venerdì 4 marzo 2011

Capitolo 2 Risveglio

Non capii che cosa mi stava succedendo, sentivo il mondo ondeggiare attorno a me ma non sapevo a cosa era dovuta quella sensazione, ogni tanto nel delirio della febbre aprivo gli occhi o almeno credevo di farlo e continuavo a vedere la sabbia sotto di me.
Mi risvegliai al suono di voci sconosciute che provenivano da un qualche luogo alla mia destra, quando riuscii finalmente ad aprire gli occhi scoprii di essere distesa su un enorme letto, con una zanzariera a farmi da schermo. Sembrava uno di quei letti a baldacchino che avevo visto tante volte nei film d’epoca, cercai di rialzarmi per vedere meglio la stanza intorno a me, ma la testa prese a vorticarmi terribilmente, inoltre sentivo delle fitte di dolore irradiarsi in ogni parte del mio corpo, mi sentivo come se fossi stata investita da un treno. Sollevai le coperte per capire in che condizioni mi trovassi e rimasi senza fiato... sembravo una mummia, ero quasi completamente fasciata nelle garze.
Quando mi adagiai nuovamente sul cuscino sentii le voci farsi sempre più distinte, qualcuno si stava avvicinando, ma non riuscii a capire quello che stavano dicendo... che lingua parlavano?
Decisi che era meglio fingere di stare ancora dormendo quindi richiusi gli occhi ed aspettai di sapere chi erano quelle persone a cui probabilmente dovevo la mia vita.
Qualcuno si stava chinando su di me, riuscivo a scorgere l'ombra del suo viso attraverso le palpebre chiuse... avrei voluto continuare a far finta di dormire ma non vi riuscii, la mia curiosità di scoprire chi fossero quelle persone era più forte, spalancai gli occhi e.... mi ritrovai a scrutare due intensi occhi verdi, come non ne avevo mai visti prima di allora... dovevo essere in paradiso, solo un ad un angelo potevano appartenere quelle due perle, anche lui sembrava sorpreso quanto me, prima mi scrutò a fondo, poi mi sorrise e mi parve che nella stanza fosse sorto il sole.
Aveva le sopracciglia molto folte, quando sorrideva sembravano congiungersi sopra il naso , le labbra erano carnose, circondate da un velo di leggera peluria, la mascella volitiva, la fronte alta e la pelle resa olivastra dal caldo sole del Sahara, rendeva quella creatura la più bella che avessi mai visto.
" Buongiorno bella addormentata, sono giorni che stavamo aspettando il tuo risveglio, io mi chiamo Anuar" mi sussurrò.
Se potevo aver pensato che il suo viso fosse quello di un angelo era perché ancora non avevo avuto occasione di sentire la sua voce... profonda, ma con un velo di infinita dolcezza, per un secondo non seppi che rispondergli, rimasi come pietrificata davanti a lui, poi sentii il sangue imporporarmi le guance mentre con una voce stentorea che quasi non riuscii a riconoscere gli risposi “ mi chiamo Aurora … do- dove mi trovo? Che è successo?”
" una domanda per volta, non devi agitarti, sei ancora molto debole..." " stavo facendo un giro di perlustrazione nel deserto assieme ad alcuni membri della mia comunità quando ho visto qualcosa muoversi in lontananza, ho spronato il mio cavallo e quando ho raggiunto la cima della duna puoi immaginare la mia sorpresa nello scorgere il tuo profilo abbandonato sulla sabbia... ho subito pensato che fossi morta, ma quando mi sono avvicinato ho potuto constatare che ancora respiravi, ho cercato di farti bere qualcosa ma non riuscivo a farti rinvenire quindi ti ho issata sul mio cavallo e ti ho portata al nostro accampamento che distava qualche ora di cammino... Sei stata ben 5 giorni con la febbre alta in sospeso tra la vita e la morte, che ci facevi da sola a piedi nel deserto?"
Cercai di rispondere a quella sua domanda ma non riuscii a proferire parola, improvvisamente mi tornarono alla mente le immagini di quanto era successo, ed iniziai a singhiozzare sopraffatta dal dolore, si avvicinò a me e mi strinse al suo petto cullandomi tra le braccia mentre mi sussurrava all’orecchio parole per me incomprensibili nella sua lingua, ma che ebbero effetto sul mio cuore straziato... piano piano mi calmai e mi addormentai tra le sue braccia.
Mi adagiò lentamente sui cuscini, cercando di non svegliarmi e poi mi baciò sulla fronte.
"dormi mia dolce Hator, avremo tempo di parlare nei prossimi giorni". Lo sentii bisbigliare nel dormiveglia.
Al mio risveglio vidi che lui era ancora seduto su una sedia di fianco al mio letto, mi sembrava che stesse dormendo invece era intento a leggere qualcosa. Non parve accorgersi del mio risveglio ma appena accennai a tirarmi su volse il suo splendido viso verso di me e mi sorrise.
Il mio respiro sembrò fermarsi per un secondo, forse ero veramente morta nel deserto e quello era il paradiso!
Ero intenta a fantasticare e non mi accorsi che mi aveva domandato qualche cosa.
"Stai bene?" Disse avvicinando il suo viso al mio.
Era così vicino a me che sentivo il calore del suo respiro sfiorarmi il viso.
Notai solo allora che si era tolto il turbante ed un ciuffo di capelli castani tutto scompigliato gli ricadeva sulla fronte solcata da una piccola ruga di preoccupazione.
Dovevo assolutamente rispondergli ma le parole non ne volevano sapere di uscire fuori dalla mia bocca. Cercai di riprendermi da quella visione ed alla fine riuscii solo a pronunciare “Che … che cosa? Mi hai chiesto qualcosa?”
“ti ho solo chiesto se stavi bene, mi sembrava che stessi delirando, avevi un’espressione strana sul viso, sembravi lontana anni luce”.
Ancora una volta nella mia vita avevo fatto la figura della stupida, che potevo rispondergli? Che quando lui mi guardava con quegli occhi verdi le mie facoltà mentali non esistevano più? Che figura avrei fatto, e poi neanche lo conoscevo, mi aveva detto solo il suo nome e qualche cosa riguardo al fatto che appartenesse ad una tribù, ma in fondo che sapevo di quel tipo? Bastava il fatto che fosse l’uomo più bello che avessi mai visto a giustificare quel mio comportamento? La risposta mi salì subito alle labbra... sì!!
Il suo splendido viso mi aveva completamente stregato!
“ero solo immersa nei miei pensieri” gli dissi, in fondo era la verità.
“capisco!... per un minuto mi hai fatto prendere uno spavento, sembrava che tu fossi in trans, come se stessi avendo una visione”
ed era proprio così pensai tra me e me.... un sorriso involontario mi salì alle labbra e sentii il mio sangue salire verso le gote. Sembrò non accorgersi di niente, ma vidi che anche lui stava sorridendo, era come se avesse capito quello che mi passava per la testa.
la tenda

1 commento:

Anonimo ha detto...

ciaoooo..ho inniziato oggi a leggere il tuo racconto...promette bene,ti seguiro.ciaooo.maria50.