lunedì 28 marzo 2011

capitolo 30 Conseguenze


Anuar
Aprii gli occhi, la luna era alta nel cielo, mi voltai verso Aurora col desiderio di stringerla tra le braccia ma lei non c'era, il giaciglio accanto a me era freddo, attesi qualche minuto che mi parvero anni mentre una strana ansia mi stringeva lo stomaco, poi non vedendola arrivare mi alzai e cominciai a vagare lì intorno cercando di scovare il suo profilo... ma niente, tutto intorno non si vedeva nessuno, il silenzio era rotto solo dal lieve frusciare del vento tra le fronde delle palme.
Mi rivestii in fretta, dovevo assolutamente trovarla, dove poteva essere andata? Sapeva quanto fosse pericoloso avventurarsi in giro la notte, oltretutto in quel posto era facile incontrare serpenti e scorpioni attirati dalla vicinanza dell'acqua.
Corsi giù per la collina ed andai a cercare Karim, avevo bisogno del suo aiuto per ritrovarla... il suo russare si sentiva già a distanza, entrai nella sua tenda di corsa cercando di svegliarlo,  “Karim... Karim svegliati!” 
Aprì un occhio ancora intontito dal sonno.. “ che ti prende Anuar, che c'è da urlare così nel cuore della notte?”
E' scomparsa Karim, mi sono svegliato e lei non c'era più.. la dobbiamo assolutamente trovare”, balzò in fretta su dal giaciglio pronto ad aiutarmi come sempre, quando uscimmo dalla tenda c'era Hamed ad aspettarci, aveva sentito tutto ed anche lui era pronto ad unirsi alle ricerche.
Ci dividemmo ed iniziammo a cercare le sue tracce partendo dalla base della piccola altura, non sarebbe stato facile, la terra era stata calpestata da troppe persone nelle ultime ore, iniziai a disperare, ma questa volta non mi sarei arreso, a costo di dover passare la sabbia del deserto granello per granello.
Mi avvicinai alla base della collina, attirato da un acre odore che ben conoscevo... e lei era là distesa tra gli steli rinsecchiti, col volto contratto da una smorfia di dolore, la sentii bisbigliare il mio nome... corsi verso di lei col cuore in gola.
Aurora... che ti è successo...” le chiesi in preda al panico, ma lei non riuscì a rispondermi, il corpo era scosso dai brividi della febbre. Aprì gli occhi e sembrò volermi dire qualcosa, ma poi si girò dalla parte opposta ed un getto di vomito uscì dalle sue labbra, mentre le sue braccia corsero ad abbracciare il ventre.
La presi tra le braccia, cercando di non farle del male, e poi corsi verso il riparo degli alberi, quando giunsi nei pressi vidi le sagome di Karim ed Hamed venirmi incontro.
che succede.. che cos'ha?” mi chiesero all'unisono, ma non sapevo che rispondergli... ero dilaniato dalla paura... La adagiai sul materasso e la coprii con entrambi i sacchi a pelo cercando di riscaldarla.
non so cosa le sia successo, l'ho trovata così ai piedi della collina, ha la febbre molto alta e non fa altro che vomitare e... non vorrei fosse stato un serpente o uno scorpione”.
Karim non mi lasciò finire la frase “penso di sapere io che cos'ha.." Lo guardai sorpreso da quelle parole... aspettando che continuasse il suo discorso. 
"è stato Richter.. quando le ha spinto la testa sott'acqua questo pomeriggio deve averne ingerito un po'... lei non ha i nostri anticorpi.. e poi nelle sue condizioni.. ” 
Hamed era rimasto a bocca aperta a sentire quelle parole.. non gli avevamo riferito quanto era successo quel pomeriggio, Aurora non aveva voluto dirgli niente per non farlo sentire in colpa.
“ è colpa mia, non avrei mai dovuto lasciarla da sola, ma ha tanto insistito... mi dispiace... dobbiamo portarla subito in un ospedale ”
No Hamed, tu non hai nessuna colpa... non penso che sia la soluzione giusta... farle fare un viaggio di notte nelle sue condizioni, non vorrei peggiorare la situazione.. forse potrei vedere se nel suo bagaglio ha qualcosa che potrebbe aiutarla a stare meglio solo che non so!” dissi stringendomi la testa tra le mani... non riuscivo a pensare lucidamente, il solo pensiero che potesse succederle qualcosa mi devastava... mi sentivo completamente impotente
sentite, mio cugino è medico, vive a Farafra, potrei andare da lui con la jeep e chiedergli di venire qui... nel giro di qualche ora potrei essere di ritorno con lui”
A quelle parole uno spiraglio di luce si apri nel mio cuore. 
grazie Hamed, ti sarò sempre debitore” mi feci coraggio e cercai di prendere in mano la situazione.
“Karim, dobbiamo abbassarle la febbre intanto che aspettiamo il ritorno di hamed... ho bisogno di acqua fredda e di qualche pezza di stoffa”.

3 commenti:

Trilly ha detto...

Maaamma mia com'è bello! Complimenti davvero!!

Unknown ha detto...

Che emozioni... e che ansia.... Stupendo!!!

dany ha detto...

o.m.g........ che ansia!....... facci sapere!!!!