domenica 29 maggio 2011

capitolo 46

Aurora 

Non pensavo che quella giornata sarebbe stata così importante per il mio futuro, ancora stentavo a credere a quello che era successo, era tutto troppo bello e perfetto per essere reale, ma mi bastava abbassare lo sguardo e l'anello era lì, a circondare il mio anulare.. un'eterna promessa di felicità... splendido ed unico nel suo genere come unico era il nostro amore...
Passammo il resto della giornata nel tempio di Medinet Habu, passeggiando stretti uno all'altro tra le rovine... le colonne, vecchie di millenni, raccontavano la grandezza di un popolo all'avanguardia sui tempi, ma che ormai non esisteva più... chissà come doveva essere quel posto al tempo in cui venne eretto se dopo migliaia di anni continuava a mantenere la sua maestosità... se chiudevo gli occhi potevo immaginare di essere tornata in dietro nel tempo, una regina d'Egitto che passeggiava nel suo palazzo al braccio del Faraone.
Paziente Anuar mi raccontò la storia dei suoi antenati ed io ascoltavo rapita le sue parole, guardandolo potevo scorgere il faraone che era in lui. Mi sembrò di scorgere un'ombra farsi largo nei suoi occhi mentre mi raccontava le gesta di Ramses III, sembrava preoccupato per qualcosa, ma forse era solo il mio naturale pessimismo a farmi vedere cose che in realtà non esistevano.
Avevo imparato sin troppo bene nella mia vita passata che quando le cose andavano bene il destino ci metteva lo zampino e rovinava tutto ed ora avevo paura... paura di essere troppo felice... di perdere quell'uomo meraviglioso che la vita aveva posto al mio fianco.
Lui mi amava, mi aveva appena chiesto di sposarlo, e tra un paio di mesi sarebbe nato il nostro bambino, quello era un giorno felice.. Scrollai la testa cercando di scacciare i brutti pensieri che vi albergavano e gli sorrisi.
che c'è? Ti sto annoiando vero?”
assolutamente no... adoro sentirti raccontare la storia di questa splendida civiltà”
veramente sembrava che stessi vagando miglia e miglia lontana da qui!”
è tutta colpa tua... come puoi pensare che riesca a stare attenta dopo quello che è successo questa mattina? Sto ancora vagando tra le nuvole.. continuo a guardare e riguardare questo splendido anello ed ancora non so capacitarmi che sia successo veramente”
abbassò il viso verso il mio, gli occhi brillavano come due smeraldi mentre si fissavano dentro i miei incatenandoli al suo sguardo.
ti amo Aurora... ti voglio sposare... voglio passare tutta la mia vita con te, te lo ripeterò ogni giorno se necessario... ci credi adesso?”
s..sì” balbettai incapace di dire altro di fronte a quello sguardo che mi penetrava fin dentro l'anima. Poi le sue labbra morbide, coperte da una leggera peluria che mi solleticava le guance, si posarono sulle mie ed io mi lasciai andare perdendomi nella sua bocca.
Quando il sole iniziò a scendere alle nostre spalle scorgemmo la mongolfiera del vecchio Tamer che come promesso veniva a riprenderci.
Per un momento venni riassalita dalla paura di volare, ma poi mi rilassai cercando di assaporare il meglio da quell'esperienza meravigliosa.
Abbracciata ad Anuar mi lasciai cullare dal dondolio della cesta e totalmente in pace con me stessa e con il mondo mi lasciai trasportare in quell'universo fatato che sembrava fosse stato disegnato appositamente per noi due.
Le montagne e il fiume sembravano prendere fuoco sotto di noi illuminati dagli ultimi raggi del sole morente mentre nella volta celeste le prime stelle cominciavano a fare capolino.

Nessuno di noi due pronunciò una parola, troppo presi dalle emozioni, solo i nostri corpi, incapaci di stare lontani l'uno dall'altra continuavano a cercarsi.
Tamer non ci riportò ai colossi di Memnone, ma ci fece discendere proprio di fronte al cancello d'ingresso della nostra casa.
grazie Tamer della tua disponibilità, è stata una giornata indimenticabile”
grazie a voi ragazzi... al giorno d'oggi è così raro vedere due giovani che si amano come voi, vi auguro tanta felicità”
inshallah!” rispose Anuar salutando il vecchio.
Ci incamminammo lungo il vialetto che portava all'ingresso della casa, il sole era ormai tramontato e le lucciole col loro fiocco bagliore illuminavano il nostro cammino.
Sei stanca amore mio?”
un pochino...”
forse abbiamo un po' esagerato oggi”
ne è valsa la pena... è stata la giornata più bella della mia vita”
Mi sentii sollevare da terra e mi ritrovai sospesa tra le sue braccia.
non sono così stanca Anuar... posso benissimo camminare da sola”
lo so... ma siamo davanti al portone di casa e se non sbaglio la tradizione vuole che ti porti in braccio oltre la soglia!”
... quello è dopo il matrimonio!”
e allora vorrà dire che ci inventeremo una nuova tradizione”
Aprì il portone ed entrò richiudendo la porta alle nostre spalle.
ora puoi mettermi giù”
ma come... ti ho appena chiesto di diventare mia moglie e già non ne vuoi più sapere di me? Sappi che non ho alcuna intenzione di metterti a terra quindi rassegnati”
si mise a correre verso le scale e arrivato in camera mi adagiò dolcemente sul letto... si avvicinò per baciarmi ma fui più veloce di lui e lo trascinai giù con me lo baciai con trasporto accarezzando dolcemente i suoi capelli.. giocammo per un po' rotolandoci sul letto come due bambini felici.

devo fare una cosa... aspettami qui”
dove vai? Che cosa hai intenzione di fare?”
fra poco lo saprai”
quando ritornò aveva uno strano sguardo.
vieni con me!”
lo seguii senza discutere, mano nella mano percorremmo il lungo corridoio sino ad arrivare all'ultima stanza. Quando aprì la porta una scia di profumo ci investì.
Sul pavimento del bagno era incastonata una grande vasca idromassaggio in cui erano stati sparsi oli profumati e tutto intorno era disseminato di candele colorate che infondevano un'atmosfera rilassante.
che ne dici di un bel bagno rilassante per togliere la stanchezza?”
Wow... dico che è un'idea meravigliosa... ma solo se lo fai anche tu”
come desidera mia signora!”
iniziammo a spogliarci.. lui fu più veloce di me e si immerse nell'acqua immediatamente mentre io temporeggiavo mi vergognavo un po' a mostrarmi nuda davanti a lui, nelle ultime settimane la pancia stava aumentando a dismisura... se avesse continuato a crescere a quel ritmo sarei diventata una balena nel giro di poco tempo.
allora che stai aspettando? Devo venire a prenderti?”
arrivo subito!”
tolsi anche gli ultimi indumenti e mi immersi nell'acqua calda provando immediatamente sollievo. Allungò la mano aiutandomi a sedere accanto a lui, appoggiai la testa sul suo petto mentre le sue mani presero a massaggiarmi la schiena con gesti sapienti infondendomi una sensazione di benessere in tutto il corpo.

venerdì 27 maggio 2011

Capitolo 45

Anuar

Passeggiando per le vie di Luxor il giorno prima avevo visto nella vetrina di una delle più grandi gioiellerie della città un anello che mi aveva colpito per la sua originalità, si trattava di un semicerchio in platino con alle due estremità due splendidi diamanti a goccia uno blu ed uno chiaro, era perfetto per Aurora, lei aveva reso la mia vita speciale e quindi volevo qualcosa di veramente unico per lei... decisi di comprarlo... era arrivato il momento di chiederle di sposarmi.
Erano due giorni che viaggiavo con l'anello infilato nella tasca dei jeans, cercando il momento più opportuno per farle quella proposta, la sera prima avevo preparato con tanta cura la cena a bordo piscina con l'intenzione di chiederle la mano subito dopo cena, ma le cose non erano andate come mi aspettavo, mentre stavo prendendo l'anello dalla tasca mi ero ritrovato con la ciotola del cioccolato rovesciata sul capo e questo non faceva parte dei miei piani... volevo farle la mia richiesta in un momento indimenticabile.
Quella doveva essere una giornata spensierata, un modo nuovo per farle conoscere le bellezze del mio paese, ma non eravamo partiti nel migliore dei modi, Aurora aveva il terrore di volare e appena il pallone iniziò a sollevarsi la vidi sbiancare... si aggrappò a me con tutte le forze e chiuse gli occhi, se avesse continuato in quel modo saremmo dovuti ridiscendere immediatamente, ma alla fine ero riuscito a convincerla ad aprire gli occhi e tutto era andato per il meglio, colpita dal paesaggio aveva dimenticato la paura e si era rilassata.

Vestita semplicemente col vento che le scompigliava i capelli ed il sole che li accendeva di sfumature dorate era bellissima, osservai a lungo le espressioni del suo volto di fronte allo spettacolo che si apriva sotto di noi mano a mano che salivamo sempre più in alto... lei amava quella terra esattamente come l'amavo io... e le parole mi uscirono di bocca quasi senza che me ne accorgessi.
questo sarebbe stato il mio regno se fossi vissuto tremila anni fa, ora sono le sabbie del deserto... ti piacerebbe dividerlo con me?”
Si girò verso di me, completamente spiazzata dalle mie parole... l'avevo colta di sorpresa.
scu... scusa, non ho sentito quello che hai detto...”
Non avevo più alcun dubbio, quello era il momento ed il luogo più adatto per chiederle di diventare mia moglie... le avrei fatto una proposta in piena regola, glielo dovevo dopo tutto quello che aveva passato a causa mia... quindi mi inginocchiai ai suoi piedi, presi la sua mano tra le mie e guadandola negli occhi pronunciai la fatidica frase che avrebbe cambiato per sempre la mia vita.

Aurora... vuoi sposarmi?”
Gli occhi le si riempirono di lacrime, mi gettò le braccia al collo e cominciò a tempestarmi di baci sul viso dimenticando completamente dove ci trovassimo.
tesoro se fai così gli prenderà un colpo a quel pover'uomo...” cercai di sdrammatizzare, il cuore pulsava come un martello pneumatico mentre attendevo la risposta che già avevo intuito, ma che volevo sentir pronunciare dalle sue labbra “... e poi ancora non hai risposto alla mia domanda..”
la mia risposta è sì... certo che voglio sposarti, è tutto quello che ho sempre desiderato sin dal primo momento che ti ho incontrato”.
D'ora in avanti l'unico scopo della mia vita sarebbe stato rendere felice quella splendida donna che il destino aveva messo sul mio cammino, ero così commosso dalle sue dimostrazioni d'affetto che quasi scordai di darle l'anello.
ora penso che ti dovrei dare un pegno del mio amore”
non ne ho bisogno... ho te”
Era la cosa più bella che potesse dirmi.
chiudi gli occhi!”
Ancora una volta seguì il mio consiglio senza protestare, aspettai un secondo cercando di imprimere per sempre nella memoria le emozioni di quel momento indimenticabile, poi presi l'anello dalla tasca dei jeans e glielo infilai all'anulare della mano sinistra.
ora puoi aprirli”
Quando vide il gioiello, rimase a bocca aperta mentre calde lacrime di felicità le scendevano lungo il viso.
è bellissimo...”
sono contento che ti piaccia” così dicendo la strinsi tra le braccia mentre con la coda dell'occhio potevo scorgere il vecchio Tamer che visibilmente emozionato se ne stava in disparte per non disturbare.
Solcammo a lungo i cieli sopra Luxor e quando il sole ormai era alto nel cielo decidemmo di scendere a visitare il tempo dei milioni di anni di Ramses III a Medinet Habu.

Il tempio era situato in una piccola isola nel mezzo del fiume, l'unico punto di accesso era una banchina di attracco ma noi scendemmo con la mongolfiera proprio nel centro dello spiazzo di fronte al primo pilone, era un posto stupendo e poco frequentato dai turisti che venivano dirottati sui grandi templi della città... quel giorno il tempio era tutto per noi due.
Aiutai Aurora a scendere e poi ci incamminammo all'ombra delle colonne, grazie all'aiuto di Hamed avevo organizzato il pranzo, un vero e proprio pic nic sotto gli alberi di sicomoro che circondavano il sito.
Il sole a picco del mezzogiorno era una palla di fuoco, intorno a noi si sentiva solo il ronzare delle mosche e lo sciabordare dell'acqua del fiume.
Distesi una coperta sul terreno sotto uno dei grandi alberi e poi ci sedemmo a mangiare il contenuto del cesto di vimini che Hamed ci aveva fatto recapitare, il vecchio Tamer tornò indietro con la sua mongolfiera promettendo di venire a riprenderci al tramonto.
Avevamo qualche ora tutta per noi. L'aria frizzante del mattino stimolò il nostro appetito, divorammo il pranzo seduti all'ombra tra una chiacchera e l'altra... ogni tanto sorprendevo Aurora a rimirare l'anello, come ad accertarsi che fosse tutto vero... anch'io stentavo a credere a quello che era accaduto.
C'era solo un'ombra che offuscava la mia felicità... ora più che mai dovevo mettere in chiaro le cose con mio padre.












martedì 24 maggio 2011

capitolo 44

Aurora


Ancora una volta Anuar aveva deciso di stupirmi con una sorpresa, e nonostante morissi dalla curiosità di sapere che cosa avesse in mente, lo assecondai, mi infilai dei vestiti comodi e sebbene non riuscissi a capire a che cosa mi sarebbe servita, visto il caldo già di primo mattino, mi gettai sulle spalle una delle vecchie felpe che avevo portato con me dall'Inghilterra e che ormai facevo fatica a chiudere. 
Così equipaggiata lasciai la stanza e mi diressi nell'atrio dove Anuar mi stava aspettando. Quando mi vide arrivare sembrava soddisfatto, presi la mano che mi porse e mi avviai verso l'auto.
Viaggiammo per una mezz'oretta, diretti verso nord... cercai in tutti i modi di scoprire la nostra meta interrogando il povero hamed che però fu irremovibile, ogni tanto vedevo che si scambiava occhiate sorridenti con Anuar, essere la sola all'oscuro di tutto mi faceva irritare.
Svoltata l'ultima curva della strada che porta a Tebe Ovest, in uno spiazzo polveroso tra i campi di canna da zucchero, vidi ergersi di fronte a me i Colossi di Memnone.

ecco siamo arrivati... ho pensato che dopo tutto il tempo passato sul sedile di quest'auto avessi bisogno di una visione più vasta del mio paese, cosa c'è di meglio che un bel volo per apprezzarne le bellezze?”
Lì per lì non feci caso alle parole di Anuar, affascinata dalla vista delle due enormi statue e ritornai con la mente ad alcuni anni prima quando visitai il sito e ricordai le parole della guida.
“i colossi di Memnone, sono le uniche superstiti a testimonianza del grande tempio funerario di Amenophis III. Erano già famosi nell'antichità per il particolare suono emesso all'alba dal più settentrionale dei due. Il rumore probabilmente era il risultato del passaggio dell'aria in una spaccatura della pietra. Questo misterioso suono portò i greci a credere che le statue rappresentassero il divino Memnone, il quale ogni mattina salutava la madre Eos, dea dell' aurora piangendo”.
Poi vidi una sagoma colorata che faceva capolino dietro ad una delle due statue e rimasi a bocca aperta comprendendo all'improvviso a che cosa si riferisse Anuar poco prima.
Le gambe si fecero improvvisamente pesanti ed il cuore iniziò a battere velocemente nel mio petto, avevo il terrore di volare, ogni volta che dovevo prendere un aereo mi assaliva il panico ed ora Anuar aveva intenzione di farmi salire su quel coso?
hey che è quella faccia? Non ti è piaciuta la mia sorpresa?”
Come potevo deluderlo? Era così entusiasta dell'esperienza che stava per propormi ed io invece ero pietrificata dalla paura, cercai di farmi forza e gli risposi.
s...sì certo...”
e allora che stiamo aspettando? Andiamo!”
Era inutile, nonostante i miei sforzi, il mio corpo si rifiutava di seguirlo non potevo far finta di niente, dovevo spiegargli come stavano le cose.
veramente io ho paura di volare... e se poi mi prende il panico quando siamo in volo?”
non preoccuparti, ci sono io con te... e se proprio avrai paura lo farò immediatamente atterrare... su vieni, vedrai che sarà un'esperienza meravigliosa!”
Ancora titubante presi la sua mano e ci dirigemmo verso il grande pallone colorato... mano a mano che ci avvicinavamo vedevo la tela del pallone tendersi sempre di più sopra le nostre teste, era bellissimo, peccato  però che non riuscisse a rassicurarmi neanche un po'.
allora sei pronta?” mi disse Anuar quando arrivammo a pochi passi dalla grande cesta che ci avrebbe trasportato in alto nel cielo, accennai un piccolo segno del capo mentre cercavo di deglutire il groppo che improvvisamente stringeva la mia gola.
su non fare quella faccia... vedrai che sarà un'esperienza meravigliosa”
Così dicendo mi sollevò tra le braccia e mi adagiò all'interno della cesta e subito dopo mi seguì. 
buongiorno!”
buongiorno signori io sono Tamer... benvenuti a bordo, oggi è una giornata splendida per volare... possiamo partire?”
sì certo... non vediamo l'ora... vero Aurora?” accennai un sì e poi mi strinsi a lui con tutte le mie forze.
Tamer aumentò il getto d'aria calda e l'immenso pallone cominciò a sollevarsi da terra oscillando, chiusi gli occhi e maledii di essermi lasciata convincere a fare quella cosa, strinsi le dita convulsamente attorno al braccio di Anuar.
Aurora.. hai intenzione di staccarmi un braccio?”
scusa.. non volevo farti male”
Apri gli occhi, va tutto bene... il peggio è passato... guarda!”

Seguii il suo consiglio, aprii gli occhi... la mongolfiera si era sollevata di qualche decina di metri e sotto di noi si apriva la vallata del Nilo, il grande fiume sembrava un grande serpente con le squame argentate che brillavano nel sole del primo mattino, e tutto intorno sin dove le acque riuscivano a portare il loro beneficio la vegetazione cresceva verde e rigogliosa.
Ad est si vedevano gli edifici della città mentre sulla riva ovest si iniziavano a scorgere le rovine dei templi funerari dei faraoni.

Rimasi a bocca aperta, era uno spettacolo meraviglioso e la visione d'insieme che si scorgeva da quell'altezza era qualcosa di indescrivibile.
allora sei felice di avermi seguito qui sopra?”
si... grazie, è uno spettacolo incredibile” e gli diedi un leggero bacio sulle labbra.
guarda!” mi indicò un punto proprio di fronte a noi, nel cielo tutto intorno come piccoli funghi colorati, c'erano decine di palloni aerostatici.

Mano a mano che salivamo era sempre più bello, la paura aveva lasciato il posto alla felicità che quella visione scatenava in me, il vento mi scompigliava i cappelli facendoli vorticare tutto attorno a me.
forse è il caso che m'infili la felpa, adesso capisco perché hai tanto insistito per farmela portare”
c'è sempre un motivo se ti chiedo di fare qualcosa...”
si signore!” scoppiammo in una sonora risata.
Il vento ci sferzava il viso facendoci lacrimare gli occhi, ma non lo sentivamo, rapiti dai colori del paesaggio e dalla pace che si respirava così alti nel cielo.
questo sarebbe stato il mio regno se fossi vissuto tremila anni fa, ora sono le sabbie del deserto... ti piacerebbe dividerlo con me?”
Quelle parole, buttate lì come se niente fosse mi lasciarono senza fiato... possibile che avessi sentito bene?
scu... scusa, non ho sentito quello che hai detto...” sentii il sangue salire rapido ad imporporarmi le guance, nonostante tutto quello che avevamo passato assieme in quel momento mi sentii la ragazza timida che ero sempre stata.
Si inginocchiò all'interno del piccolo abitacolo, prese la mia mano tra le sue e poi pronunciò la frase che desideravo sentire da tutta la vita.
Aurora... vuoi sposarmi?”
Gli occhi mi si riempirono di lacrime, gli buttai le braccia al collo e lo tempestai di baci dimenticando completamente dove ci trovassimo.
tesoro se fai così gli prenderà un colpo a quel pover'uomo...” era visibilmente commosso anche lui “... e poi ancora non hai risposto alla mia domanda..”
la mia risposta è sì... certo che voglio sposarti, è tutto quello che ho sempre desiderato sin dal primo momento che ti ho incontrato”.
ora penso che ti dovrei dare un pegno del mio amore”
non ne ho bisogno... ho te”
chiudi gli occhi!”
Ubbidiente ancora una volta seguii il suo consiglio... prese la mia mano e infilò un anello all'anulare, pensai che il cuore mi sarebbe scoppiato per l'emozione.
ora puoi aprirli”

sulla mia mano brillava un meraviglioso anello di platino, era un semicerchio alle cui estremità erano stati incastonati due splendidi diamanti a goccia... uno azzurro ed uno bianco, la luce del sole ne colpì la superficie lanciando tutto attorno arcobaleni di luce... rimasi a bocca aperta mentre lacrime di felicità scendevano lungo le mie guance.
è bellissimo...”
sono contento che ti piaccia”
Ci stringemmo in un abbraccio che valeva più di mille parole.
Il povero Tamer se  ne stava tutto appartato con le lacrime agli occhi.