mettiamo i piedi?”
no Anuar, continuiamo per questa strada, vedrai che ce la faremo, le stelle illumineranno il nostro cammino, e poi è troppo tardi per tornare indietro, abbiamo già percorso più di metà della strada e tra poco sarà buio, dietro quell'altura dovrebbero iniziare a vedersi le prime luci di Luxor”
tu che ne dici Jasmine? Te la senti di proseguire o preferisci fermarti e tornare indietro?”
continuiamo... mi fido di voi” disse con una voce più simile ad un sussurro... ammirai il suo coraggio, sapeva quanto fosse importante per me raggiungere Luxor il più presto possibile.

Quando anche l'ultimo raggio di luce si fu spento dietro l'orizzonte, tirammo fuori i mantelli dalla bisaccia e ci sedemmo su un masso al lato del sentiero in attesa che la luna iniziasse il suo cammino nel cielo illuminando il nostro.
Piano piano ci abituammo a quella debole luce che ammantava il paesaggio coi suoi raggi d'argento. Nuvole di vapore si innalzavano dalle nostre labbra ad ogni respiro, camminammo a lungo, stretti nei lunghi mantelli di lana, sferzati dal vento che nelle gole della montagna lanciava il suo sinistro ululato facendoci rabbrividire ad ogni passo... iniziavo già a disperare quando le luci della città, come un miraggio, si manifestarono all'improvviso sotto di noi, vagai con lo sguardo lungo il fiume e scorsi tra le acque il profilo scuro di banana island, nessuna luce veniva dalla piccola isola che giaceva addormentata proprio in mezzo al fiume... finalmente tra poco sarei stato a casa e avrei potuto far luce sul mistero della scomparsa d'Aurora, euforico, saltai sulla groppa di Artax e mi lanciai giù per il sentiero, incurante di tutto, la meta era vicina ed io non vedevo l'ora di arrivare alla grande villa.
fermati Anuar... così rischierai di farti del male...” gridò Jasmine dietro le mie spalle.
E' inutile Jasmine... non ti sente... lascialo andare, non gli succederà nulla, lo raggiungeremo tra poco, ha bisogno di stare da solo in questo momento”.

sabato 10 settembre 2011

Capitolo 68


Anuar

lungo il tragitto verso la cucina per mia fortuna non incontrai nessuno, il palazzo che durante il giorno era teatro di una svariata cacofonia di voci e rumori, in quel momento giaceva muto e silenzioso, girovagai lungo i corridoi illuminati dalla debole luce delle fiaccole che a malapena riuscivano ad illuminare il cammino e che tracciavano suoi muri oscure figure minacciose, mi sembrò di camminare dentro il ventre oscuro di un enorme drago addormentato... guardingo e attento ad ogni minimo rumore che potesse mettermi in allarme, sebbene la temperatura della notte fosse molto fredda, sotto l'abito rivoli sudore mi correvano lungo la schiena, se mi avessero scoperto tutto sarebbe finito e mia madre non sarebbe sfuggita alla collera di mio padre.
Finalmente il mio girovagare mi porto proprio davanti alla grande porta che immetteva nelle cucine, la prima parte del piano era andata bene, ora non restava che aspettare l'arrivo delle donne per passare alla seconda parte... la più rischiosa.
Cercai un angolo nascosto dove celarmi per poi mischiarmi alla lunga fila di donne che andava al pozzo fuori dalle mura. Trovai quasi subito il posto che stavo cercando... quando ero un bambino, mi nascondevo spesso assieme a Karim nell'antro tra il grande forno in pietra e la dispensa, nascosti dietro i grandi sacchi di cereali, aspettavamo che le donne sfornassero i dolcetti ricoperti di miele, e non appena si distraevano ne mangiavamo a sazietà, nessuna di loro si era mai accorta di nulla, sperai che anche quel giorno filasse tutto liscio.
Mi accomodai tra due grandi sacchi di segale ed aspettai, passò quasi un'ora prima che riuscissi a percepire dei movimenti, poi, proprio un attimo prima che Morfeo tornasse a reclamarmi a sé, sentii delle risatine soffocate provenire dal corridoio.. le donne stavano arrivando.
Lasciai che entrassero e quando anche l'ultima di loro uscì dalla parte opposta portando in testa il suo recipiente di argilla, uscii dal mio nascondiglio, mi caricai sul capo una delle pesanti giare e mi avviai al loro seguito.
Il collo non abituato a quel peso sulle prime diede uno schiocco sinistro, mentre una fitta mi trafisse la fronte, ma strinsi i denti e proseguii per la mia strada stando ben attento a non far cadere il vaso... non fu una cosa facile, difficilmente gli uomini si occupavano di quel compito e quindi per me era ancora più difficile... dopo i primi passi incerti però mi abituai e presi l'andatura calma e ondeggiante delle portatrici d'acqua e a quel passo mi avviai verso il mio destino.

La strada sembrava non avere fine, avrei voluto correre fuori dalle mura per raggiungere Karim il prima possibile, ma sarebbe stato un gesto avventato che avrebbe messo a rischio la mia fuga, quindi cercai di calmarmi e di rispettare il piano di mia madre rimanendo dietro quel piccolo corteo di donne.
Arrivati al cancello potevo sentire la tensione tendere ogni mio nervo, eravamo arrivati al momento della verità, se fossi riuscito a superare quell'ultimo ostacolo sarei tornato ad essere un uomo libero... sentivo il mio cuore pompare ad un ritmo inaudito, batteva così forte che pensai riuscissero a sentirlo a dieci passi di distanza da me... la paura di essere scoperto proprio ad un passo dalla meta mi faceva tremare... tirai un profondo sospiro e passai tra le guardie che sorvegliavano il cancello, ci salutarono augurandoci il buon giorno ed io abbassai il capo in segno di saluto proprio come le mie compagne davanti a me... ancora un passo e finalmente ero fuori dalla città.
Rimasi dietro le donne ancora per qualche centinaia di metri, e quando fui sicuro che nessuno mi stava guardando, e di essere fuori dalla visuale delle guardie mi diressi a sinistra verso il sentiero, ormai in disuso che un tempo portava al grande tempio di cui ormai non rimanevano che poche rovine.
Decisi di portare la giara con me, in modo da non lasciare segni che potessero portare eventuali inseguitori sulle mie tracce... raccolsi alcuni sterpi secchi ai lati della strada e cancellai le impronte come meglio potei, al resto avrebbe pensato il kanzim.
Il sole stava sorgendo ed in lontananza riuscii a scorgere i suoni della città che si stava risvegliando, a passo deciso superai l'ultima duna e proprio di fronte a me svettò l'unica colonna ancora integra di quello che una volta era il grande tempio.


Appena mi scorse Artax iniziò a scalpitare svegliando il fagotto di stracci che russava sotto la colonna, anche se non avessi saputo chi mi stava aspettando, avrei riconosciuto il suo russare tra un milione di persone.
buongiorno Karim...”
Buongiorno signora... ahahahah certo che come donna fai veramente pena... ahahahah”
smettila Karim o racconterò a tutti di quando Jasmine ti ha atterrato con un perfetto colpo di karate!!”
quello non vale! Eravamo dei bambini!”
sì ma questo lo sappiamo solo tu ed io... ed io di certo non lo dirò!!!”
questo è giocare sporco... comunque a proposito di Jasmine...”
l'esile figura della ragazza si palesò dietro di lui.
ciao Jasmine, che ci fai tu qui?”
vengo con voi, vi serve l'aiuto di una donna.... di una vera donna!! ahahah Anuar sei inguardabile!!”
ecco!! mettitici pure tu ora...”
dai scherzavo, ma togliti quei vestiti o giuro che ci verrà un infarto dal ridere” non riuscivano a trattenersi e contagiato dal loro buon umore mi misi a ridere con loro.
Il buon senso di Karim ebbe il sopravvento e ci portò alla realtà. “sarà meglio allontanarci da qui il prima possibile, non mi va di essere preso con le mani nella marmellata, tuo padre non sarebbe contento!! nascondi i vestiti dentro il recipiente per l'acqua, appena saremo ad una distanza ragionevole scaveremo una buca e lo nasconderemo, non possiamo lasciarlo qui, non viene mai nessuno da queste parti, ma è sempre meglio non sfidare il destino... e poi abbiamo già fatto anche troppo rumore... ”
hai ragione... aspetta che mi libero di questa tortura... non so come facciate voi donne a conciarvi così”
mi sfilai la veste... fortuna che sotto alla galabia avevo infilato un paio di calzoni di lino ed una maglietta, non sapevo che Jasmine sarebbe venuta con noi, ma ne ero felice, finalmente era giunto anche per lei e Karim il momento di essere felici insieme.
Anuar ho pensato di allungare un po' la strada... so che non abbiamo molto tempo, ma sarebbe imprudente fare il solito percorso, potremmo incappare in una delle pattuglie di tuo padre di ritorno a palazzo, andrei verso il Cairo e poco prima dell'oasi di Baharia taglierei per le montagne verso Luxor... così è molto più lunga, ma difficilmente incapperemo in qualcuno che ci conosca, nessuno segue mai la pista sulle montagne, ma se preferisci la solita strada per me va bene lo stesso, devi essere tu a decidere, sei quello che tra noi ha più da perdere”
come sempre hai ragione Karim, non ci avevo pensato, però così facendo allungheremo il tragitto di mezza giornata... se non ci fermeremo, potremmo arrivare prima di mezzanotte... che dici ce la faranno i cavalli senza fermarsi?”
sarà dura ma ce la possiamo fare, ho già percorso quella strada quando sono tornato a Luxor quella famosa notte in cui è sparita Aurora”
ok.. allora partiamo subito”
Con un balzo saltai sul dorso di Artax che stava scalpitando sin da quando mi aveva visto arrivare.
buongiorno amico mio.. sei pronto per una lunga cavalcata tra le dune?” sembrò aver capito perché lanciò un lungo nitrito e partì al galoppo sollevando un enorme nuvola di polvere dietro di sé, dopo pochi istanti anche Karim e Jasmine ci raggiunsero ed insieme cavalcammo verso il sorgere del sole.

giovedì 8 settembre 2011

Capitolo 67




Anuar

La sera aveva ceduto il passo alla notte che col suo manto di velluto nero punteggiato di migliaia di piccole stelle aveva ricoperto ogni cosa... mia madre, ancora non riuscivo a capacitarmi che in realtà non la fosse, se ne era andata silenziosamente così come era arrivata lasciandomi solo coi miei pensieri, privo di tutte le certezze... avevo perso la mia identità.

Solo seduto sul grande letto al buio ripensavo a quelle poche frasi che in un colpo avevano cancellato tutta la mia vita. Fuori, da quel mondo per me famigliare, da qualche parte esisteva una famiglia che neanche sapeva della mia esistenza... avevo due sorelle... un fratello... chissà se mi assomigliava, e poi c'era Aurora col nostro bambino, per un attimo il peso di quelle rivelazioni mi avevano fatto mettere da parte la preoccupazione per la loro sorte, ma ora, solo come non mai e senza più una speranza il loro ricordo si affacciava alla mia mente lasciandomi privo di forze mi sentivo un enorme guscio vuoto

Erano passate più di due settimane da quando l'avevo vista l'ultima volta, e né Aisha, né mia madre come avevo scoperto, non sapevano nulla sulla scomparsa di Aurora, era come se il suo corpo si fosse volatilizzato nella notte lasciandomi solo il dolce ricordo della nostra vita insieme. Come avrei fatto a ritrovarla ora che, sapevo, le mie piste erano risultate vane?
Non ricordo per quanto tempo stetti seduto su quel letto a meditare sulle mie disgrazie, ricordo solo che ad un certo punto gli occhi si fecero pesanti lasciando il passo al sonno, fu così che caddi tra le braccia di Morfeo, non fu però un sonno ristoratore, fu come se una nebbia fosse calata sui miei occhi ed io solo ed accecato vagavo senza una meta in cerca di me stesso. Quando finalmente gli starni sogni cessarono lasciandomi riposare in pace, qualcuno cominciò a scrollarmi le spalle violentemente, ma i miei occhi proprio non volevano saperne di aprirsi.
lasciatemi in pace... voglio dormire” riuscii a biascicare, ma chiunque fosse proprio non voleva saperne di lasciarmi in pace.
Anuar... svegliati... presto!”
Controvoglia feci uno sforzo e mi costrinsi ad aprire gli occhi, la stanza era ancora immersa nel buio della notte, ma girando il volto verso la finestra riuscii a vedere i primi bagliori all'orizzonte, segno che il sole stava per sorgere, continuai a vagare con lo sguardo per tutta la stanza in cerca dell'impudente che aveva osato svegliarmi, ma nel buio non riuscii a scorgere anima viva, pensai di aver sognato, stavo per girarmi dall'altra parte e tornare a dormire quando la voce di mia madre mi fece voltare di soprassalto.

su Anuar, ti decidi a tirarti su... sono qui per aiutarti, ma non posso farlo se tu continui a dormire...”
madre?”
sì Anuar, sono io, non sai quanto mi fa piacere sentire che ancora mi chiami così anche se so perfettamente che è solo un riflesso incondizionato... adesso alzati... abbiamo da fare”
piano piano i miei occhi si stavano abituando alla tenebra che regnava nella stanza, e riuscii a scorgere un profilo scuro che si agitava camminando avanti e indietro.
che state facendo?”
non volevi uscire da questa stanza per andare a ritrovare la tua Aurora?”
sì.. certo, ma non vedo come sia possibile!”
ho organizzato tutto io... è il mio modo di chiederti perdono anche se ormai capisco che è troppo tardi per i pentimenti”
Non sapevo che dirle, vederla così mi strappava l'anima, ma non riuscivo a passare sopra a quello che mi aveva raccontato, forse un giorno sarei riuscito a perdonarla, ma non in quel momento, quindi feci finta di niente e sviai quell'argomento concentrandomi su quello che mi aveva appena proposto di fare.
ma come farò a superare le guardie che stanno appostate fuori dalla porta? E se anche riuscissi a farcela con loro, non riuscirei mai ad uscire da palazzo, qui mi conoscono tutti”
ieri sera ho fatto servire alle guardie qua fuori una cena speciale in cui accidentalmente ho versato qualche goccia di sonnifero, ora stanno dormendo come due bambini, ma questo non vuol dire che non dobbiamo stare in guardia, per questo non ho acceso la luce... in questo vassoio ho nascosto degli abiti da donna, prendi... infilali... dovrebbero essere della tua misura”
ma...”
niente ma... vuoi uscire da questa stanza sì o no? Non è stato facile trovare degli abiti che potessero andarti bene, non ci sono in giro molte donne così alte figlio mio, al massimo dovrai camminare chino... In questa borsa ci sono un paio di cambi d'abito di taglio occidentale e dei documenti con cui riuscirai a lasciare il paese senza difficoltà, li ho fatti fare tanto tempo fa, forse dentro di me sapevo che un giorno ti sarebbero serviti... nascondi la borsa sotto la veste, sembrerai una vecchia signora grassa... credi di potercela fare?”
certo... spero solo che non mi veda nessuno... sai che risate si farebbe Karim se mi vedesse conciato così... diventerei lo zimbello della guarnigione” dissi cercando di sdrammatizzare la situazione.
Infilai la lunga galabia nera, non senza fatica, e poi con l'aiuto di mia madre mi coprii la testa ed il volto con uno chador dello stesso colore da cui si intravedevano solo gli occhi.
fatti vedere...” disse mia madre spingendomi verso lo spiraglio di luce che filtrava dalla finestra. “abbiamo fatto un bel lavoro, ma dovrai stare attento e tenere la testa bassa, purtroppo i tuoi occhi verdi non possiamo nasconderli...”
volete dirmi ora in che cosa consiste il vostro piano?”
certamente... appena sarai uscito dalla stanza, vai verso le cucine e non appena le donne usciranno per andare al pozzo a prendere l'acqua tu unisciti a loro senza dare nell'occhio, nelle prime luci del mattino sarà più facile scambiarti per una di loro.... quando sarai fuori dalle mura, e ben nascosto agli occhi delle guardie dirigiti verso le rovine del vecchio tempio del sole, lì troverai ad aspettarti Karim con i cavalli...”
L'idea di farmi vedere da Karim conciato in quel modo mi metteva i brividi... chissà per quanto tempo avrebbe riso di me al ricordo di quella fuga, ma in fondo era l'unico su cui potessi contare e mia madre ne era perfettamente al corrente, per questo aveva scelto lui.
e voi che farete?”
resterò a palazzo ed insisterò per portarti io stessa il vassoio col cibo in modo che tu abbia tutto il tempo per svolgere le tue indagini su Aurora a Luxor... mancano solo pochi giorni al tuo compleanno e quindi dovrai agire in fretta, per quel giorno dovrai aver lasciato l'Egitto, perché quando tuo padre verrà a prenderti per il matrimonio scoprirà che tu non sei più qui ed allora impiegherà ogni suo mezzo per ritrovarti e piegarti al suo volere”
ma se scoprirà che mi avete aiutato se la prenderà con voi”
non mi importa Anuar... non ho paura di lui, non può farmi più male di quanto già non mi abbia fatto in tutti questi anni, ormai sono vecchia e non ho più niente da perdere... ma tu hai ancora tutta la vita davanti a te ed è giusto che tu la viva come vuoi”
non gli dirai la verità... non gli dirai che in realtà non sono suo figlio?”
no Anuar, la sua ira non avrebbe fine, ti cercherebbe sino in capo al mondo e ti farebbe pagare per un errore di cui non hai colpa, sai com'è fatto... va in Inghilterra Anuar, trova la tua vera famiglia e costruisciti una nuova vita lontano da questi luoghi desolati, e, se un giorno riuscirai a mettere da parte tutto il male che ti ho fatto, fammi avere tue notizie ed io ne gioirò perché saprò che tu ancora mi vuoi bene”
disse quelle ultime parole con le lacrime agli occhi, di slancio la strinsi tra le braccia e le baciai il volto rigato di lacrime...dentro di me sapevo che quella sarebbe stata l'ultima volta che la vedevo.
avrete sempre un posto speciale nel mio cuore...” andai verso la porta e senza voltarmi indietro mi incamminai nel corridoio, le guardie, proprio come aveva detto mia madre giacevano addormentate ai lati della porta, feci molta attenzione a non emettere alcun rumore che potesse destare il loro sonno e con passo felino le sorpassai diretto alle cucine.