martedì 5 luglio 2011

Capitolo 57

Anuar

Deluso tornai sui miei passi, non c'era niente che potessi fare, avrei dovuto aspettare la mattina dopo per riuscire a parlare con mio padre.
Mi diressi verso le stalle dove poco prima avevo lasciato Artax sperando che Karim si trovasse ancora lì, avevo bisogno di sfogarmi con lui.. non fu necessario arrivare sino alle scuderie, me lo ritrovai proprio di fronte appena uscii nel cortile del palazzo ... stava discutendo con una guardia.
dove stai andando con quella faccia Anuar?” mi urlò vedendomi passare.
veramente stavo venendo a cercare te...” lo raggiunsi e appena si liberò del suo interlocutore gli spiegai quello che era successo.
mio padre non mi ha ricevuto, era in compagnia... mi ha fatto sapere che non vuole essere disturbato sino a domani mattina, quindi dobbiamo dire addio ai nostri progetti di ripartire all'alba... senti... non ho alcuna voglia di ritirarmi in camera mia, ci saranno i ragazzi alla taverna?”
possiamo andare a vedere... e poi ho una fame!”
sei sempre il solito!”
anche tu dovresti mangiare qualcosa, non ti ho visto mettere niente sotto i denti in tutto il giorno, devi tenerti in forze se vuoi ritrovare Aurora, se non sarai in grado di reggerti in piedi come farai ad intraprendere le tue ricerche?”
hai ragione Karim, ma il mio stomaco sembra stretto in una morsa, l'ultima cosa a cui penso è proprio il cibo”
su dai vieni, magari con l'aiuto dei ragazzi riuscirò a tirarti un po' su di morale”
Sapevo che aveva ragione quando diceva che avrei dovuto tenermi in forze ma non riuscivo ad ingoiare niente, l'ansia per la sorte di Aurora mi stava divorando lentamente, sentivo che se non l'avessi ritrovata al più presto sarei impazzito.
Quando arrivammo alla taverna i ragazzi del nostro corpo di guardia erano tutti lì, seduti ad un grande tavolo ridevano e parlavano tranquillamente. Quando ci scorsero arrivare mi vennero incontro dandomi sonore pacche sulle spalle, erano mesi che mancavo da casa ed anch'io avevo sentito la loro mancanza, in fondo ci conoscevamo da sempre, li salutammo e poi ci unimmo a loro per cena.
La cena proseguì serena tra le risa ed i racconti dei miei amici, io li guardavo,  sforzandomi di sorridere ai vari aneddoti di cui mi misero al corrente ma, la mia mente era altrove.
Anuar … ti va una partita a sekmeth?”
Anuar... sei con noi?”
avete detto qualcosa?”
ma che hai questa sera? Sei irriconoscibile, sembra che tu sia miglia e miglia lontano da noi, sei sicuro di sentirti bene?”
Avevano perfettamente ragione, non era da me comportarmi così... non ero più il ragazzo spensierato che conoscevano loro... quei pochi mesi passati lontano da casa mi avevano completamente trasformato... ero un uomo adesso e tra poco tempo sarei diventato un padre, era passato il periodo dei giochi!  
Guardai nel piatto, il cibo era ancora tutto lì, avevo giocherellato con la forchetta per tutta la sera pensando al modo migliore per parlare a mio padre di Aurora, non aveva senso restare lì.
si... sto benissimo... sono solo molto stanco, scusate ragazzi, ma ora devo proprio andare... tu Karim resta pure se vuoi, ci vediamo domani... buonanotte!”
Mi alzai ed uscii dal locale, tra il brusio delle voci dei miei compagni che non riuscivano a capire che cosa mi stesse succedendo, c'era un abisso invalicabile ormai tra di noi... per quanto Karim si sforzasse di non farmi pensare a quello che era successo a Luxor la mia mente continuava a tornare in quella stanza dove sembrava fosse scoppiato un uragano.
Alzai lo sguardo, una splendida luna piena brillava alta nel cielo sopra di me illuminando il mio cammino... chissà dove si trovava Aurora in quel momento, se stava bene, se aveva paura... forse anche lei stava guardando quella stessa luna in quello stesso momento... se chiudevo gli occhi potevo immaginare che fosse proprio lì accanto a me mentre con il viso rivolto verso l'alto canticchiava una nenia al nostro bambino... “ti prego fa che non le sia successo niente!”
guardai ancora per un attimo il grande astro celeste come a chiederle una conferma alla mia preghiera e poi mi avviai di buon grado a palazzo.
Le veglie dei giorni precedenti e la preoccupazione per la sorte di Aurora mi avevano lasciato completamente privo di forze... arrivato in quella che era sempre stata la mia stanza mi gettai sul letto completamente vestito e dopo pochi secondi mi addormentai.
Stavo correndo in un lungo corridoio buio, potevo vedere Aurora proprio di fronte a me, ma ogni volta che stavo per raggiungerla, allungando la mano per toccarla, qualcosa mi spingeva lontano da lei... urlavo con tutte le mie forze il suo nome ma lei sembrava non sentirmi... mi risvegliai completamente fradicio di sudore col cuore che batteva a mille nel mio petto, ero disteso sul mio letto... un raggio di luna che filtrava attraverso gli spessi tendaggi illuminava la stanza proiettando strane ombre sui muri tutto attorno a me...

ancora frastornato da quell'incubo, mi affacciai alla finestra, fuori non c'era anima viva, gli unici suoni che riuscii a distinguere erano il mio respiro affannato e il sibilo del vento che fischiava attraverso le fessure dei muri... l'aria fresca della notte a contatto con la pelle accaldata mi fece venire i brividi... quanto ancora mancava all'alba? Possibile che fosse ancora così presto?
Quell'attesa mi snervava, volevo parlare con mio padre e ripartire il prima possibile, sapevo che sarebbe stato difficile spuntarla con lui, ma dovevo giocarmi il tutto per tutto, in fondo non eravamo più nel medioevo ed io avevo tutto il diritto di scegliere con chi avrei passato il resto della mia vita... saldo delle mie convinzioni mi rimisi a letto e dopo poco mi addormentai... la notte proseguì  tranquilla... nessun incubo venne a turbare il mio sonno questa volta.

Toc Toc... mi rigirai nel letto, nella nebbia del sonno mi parve che qualcuno stesse bussando alla mia porta ma i miei occhi si rifiutarono di aprirsi... Toc Toc, ancora quel suono, mi tirai su ancora assonnato, Toc Toc … allora avevo sentito bene, non avevo sognato, chi poteva essere? Mi voltai verso la finestra, un raggio di sole filtrava attraverso gli spessi tendaggi... avevo dormito troppo, il sole era già alto nel cielo, mi infilai i vestiti addosso e andai ad aprire di corsa.
Anuar ... non dovevi andare a parlare con tuo padre?”
lo so Karim, sono rimasto addormentato... sono proprio uno stupido!”
non prendertela e poi tuo padre è ancora chiuso nella sua stanza, ho immaginato che stessi ancora dormendo e quindi ho pensato di venirti a svegliare ... vai ora, ti aspetto qui!”
grazie Karim sei proprio un amico, non so che farei senza di te”
Mi lavai il viso con l'acqua fredda del catino che qualcuno aveva posto vicino al letto sperando che mi aiutasse a svegliarmi del tutto e poi mi precipitai correndo giù per le scale diretto alla sala delle udienze, avevo un appuntamento col destino e non potevo assolutamente permettermi di arrivare in ritardo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Gli appuntamenti con il destino sono i miei preferiti...chissà se Anuar riuscirà a convincere suo padre!
Trilly

Anonimo ha detto...

Mamma mia che ansia.... bellissimo ed emozionante come sempre. Ed ora vediamo come affronterà il grande faraone.... aspetto....

mery robert ha detto...

questo capitolo è stato troppo corto ...spero il prossimo più lungo...qst miraggio mi piace.