sabato 19 marzo 2011

capitolo 25 Momenti di terrore

I giorni passavano tra alti e bassi, più ci addentravamo all'interno più il caldo si faceva sentire durante le ore del giorno mentre la notte il gelo mi  entrava fin dentro le ossa ma di Anuar non vi era traccia.
Stavo perdendo la speranza di trovarlo, la mia pancia stava crescendo a vista d'occhio, mi sarebbe stato impossibile nasconderla ancora per molto.
Avvertivo sempre di più il bisogno di fare un bagno e di dormire in un vero letto, il sacco a pelo stava diventando una vera tortura, passavo le notti a girarmi e rigirarmi su me stessa per trovare una posizione comoda e quando finalmente spossata mi addormentavo sorgeva il sole e si ripartiva.
Sempre più spesso mi accorgevo degli sguardi preoccupati di Hamed, non avrei potuto resistere a lungo, era arrivato il tempo di prendere una decisione... Feci un po' di calcoli, stavo per finire il quarto mese di gravidanza, mi diedi ancora una settimana di tempo... e poi sarei tornata a casa.
Aurora?” la voce di Hamed interruppe i miei pensieri.
che c'è Hamed?”
Non dovrebbe stancarsi così tanto nelle sue condizioni”
Il momento che tanto avevo temuto nelle ultime settimane era arrivato “quando l'hai scoperto?” gli chiesi.
penso di averlo sospettato sin da subito... quel giorno quando si è sentita male durante la visita alle tombe... perché ha deciso d'intraprendere questo viaggio nelle sue condizioni? Mi scusi se le ho fatto questa domanda ma non capisco cosa possa spingerla ad affrontare tutto questo”
sto cercando una cosa... ti prego Hamed dammi ancora una settimana, poi se non avrò trovato quello che cerco tornerò indietro” 
Rimase in silenzio per un tempo che m parve interminabile, poi scuotendo la testa mi rispose: “va bene, è lei che decide ma devo tornare all'oasi per caricare altre provviste... l'acqua sta scarseggiando ed anche la benzina sta per finire”
Non volevo tornare indietro, anche se solo per un giorno, dovevo usare tutto il tempo a mia disposizione. Sentivo che se fossi tornata alla civiltà difficilmente mi sarebbe stato concesso di proseguire le mie ricerche.
All’ora di pranzo arrivammo presso una minuscola oasi, quattro palme e una piccola polla d'acqua proprio nel mezzo del nulla.

se ha proprio deciso di rimanere dopo pranzo andremo a fare rifornimenti, siamo ad un paio d'ore di macchina da Farafra entro il tramonto saremmo di ritorno” disse Hamed.
A sentire quelle parole un'idea prese forma nella mia mente. “senti Hamed, perché non mi lasci qui? Mi eviterei una sfacchinata inutile e poi faresti molto più in fretta senza avermi tra i piedi.. che ne dici?”
non so... francamente non mi sembra una buona idea! Se le succedesse qualcosa mentre non ci sono? Sono io il responsabile della sua sicurezza ”
ti prego Hamed... che vuoi che mi succeda? Questa notte non ho dormito molto... ne approfitterò per riposare!”
ok... ma non deve assolutamente allontanarsi da qui!”
Certo Hamed... e poi dove potrei andare? C'è solo sabbia qui intorno”.
Lasciai che il polverone sollevato dalla jeep scomparisse all'orizzonte poi diedi uno sguardo tutto intorno a me e, quando fui sicura di essere completamente sola, tornai sotto il riparo delle palme, mi tolsi i vestiti tranne che per il camicione di lino e l'intimo e poi preso un pezzo di sapone corsi alla piccola vasca.
Mi immersi lentamente nell'acqua assaporando a pieno quel momento che avevo tanto agognato negli ultimi giorni... contrariamente a quel che avevo pensato l'acqua era abbastanza fredda e un brivido mi corse lungo la schiena.. quando fui immersa completamente tolsi anche il camicione, lo strofinai a fondo e lo stesi ad asciugare sul bordo della vasca poi procedetti allo stesso modo col mio corpo... era un toccasana per me poter finalmente fare un bagno.
Me la presi con calma, avevo tutto il tempo, Hamed non sarebbe tornato prima del tramonto ed io mi crogiolai nell'acqua chiudendo gli occhi. Probabilmente mi addormentai. Fui svegliata dal suono di voci sconosciute con un vago accento tedesco, aprii gli occhi qualcuno stava ritto sul bordo della polla d'acqua ma non riuscii a scorgerne i lineamenti perché avevo il sole proprio di fronte. Non avevo sentito arrivare la macchina nè i suoi passi avvicinarsi.
non sai che non si fa il bagno nell'acqua della pozza? Quell'acqua serve per cucinare” disse con voce sprezzante.
mi scusi... non lo sapevo” borbottai spaventata mentre con una mano cercavo di afferrare la camicia.
voi non sapete mai niente stupidi inglesi.. credete di essere i padroni del mondo... che ne diresti se ti facessi bere un po' di quest'acqua? Poi vediamo se la prossima volta usi il cervello!”
Sentii il terrore attanagliarmi le viscere e maledii me stessa per non essere tornata all'oasi con Hamed, poi sentii una mano spingermi la testa sott'acqua, iniziai a divincolarmi cercando di graffiare il mio assalitore.
Quando riuscii a riemergere sentii dei suoni di lotta intorno a me ma non me ne curai, saltai fuori dall'acqua il più velocemente possibile e corsi verso il deserto. Ma riuscii a fare solo pochi passi, qualcuno più veloce di me mi afferrò da dietro e mi caricò su una spalla come se fossi stata un sacco di patate, scalciai e graffiai con tutte le mie forze, ero una tigre che cercava di difendere il suo cucciolo, ma il tipo non voleva saperne di lasciarmi andare.


3 commenti:

Unknown ha detto...

Bello bello... e poi che foto indicatissime hai trovato!!! Brava !!

dany ha detto...

wow....bellissimo..... e ora chi sarà?.....non so come potrò resistere ad aspettare l'aggiornamento......complimenti

Andrè ha detto...

brava.....e adesso chi arriverà...Anuar....o Hamed........a salvarla?