Attraversammo tutta la piccola cittadina, dirigendoci verso la grande striscia scura che tagliava in due le sabbie del deserto, man mano che procedevamo il paesaggio cambiava, dalla sabbia soffice come polvere di cipria si passò a piccole collinette rocciose dai variopinti colori, nonostante avessi passato già più di un mese tra quel paesaggio ogni volta restavo stupita di fronte a quei cambiamenti repentini. Il deserto aveva una vita propria che il vento e la sabbia disegnavano a loro piacimento. Anuar si era seduto vicino a me e ogni tanto prendeva la mia mano tra le sue e se la portava alle labbra.
“va tutto bene tesoro?”
“Sì... benissimo..” mi appoggiai a lui e socchiusi gli occhi.
“vuoi che ci fermiamo da qualche parte a riposare? Sembri stanca!”
“No sto bene.. davvero!! Ho riposato per così tanto tempo negli ultimi giorni... vorrei tanto camminare un po'!”
“senti facciamo così... ora tu ti sdrai un po' e ti riposi e poi appena arriviamo all'oasi di Dakha pranziamo e nel tardo pomeriggio quando farà un po' più fresco andremo a visitare la vecchia Kasbah sono sicuro che ti piacerà... che ne dici?”
“ma io non ho sonno...”
“Ti prego... Aurora...”
“Ok, se per te è così importante cercherò di dormire... ma non ti prometto niente”.
Mi distesi sul sedile appoggiando la testa sulle sue ginocchia mentre lui mi accarezzava i capelli.., mi ritrovai a fissare il movimento regolare di un piccolo filo che pendeva dal soffitto della jeep, la mochette nonostante fosse ancora coperta dal nylon era sollevata ai lati e si stava sfilacciando tutta... sembrava che sui quattro angoli fossero state applicate delle frange, dopo pochi minuti caddi in un sonno profondo cullata dal dondolio della macchina.
“Aurora... Svegliati siamo quasi arrivati!”
Sentii Anuar che mi stava chiamando “tesoro sei sveglia?”
Aprii gli occhi e mi ritrovai a scrutare dentro i suoi, ”buongiorno principessa.. e meno male che non avevi sonno... hai dormito per due ore di fila”. Mi disse sorridendo mentre due piccole rughe si formarono ai lati di quegli occhi splendidi.
Le sue labbra che si trovavano a pochi centimetri dalle mie erano un invito a cui non seppi resistere... allungai le braccia e lo tirai verso me, la sua barba appena accennata mi solleticava le guance... assaporai il suo respiro, le sue labbra morbide sulle mie, mentre la mia lingua esplorava la sua bocca in cerca della sua... infilai la mano sotto la sua camicia ed iniziai ad accarezzarlo sentendo la sua eccitazione crescere... si staccò in fretta da me... l'avevo colto di sorpresa!
“tu così mi farai morire... ne sei consapevole?” mi disse con la voce roca dall'eccitazione quando lo lasciai andare ansimante.
“Ehm.... siamo arrivati!” disse Hamed.
Povero ragazzo mi ero completamente dimenticata di lui... avevo cercato di circuire il mio uomo proprio davanti a lui... arrossii e poi scoppiai a ridere divertita da quella situazione.
“c'è poco da ridere... in questa maniera farai prendere un infarto a quel povero ragazzo.. e non solo a lui...” poi scoppiò a ridere. “su andiamo prima che ci arrestino per atti osceni... non hai fame?”
In effetti avevo una fame da lupi, da quella mattina non avevo mangiato più nulla, mi ricomposi e poi scesi dall'auto per andare a pranzo.
Mangiammo sotto un piccolo pergolato di giunchi proprio di fronte alla Kasbah che avremmo visitato quel pomeriggio.. il sole cocente faceva danzare l'asfalto, ma sotto la pergola un leggero filo d'aria rendeva il caldo sopportabile. C'era un gruppetto di turisti seduti nel tavolo di fronte a noi, non appena tutti si furono accomodati ed iniziò ad arrivare il cibo uno stuolo di cani piuttosto malridotti iniziò a girarci intorno in cerca di qualcosa da mangiare... una vecchia signora prese qualche pezzo di carne in più e glielo lanciò mentre Hamed la guardava torvo...
“che hai Hamed? Anche quei poveri cani hanno diritto di mangiare!” gli dissi risentita dal suo atteggiamento, ma lui non mi rispose, mangiò in fretta quello che aveva nel piatto e poi si allontanò all'ombra di un sicomoro. Non aveva mai reagito così e ci rimasi molto male.
“perchè si è comportato così? Che ho detto di male?” chiesi ad Anuar.
“vedi Aurora... in questo paese ci sono ancora bambini che muoiono di fame, e vedere il cibo sprecato così deve avergli dato fastidio... non ce l'ha con te...”
“ma anche quei poveri cani devono pur mangiare...”
“qui non funziona come da voi... quei cani che hai visto sono dei proprietari del locale, si occupano loro di dargli da mangiare gli avanzi... quella turista dandogli la sua carne ha offeso Hamed...”
“... non lo sapevo... vado a chiedergli scusa!”
Mi prese la mano prima che potessi alzarmi “non lo fare, Hamed sa che non ce l'avevi con lui... lascialo stare, vedrai che prima di sera tornerà ad essere l'uomo che hai conosciuto”.
“spero che sia proprio come dici tu... è stato un buon amico e mi dispiacerebbe aver rovinato tutto così stupidamente, scordo sempre che ci troviamo in un paese con usi molto diversi dal mio”
“dai su non preoccuparti... ti va ancora di fare un giro nelle vecchie rovine della Kasbah? Ora fa un po' più fresco e se vuoi possiamo andare”
“si certo...” gli risposi gettando un'ultima occhiata verso Hamed che stava fumando una sigaretta apoggiato al tronco dell'albero.
Mi appoggiai al braccio di Anuar e ci incamminammo verso la piccola cittadina fortificata, passeggiare per i vicoli ormai in disuso era come fare un passo indietro nel passato.
Passeggiammo mano nella mano all'ombra delle case diroccate ogni tanto qualche bambino ci veniva incontro, mi prendeva la mano e mi portava a vedere il negozio dei suoi genitori... non riuscivo a dire di no a quei piccoli furbacchioni con gli occhi color della notte ed i visi tutti sporchi, li seguivo abbandonando la mano di Anuar che mi seguiva sorridendo e compravo un piccolo souvenir da ognuno di loro... bastava così poco per renderli felici!
Quando arrivammo sotto a quelle che un tempo erano le finestre dell'harem Anuar mi raccontò di come le ragazze si nascondessero dietro le grate e vedendo passare il loro amato gettassero un fiore ai suoi piedi per testimoniare il loro favore.
Fu una magnifica giornata, e quando le ombre della sera si allungarono sopra di noi ci avviammo verso l'albergo.
“va tutto bene tesoro?”
“Sì... benissimo..” mi appoggiai a lui e socchiusi gli occhi.
“vuoi che ci fermiamo da qualche parte a riposare? Sembri stanca!”
“No sto bene.. davvero!! Ho riposato per così tanto tempo negli ultimi giorni... vorrei tanto camminare un po'!”
“senti facciamo così... ora tu ti sdrai un po' e ti riposi e poi appena arriviamo all'oasi di Dakha pranziamo e nel tardo pomeriggio quando farà un po' più fresco andremo a visitare la vecchia Kasbah sono sicuro che ti piacerà... che ne dici?”
“ma io non ho sonno...”
“Ti prego... Aurora...”
“Ok, se per te è così importante cercherò di dormire... ma non ti prometto niente”.
Mi distesi sul sedile appoggiando la testa sulle sue ginocchia mentre lui mi accarezzava i capelli.., mi ritrovai a fissare il movimento regolare di un piccolo filo che pendeva dal soffitto della jeep, la mochette nonostante fosse ancora coperta dal nylon era sollevata ai lati e si stava sfilacciando tutta... sembrava che sui quattro angoli fossero state applicate delle frange, dopo pochi minuti caddi in un sonno profondo cullata dal dondolio della macchina.
“Aurora... Svegliati siamo quasi arrivati!”
Sentii Anuar che mi stava chiamando “tesoro sei sveglia?”
Aprii gli occhi e mi ritrovai a scrutare dentro i suoi, ”buongiorno principessa.. e meno male che non avevi sonno... hai dormito per due ore di fila”. Mi disse sorridendo mentre due piccole rughe si formarono ai lati di quegli occhi splendidi.
Le sue labbra che si trovavano a pochi centimetri dalle mie erano un invito a cui non seppi resistere... allungai le braccia e lo tirai verso me, la sua barba appena accennata mi solleticava le guance... assaporai il suo respiro, le sue labbra morbide sulle mie, mentre la mia lingua esplorava la sua bocca in cerca della sua... infilai la mano sotto la sua camicia ed iniziai ad accarezzarlo sentendo la sua eccitazione crescere... si staccò in fretta da me... l'avevo colto di sorpresa!
“tu così mi farai morire... ne sei consapevole?” mi disse con la voce roca dall'eccitazione quando lo lasciai andare ansimante.
“Ehm.... siamo arrivati!” disse Hamed.
Povero ragazzo mi ero completamente dimenticata di lui... avevo cercato di circuire il mio uomo proprio davanti a lui... arrossii e poi scoppiai a ridere divertita da quella situazione.
“c'è poco da ridere... in questa maniera farai prendere un infarto a quel povero ragazzo.. e non solo a lui...” poi scoppiò a ridere. “su andiamo prima che ci arrestino per atti osceni... non hai fame?”
In effetti avevo una fame da lupi, da quella mattina non avevo mangiato più nulla, mi ricomposi e poi scesi dall'auto per andare a pranzo.
Mangiammo sotto un piccolo pergolato di giunchi proprio di fronte alla Kasbah che avremmo visitato quel pomeriggio.. il sole cocente faceva danzare l'asfalto, ma sotto la pergola un leggero filo d'aria rendeva il caldo sopportabile. C'era un gruppetto di turisti seduti nel tavolo di fronte a noi, non appena tutti si furono accomodati ed iniziò ad arrivare il cibo uno stuolo di cani piuttosto malridotti iniziò a girarci intorno in cerca di qualcosa da mangiare... una vecchia signora prese qualche pezzo di carne in più e glielo lanciò mentre Hamed la guardava torvo...
“che hai Hamed? Anche quei poveri cani hanno diritto di mangiare!” gli dissi risentita dal suo atteggiamento, ma lui non mi rispose, mangiò in fretta quello che aveva nel piatto e poi si allontanò all'ombra di un sicomoro. Non aveva mai reagito così e ci rimasi molto male.
“perchè si è comportato così? Che ho detto di male?” chiesi ad Anuar.
“vedi Aurora... in questo paese ci sono ancora bambini che muoiono di fame, e vedere il cibo sprecato così deve avergli dato fastidio... non ce l'ha con te...”
“ma anche quei poveri cani devono pur mangiare...”
“qui non funziona come da voi... quei cani che hai visto sono dei proprietari del locale, si occupano loro di dargli da mangiare gli avanzi... quella turista dandogli la sua carne ha offeso Hamed...”
“... non lo sapevo... vado a chiedergli scusa!”
Mi prese la mano prima che potessi alzarmi “non lo fare, Hamed sa che non ce l'avevi con lui... lascialo stare, vedrai che prima di sera tornerà ad essere l'uomo che hai conosciuto”.
“spero che sia proprio come dici tu... è stato un buon amico e mi dispiacerebbe aver rovinato tutto così stupidamente, scordo sempre che ci troviamo in un paese con usi molto diversi dal mio”
“dai su non preoccuparti... ti va ancora di fare un giro nelle vecchie rovine della Kasbah? Ora fa un po' più fresco e se vuoi possiamo andare”
“si certo...” gli risposi gettando un'ultima occhiata verso Hamed che stava fumando una sigaretta apoggiato al tronco dell'albero.
Mi appoggiai al braccio di Anuar e ci incamminammo verso la piccola cittadina fortificata, passeggiare per i vicoli ormai in disuso era come fare un passo indietro nel passato.
Passeggiammo mano nella mano all'ombra delle case diroccate ogni tanto qualche bambino ci veniva incontro, mi prendeva la mano e mi portava a vedere il negozio dei suoi genitori... non riuscivo a dire di no a quei piccoli furbacchioni con gli occhi color della notte ed i visi tutti sporchi, li seguivo abbandonando la mano di Anuar che mi seguiva sorridendo e compravo un piccolo souvenir da ognuno di loro... bastava così poco per renderli felici!
Quando arrivammo sotto a quelle che un tempo erano le finestre dell'harem Anuar mi raccontò di come le ragazze si nascondessero dietro le grate e vedendo passare il loro amato gettassero un fiore ai suoi piedi per testimoniare il loro favore.
Fu una magnifica giornata, e quando le ombre della sera si allungarono sopra di noi ci avviammo verso l'albergo.
L'Hotel era una splendida architettura araba, sembrava un piccolo villaggio formato da tante piccole casette dalle cupole rosa che alle luci del tramonto sembravano uscite direttamente dalle storie de le mille e una notte.
Alla reception ci diedero la chiave del nostro bungalow, percorremmo il vialetto lastricato ai lati del quale erano disposti tutta una serie di tavolini e sedie in bambù, in cerca della nostra casetta.
Appena ne varcai la soglia rimasi folgorata dalla bellezza della stanza... il soffitto a cupola era formato da centinaia di mattoncini multicolori disposti in modo da formare una spirale... non vi erano vere e proprie finestre, l'aria filtrava attraverso delle piccole feritoie poste poco sotto il livello della cupola e raggruppate a tre alla volta.
Sul pavimento di legno grezzo erano disposti tappeti intessuti a mano, e nel centro della stanza sopra ad uno scranno che ricordava i sarcofaghi in granito degli antichi Re c'era il materasso dietro il quale un grande arazzo che fungeva da testiera raffigurava antiche scene di caccia del Faraone.
Rimasi letteralmente a bocca aperta di fronte a quella visione, mi girai verso Anuar e gli dissi “questo posto è veramente stupendo, sembra appena uscito da un libro di fiabe!”
“bello vero? Che ne dici di sederci qua fuori a vedere il tramonto?”
“idea stupenda!”
Ci sedemmo ad uno dei tavolini, appoggiai la testa sulla sua spalla ed ammirai lo spettacolo che la natura offriva ai nostri occhi, Anuar prese la mia mano tra le sue, giocò a lungo con le mie dita e poi se la portò alle labbra, mi girai a guardarlo, i suoi occhi nei miei... posai un leggero bacio sulle sue labbra... avevo una famiglia, un uomo che mi amava... ero felice, finalmente dopo tanta sofferenza la mia vita stava prendendo la strada giusta... “Ti amo” pronunciai quelle parole senza neanche rendermene conto.
“Anch'io ti amo Aurora, più della mia stessa vita!” e mi posò un bacio sulla fronte.
Il sole era tramontato, all'orizzonte spuntarono le prime timide stelle e una leggera brezza si alzò tutto intorno a noi.
“che ne diresti di ritornare nella stanza? Sta iniziando a fare freddo qui fuori”
“Ok... andiamo” mi mise il suo braccio attorno alla vita e andammo in camera. Ero stanca, la passeggiata del pomeriggio stava dando i suoi frutti.
Mi distesi sopra il letto e chiusi gli occhi mentre Anuar prese tra le sue mani i miei piedi ed iniziò a massaggiarli sapientemente... probabilmente mi addormentai... quando riaprii gli occhi lui non c'era, la stanza era immersa nella penombra, qualcuno aveva acceso delle candele, mi tirai su e scorsi i vestiti di Anuar gettati su una sedia ed un filo di luce che filtrava da quella che doveva essere la porta del bagno.
Mi avvicinai silenziosamente ed aprii piano la porta cercando di non fare rumore, lui era lì... immerso nella schiuma della vasca da bagno, non poteva vedermi... era girato con le spalle alla porta.
Tornai nella stanza, sfilai il vestito rosa ormai tutto sgualcito e in punta di piedi entrai nel bagno.
Era ancora nella stessa posizione di poco prima, mi avvicinai lentamente... la testa appoggiata al bordo della grande vasca... gli occhi chiusi... sembrava stesse dormendo, mi avvicinai ancora di più e posai le mie labbra sulle sue, un sorriso gli increspò il viso, le sue mani si posarono sui miei fianchi e mi tirarono verso di lui... schizzando la schiuma sul pavimento.
“pensavi di farmela eh?” disse ridendo quando finalmente le nostre bocche si distaccarono.
“pensavo che stessi dormendo... ma come...” gli chiesi stupita.. come aveva fatto ad accorgersi del mio arrivo? Avevo fatto tutto silenziosamente.
“quando prima ti sei affacciata alla porta ho sentito uno spiffero d'aria sulla schiena... ho fatto finta di niente... volevo vedere che avevi in mente...” e mi spruzzò l'acqua sulla faccia.
Alla reception ci diedero la chiave del nostro bungalow, percorremmo il vialetto lastricato ai lati del quale erano disposti tutta una serie di tavolini e sedie in bambù, in cerca della nostra casetta.
Appena ne varcai la soglia rimasi folgorata dalla bellezza della stanza... il soffitto a cupola era formato da centinaia di mattoncini multicolori disposti in modo da formare una spirale... non vi erano vere e proprie finestre, l'aria filtrava attraverso delle piccole feritoie poste poco sotto il livello della cupola e raggruppate a tre alla volta.
Sul pavimento di legno grezzo erano disposti tappeti intessuti a mano, e nel centro della stanza sopra ad uno scranno che ricordava i sarcofaghi in granito degli antichi Re c'era il materasso dietro il quale un grande arazzo che fungeva da testiera raffigurava antiche scene di caccia del Faraone.
Rimasi letteralmente a bocca aperta di fronte a quella visione, mi girai verso Anuar e gli dissi “questo posto è veramente stupendo, sembra appena uscito da un libro di fiabe!”
“bello vero? Che ne dici di sederci qua fuori a vedere il tramonto?”
“idea stupenda!”
Ci sedemmo ad uno dei tavolini, appoggiai la testa sulla sua spalla ed ammirai lo spettacolo che la natura offriva ai nostri occhi, Anuar prese la mia mano tra le sue, giocò a lungo con le mie dita e poi se la portò alle labbra, mi girai a guardarlo, i suoi occhi nei miei... posai un leggero bacio sulle sue labbra... avevo una famiglia, un uomo che mi amava... ero felice, finalmente dopo tanta sofferenza la mia vita stava prendendo la strada giusta... “Ti amo” pronunciai quelle parole senza neanche rendermene conto.
“Anch'io ti amo Aurora, più della mia stessa vita!” e mi posò un bacio sulla fronte.
Il sole era tramontato, all'orizzonte spuntarono le prime timide stelle e una leggera brezza si alzò tutto intorno a noi.
“che ne diresti di ritornare nella stanza? Sta iniziando a fare freddo qui fuori”
“Ok... andiamo” mi mise il suo braccio attorno alla vita e andammo in camera. Ero stanca, la passeggiata del pomeriggio stava dando i suoi frutti.
Mi distesi sopra il letto e chiusi gli occhi mentre Anuar prese tra le sue mani i miei piedi ed iniziò a massaggiarli sapientemente... probabilmente mi addormentai... quando riaprii gli occhi lui non c'era, la stanza era immersa nella penombra, qualcuno aveva acceso delle candele, mi tirai su e scorsi i vestiti di Anuar gettati su una sedia ed un filo di luce che filtrava da quella che doveva essere la porta del bagno.
Mi avvicinai silenziosamente ed aprii piano la porta cercando di non fare rumore, lui era lì... immerso nella schiuma della vasca da bagno, non poteva vedermi... era girato con le spalle alla porta.
Tornai nella stanza, sfilai il vestito rosa ormai tutto sgualcito e in punta di piedi entrai nel bagno.
Era ancora nella stessa posizione di poco prima, mi avvicinai lentamente... la testa appoggiata al bordo della grande vasca... gli occhi chiusi... sembrava stesse dormendo, mi avvicinai ancora di più e posai le mie labbra sulle sue, un sorriso gli increspò il viso, le sue mani si posarono sui miei fianchi e mi tirarono verso di lui... schizzando la schiuma sul pavimento.
“pensavi di farmela eh?” disse ridendo quando finalmente le nostre bocche si distaccarono.
“pensavo che stessi dormendo... ma come...” gli chiesi stupita.. come aveva fatto ad accorgersi del mio arrivo? Avevo fatto tutto silenziosamente.
“quando prima ti sei affacciata alla porta ho sentito uno spiffero d'aria sulla schiena... ho fatto finta di niente... volevo vedere che avevi in mente...” e mi spruzzò l'acqua sulla faccia.
Giocammo nella vasca come due bambini schizzandoci l'un l'altro e ridendo come pazzi, poi all'improvviso si fece serio... i suoi occhi colmi di desiderio incatenati ai miei... prese il mio viso tra le mani e poi attirandomi a se mi baciò... prima dolcemente poi man mano si fece sempre più audace. Sentivo le sue mani accarezzarmi tutto il corpo … lunghi brividi di piacere mi corsero giù per la schiena... quando la sua bocca si chiuse su uno dei miei capezzoli un ansimo di piacere sfuggì dalle mie labbra. Sentivo la sua erezione premere contro di me... mi sollevò il bacino e mi sistemò sopra di lui, le sue spinte lente e regolari prima e sempre più forti poi mi fecero urlare di piacere.
Alla fine esausti ci abbandonammo contro l'orlo della vasca mi avvolse tra le sue braccia e mi baciò i capelli cullandomi contro il suo corpo.
“stai bene amore mio?” mi sussurrò nell'orecchio.
“mai stata meglio di così”gli risposi sorridendo.
“forse sarebbe meglio tornare in camera... l'acqua sta diventando fredda e se non sbaglio è quasi ora di cena...”
“sto così bene qui con te che non mi ero accorta che fosse così tardi!”
“non preoccuparti.. avremmo tanto di quel tempo per stare insieme che alla fine ti stuferai di avermi accanto!” mi disse sorridendo.
“questo non succederà mai..” gli risposi tirandomi su.
Il bagno sembrava una palude, sul pavimento c'erano litri e litri d'acqua.
“sembra che abbiamo combinato proprio un bel macello... povere cameriere!” dissi sconcertata da quella scena.
“Eh sì... ora dobbiamo stare attenti a non scivolare...”
Uscì dalla vasca, mi prese tra le braccia mi avvolse in un telo di spugna e ancora tutto grondante corse in camera.. mi posò sul lettone ed iniziò a ad asciugarmi facendomi il solletico
“ahahaah smettila ti prego... non ne posso piùùùù!”
Ci sdraiammo vicini per qualche minuto tenendoci per mano e guardandoci negli occhi felici... poi ci alzammo, ci vestimmo e salimmo sulla grande terrazza dove era stato allestito il buffet della cena.
Alla fine esausti ci abbandonammo contro l'orlo della vasca mi avvolse tra le sue braccia e mi baciò i capelli cullandomi contro il suo corpo.
“stai bene amore mio?” mi sussurrò nell'orecchio.
“mai stata meglio di così”gli risposi sorridendo.
“forse sarebbe meglio tornare in camera... l'acqua sta diventando fredda e se non sbaglio è quasi ora di cena...”
“sto così bene qui con te che non mi ero accorta che fosse così tardi!”
“non preoccuparti.. avremmo tanto di quel tempo per stare insieme che alla fine ti stuferai di avermi accanto!” mi disse sorridendo.
“questo non succederà mai..” gli risposi tirandomi su.
Il bagno sembrava una palude, sul pavimento c'erano litri e litri d'acqua.
“sembra che abbiamo combinato proprio un bel macello... povere cameriere!” dissi sconcertata da quella scena.
“Eh sì... ora dobbiamo stare attenti a non scivolare...”
Uscì dalla vasca, mi prese tra le braccia mi avvolse in un telo di spugna e ancora tutto grondante corse in camera.. mi posò sul lettone ed iniziò a ad asciugarmi facendomi il solletico
“ahahaah smettila ti prego... non ne posso piùùùù!”
Ci sdraiammo vicini per qualche minuto tenendoci per mano e guardandoci negli occhi felici... poi ci alzammo, ci vestimmo e salimmo sulla grande terrazza dove era stato allestito il buffet della cena.
1 commento:
Meravigliosoooooo!!!! Bellissima descrizione e wooowww la vasca!!
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