Aurora
Dopo una settimana il dottore venne nella stanza e mi disse che potevo uscire, facendosi però promettere che non sarei tornata nel deserto... e ricordandomi che avevo bisogno di molto riposo.
Lo ringraziai per tutto quello che aveva fatto per me e per il mio bambino, sapevo benissimo che senza il suo intervento non ce l'avreii mai fatta. Ero felice di uscire da quel luogo, da un po' di giorni mi sentivo come un leone in gabbia... avevo bisogno di sentire il calore del sole sulla mia pelle e l'aria fresca sul viso.
Anuar quando aveva saputo che potevo uscire era andato a sistemare le ultime cose prima della partenza, non sapevo ancora dove saremo andati, quando gli avevo chiesto in proposito, mi aveva guardata sorridendo e mi aveva detto “sarà una sorpresa!”
Aspettai che fosse uscito dalla stanza, poi mi precipitai verso la valigia aperta in cerca di qualcosa da infilarmi, non c'erano molte cose che potevo ancora infilare, quei giorni passati a mangiare e poltrire avevano fatto crescere ancora di più la mia pancia... fortuna che prima di partire avevo comprato alcuni abiti premaman. Scelsi un abito di cotone rosa fuxia tagliato sotto il seno,che arrivava sopra al ginocchio, semplice ma allo stesso tempo elegante con un piccolo ventaglio di rouches che si apriva sul davanti a nascondere il pancione, quando l'avevo visto me ne ero subito innamorata e nonostante fosse poco adatto al luogo lo avevo comprato lo stesso.
Andai verso il bagno, era un piccolo vano ricavato in una specie di corridoio, lungo e stretto, i sanitari erano disposti in fila indiana, si stentava a passare e contro la parete di fondo, al di sotto di un piccolo finestrino arrugginito era disposta una piccola vasca scrostata, non era il massimo ma in fondo mi ero abituata a quella vita spartana.
Feci scorrere l'acqua, vi versai il mio bagnoschiuma alla vaniglia, e quando vidi la schiuma che stava per fuoriuscirne mi tolsi il camice e cautamente mi immersi nella piccola vasca... mi lavai accuratamente, inalando il dolce profumo della vaniglia... era da troppo tempo che non facevo un bagno come si deve, nel deserto al massimo riuscivo a lavarmi a pezzi, volevo farmi bella per lui... era stato così dolce con me, per tutti quei giorni mi era stato vicino senza mai lasciarmi, mi aveva raccontato splendide storie del suo popolo tenendomi stretta contro il suo petto.
Quando Anuar tornò nella stanza quasi stentò a riconoscermi, potei notare l'espressione di stupore sul suo viso. Avevo raccolto i capelli in una coda di cavallo, mi ero truccata come non facevo ormai da tempo ed infilato il vestito che avevo comprato con Francies a Londra, il suo colore si adattava perfettamente al colore che la mia pelle aveva assunto sotto il sole del deserto.
“Sei splendida...” mi disse con un filo di voce.
Gli sorrisi felice e mi gettai tra le sue braccia baciandolo con ardore, era stato lontano da me poco più di un'ora e già mi era mancato da morire.
“wow che benvenuto... “ posò un leggero bacio sulla mia fronte. “sei pronta a lasciare questo posto?”
“Sì certo... adesso mi dici dove mi porterai? Non sto più nella pelle... sono curiosa da morire... ti prego... ti prego... ti prego” gli dissi facendogli gli occhi dolci.
“mi dispiace ma questa volta dovrai aspettare...” e mi baciò lievemente le labbra. “adesso andiamo... Hamed ci sta aspettando” prese la borsa dal pavimento e mi precedette verso l'esterno, mi girai per l'ultima volta verso la stanza e poi richiusi la porta alle mie spalle ringraziando Dio di aver messo sulla mia strada quelle persone.
Fuori nel piccolo cortile antistante la casa Hamed era appoggiato contro il tronco di un albero, stava fumando una sigaretta e intanto parlava col dottore, quando mi vide gettò la sigaretta a terra e mi salutò.
“buongiorno signorina Aurora, oggi è proprio uno splendore come si sente?”
“benissimo Hamed, grazie a te ed al dottor Aziz, vi devo molto... ad entrambi non so proprio come ringraziarvi”
“è stato un piacere aiutarla, lei è sempre stata così gentile con me...”
“grazie ancora... spero che non vi offendiate, in questa borsa ci sono alcune cose che a me per ovvie ragioni non servono più, volevo gettarle ma poi ho pensato che molta gente qui poteva averne bisogno, e quindi ho pensato di mettere tutto in una borsa e di lasciarlo a lei dottor Aziz, sono sicura che troverà il modo di impiegarle al meglio“
“grazie signorina, è stato un gesto molto gentile da parte sua, provvederò io stesso a distribuirle, in questo paese purtroppo la gente ha ancora bisogno di tutto, le fa onore aver pensato a chi ha più bisogno di lei, e sono contento di esserle stato d'aiuto.... mi raccomando non si affatichi troppo” mi disse mentre mi porgeva la mano, la strinsi e poi lo abbracciai sotto gli occhi sbigottiti di Hamed.
Dopodiché mi diressi verso Hamed ed abbracciai anche lui cogliendolo di sorpresa, vidi il suo viso farsi paonazzo mentre Anuar ed il dottore scoppiarono in una sonora risata.
Salii sulla jeep aiutata da Anuar che mi prese tra le braccia e mi appoggiò sul sedile posteriore, chiusi la porta e salutai ancora una volta con la mano il dottore mentre l'auto si allontanava sollevando un polverone tutto attorno.
1 commento:
Che magia... sempre piu' da Mille e una notte... ;))
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