Anuar
Proseguimmo affiancati senza pronunciare una parola, gli occhi e le orecchie erano ben all'erta ad ogni minimo rumore di zoccoli... la paura che qualcuno potesse aver scoperto il nostro piano e ci stesse seguendo, ci rendeva simili a statue di cera, mentre il profilo della città, illuminata dai primi raggi del sole si allontanava in fretta dietro le nostre spalle.
Quando ritenemmo di esserci allontanati abbastanza da essere ormai al sicuro, rallentammo la corsa dei cavalli, non dovevamo abusare di loro se volevamo giungere a Luxor prima della nuova alba.
Il deserto muto ed infuocato si estendeva di fronte ai nostri occhi, guardavo quel paesaggio così famigliare e pensavo a tutti i momenti belli e brutti che avevo condiviso in tutti quegli anni con quelle sabbie così simili al talco... probabilmente questa sarà l'ultima volta che potrò correre a cavallo fra le dune, mi mancherà questo posto, solo chi ha vissuto tra questa sabbia infuocata può capire l'amore che provo per questa terra, ma il mio destino è altrove, molto lontano da tutto questo.
“Anuar... sei con noi, Anuar?”
preso da quelle sensazioni non avevo sentito che Karim e Jasmine mi stavano parlando.
“scusate ragazzi stavo riflettendo... che avete detto?”
“Stavamo pensando che forse è arrivato il momento di fermarci, facciamo riposare i cavalli un po, mangiamo qualcosa e nascondiamo il recipiente con i vestiti, o hai intenzione di portarli con te sino a Luxor?”
“veramente io pensavo che avremmo proseguito ancora un po' prima di fermarci, non ho molta fame, ma se voi avete deciso così...”
“senti Anuar, so che sei in pena per Aurora, Karim mi ha raccontato tutto, ma devi far riprendere un po' di fiato a queste povere bestie o le perderemo prima di giungere a Luxor, e poi fa troppo caldo ora, non aiuterà nessuno se ci prenderà un'insolazione...”
“hai ragione Jasmine, è che non vedo l'ora di riuscire a districare questo mistero sulla scomparsa di Aurora.. scusami, sono proprio un ingrato, in fondo anche voi state rischiando tutto per aiutarmi”
“non devi scusarti Anuar, ricordi? Noi siamo come i tre moschettieri, uno per tutti e tutti per uno...”
“ancora ricordi il nostro vecchio patto?”
“certo... non dirmi che tu l'hai dimenticato, che non avresti fatto la stessa cosa per me se Karim improvvisamente sparisse senza lasciare traccia”
“certo che no...”
“e allora siamo pari...”
“ma così facendo non potrete più tornare indietro, sarete costretti rimanere per sempre lontani da casa”
“shhh Anuar... a noi importa solo di poter stare assieme, e tu ben sai che non sarebbe mai stato possibile sotto il regno di tuo padre, quindi in questo momento non stiamo lottando solo per te, ma anche per noi due.. vero Karim?”
karim non disse niente, accennò un si col capo e poi strinse Jasmine a se con una dolcezza che raramente avevo visto in lui.
Che gran donna era Jasmine, dolce e forte allo stesso tempo, mio padre aveva visto giusto quando aveva scelto lei per diventare la sposa del suo successore al trono, sarebbe stata una grande regina se solo le cose fossero andate diversamente. Per me era una sorella e vederla felice tra le braccia di Karim mi riempiva il cuore di felicità, meritavano di essere finalmente felici assieme.
Scavammo una buca tra la sabbia e seppellimmo il recipiente d'argilla col suo contenuto di stracci, lo ricoprimmo alla belle e meglio, il resto del lavoro lo avrebbe fatto il vento che verso sera iniziava a soffiare cambiando il profilo delle dune, nessuno avrebbe mai scoperto il nascondiglio del vecchio otre. Ci sedemmo a Mangiare al riparo di un vecchio masso eroso dal vento mentre i cavalli pascolavano liberi sul terreno arido, brucando qua e là qualche ciuffo d'erba che nonostante tutto con grande forza di volontà era riuscita a crescere in mezzo a tanta desolazione.
Quando finalmente il sole iniziò ad abbassarsi un po' sull'orizzonte rimontammo in sella e proseguimmo la nostra corsa verso la verità. In lontananza si iniziarono a scorgere le strisce verdi delle coltivazioni di datteri della piccola oasi di Baharia, e proprio dietro di esse potevo intravvedere, traballante nel grande caldo sprigionato dalla terra, il profilo color ocra delle montagne dietro le quali si celava la splendida tebe dalle 100 porte, come era chiamata Luxor nell'antichità.
Tagliammo fuori la piccola cittadina dal nostro percorso, e non appena fummo certi di averla sorpassata indenni deviammo verso sud ed iniziammo ad inerpicarci lungo un vecchio sentiero che serpeggiava il fianco della montagna, ogni tanto trovavamo tratti di sentiero franati, quindi, dovevamo scendere e continuare a piedi tenendo i cavalli per le briglie per evitare che scivolassero e si azzoppassero.
Il manto Artax era ricoperto di centinaia di bollicine di sudore che brillavano come piccole stelle sul manto nero dell'animale negli ultimi raggi del sole morente, ancora pochi minuti e il buio sarebbe calato su di noi e con esso sarebbero sorte nuove difficoltà... negli occhi di Jasmine iniziavo a leggervi il terrore, non era abituata come noi al buio del deserto.
“Karim, non sarebbe meglio ritornare indietro? Tra poco sarà buio, come faremo a proseguire sul sentiero se non vedremo dove mettiamo i piedi?”
“ no Anuar, continuiamo per questa strada, vedrai che ce la faremo, le stelle illumineranno il nostro cammino, e poi è troppo tardi per tornare indietro, abbiamo già percorso più di metà della strada e tra poco sarà buio, dietro quell'altura dovrebbero iniziare a vedersi le prime luci di Luxor”
“tu che ne dici Jasmine? Te la senti di proseguire o preferisci fermarti e tornare indietro?”
“continuiamo... mi fido di voi” disse con una voce più simile ad un sussurro... ammirai il suo coraggio, sapeva quanto fosse importante per me raggiungere Luxor il più presto possibile.
Quando anche l'ultimo raggio di luce si fu spento dietro l'orizzonte, tirammo fuori i mantelli dalla bisaccia e ci sedemmo su un masso al lato del sentiero in attesa che la luna iniziasse il suo cammino nel cielo illuminando il nostro.
Piano piano ci abituammo a quella debole luce che ammantava il paesaggio coi suoi raggi d'argento. Nuvole di vapore si innalzavano dalle nostre labbra ad ogni respiro, camminammo a lungo, stretti nei lunghi mantelli di lana, sferzati dal vento che nelle gole della montagna lanciava il suo sinistro ululato facendoci rabbrividire ad ogni passo... iniziavo già a disperare quando le luci della città, come un miraggio, si manifestarono all'improvviso sotto di noi, vagai con lo sguardo lungo il fiume e scorsi tra le acque il profilo scuro di banana island, nessuna luce veniva dalla piccola isola che giaceva addormentata proprio in mezzo al fiume... finalmente tra poco sarei stato a casa e avrei potuto far luce sul mistero della scomparsa d'Aurora, euforico, saltai sulla groppa di Artax e mi lanciai giù per il sentiero, incurante di tutto, la meta era vicina ed io non vedevo l'ora di arrivare alla grande villa.
“fermati Anuar... così rischierai di farti del male...” gridò Jasmine dietro le mie spalle.
“E' inutile Jasmine... non ti sente... lascialo andare, non gli succederà nulla, lo raggiungeremo tra poco, ha bisogno di stare da solo in questo momento”.
2 commenti:
Che ansia .... mi sembrava di stare allerta insieme a loro, e poi che carini Karim e Jasmine ... se davvero siamo verso la fine è una fine molto intensa!! Bello come ogni volta mi lasci sempre più curiosa!!
Karim e jasmine sono tenerissimi, mi piacciono molto...mi piace tanto il modo in cui descrivi l'ambiente che immagini intorno ai personaggi, cos' ricco di particolari...bravissima!
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