Aurora
Nel giro di mezz'ora, la ragazza della reception a cui mi ero rivolta, mi richiamò .
“buonasera signora Mansen... la chiamo per dirle che, se per lei va bene, avrei trovato un volo con disponibilità di posti in partenza per il Cairo questa sera alle 20.55 ... arriverà lì alle 22.05, purtroppo non ci sono partenze dal Cairo per Londra sino alle 9.30 di domattina... se per lei va bene questa sistemazione le posso prenotare il volo, altrimenti le cerco un altra soluzione”
“Avrei preferito un volo diretto... ma se non ci sono altre soluzioni...”
“se preferisce posso trovarle qualche partenza domani mattina ma comunque deve far sempre scalo al Cairo..”
“no.. la ringrazio... va benissimo così, almeno avrò tempo di riposarmi un po' tra un volo e l'altro..”
“ha bisogno che le prenoti una stanza al Cairo?”
“no la ringrazio, provvederò personalmente... grazie di tutto”
Non volevo rimanere un attimo più del necessario in quel paese dove ogni cosa mi faceva pensare a lui.... lui... non riuscivo a pronunciare neppure il suo nome, mi guardavo allo specchio... e pensavo a quel bambino che non avrebbe mai conosciuto suo padre, sapevo che avrei dovuto essere forte per entrambi ma l'unica cosa che riuscivo a fare era piangere.
Intorno alla gola il groppo era diventato come un nodo scorsoio, vi passavo le mani cercando di liberarmi di quella corda invisibile che non mi permetteva di ingoiare nulla ma ottenevo solo l'effetto contrario, più passavano le ore e più mi sentivo soffocare.
Qualche ora prima della partenza dell'aereo chiamai un taxi e mi recai all'aeroporto... salii sulla macchina e chiusi gli occhi, la paura di incontrare in mezzo alla folla quei due occhi che avevano la capacità di stregarmi era troppo forte... avrei voluto risvegliarmi con la consapevolezza che era stato tutto un sogno ma sapevo che non sarebbe stato così.
Quando l'aereo decollò da Luxor mi voltai verso l'oblò a guardare per l'ultima volta quella città che mi aveva regalato tanta felicità.. sebbene fosse ormai buio potevo distinguere il grande fiume che divideva in due la città... da una parte gli edifici tra cui potei distinguere distintamente le colonne illuminate del grande tempio, e dall'altra il profilo della montagna tebana, custode delle tombe dei grandi faraoni, si ergeva scura nella notte.
Quando l'aereo decollò da Luxor mi voltai verso l'oblò a guardare per l'ultima volta quella città che mi aveva regalato tanta felicità.. sebbene fosse ormai buio potevo distinguere il grande fiume che divideva in due la città... da una parte gli edifici tra cui potei distinguere distintamente le colonne illuminate del grande tempio, e dall'altra il profilo della montagna tebana, custode delle tombe dei grandi faraoni, si ergeva scura nella notte.
Proprio nel mezzo delle scure acque del fiume riuscii a scorgere la sagoma del piccolo triangolo di terra dove avevo lasciato il mio cuore, se chiudevo gli occhi rivedevo Anuar sulla terrazza mentre discuteva con Karim del suo imminente matrimonio con un altra donna... come potevo essermi sbagliata così tanto su di lui?
Cercai di non pensare a quello che avevo sentito, di scacciare quei ricordi dolorosi che continuavano a trafiggermi il petto.... infilai le cuffie cercando di isolarmi dal resto del mondo... la canzone di James Blunt esplose nelle mie orecchie come un fulmine... descriveva appieno la mia situazione... mi lasciai cullare da quelle note tristi mentre dai miei occhi iniziarono a scendere silenziose le lacrime.
“hai toccato il mio cuore,
hai toccato la mia anima
hai cambiato la mia vita
e tutti i miei obiettivi...
...ho baciato le tue labbra
e stretto a me la tua testa
Ho diviso con te i tuoi sogni ed il tuo letto.
Ti conosco bene, conosco il tuo odore
ho aggiunto la mia persona alla tua
Addio amore mio,
addio amico mio
sei stato l'unico,
l'unico per me
sarei stato il padre dei tuoi figli,
avrei passato il resto della vita con te.
Conosco le tue paure e tu conosci le mie...
… non posso vivere senza di te!
Sono così vuoto, tesoro, così vuoto...”
“signora si sente bene? Posso fare qualcosa per lei?”
ero così presa dal mio dolore che non mi accorsi subito della hostess che stava parlando con me.
“scusi?”
“le ho chiesto se aveva bisogno di qualcosa”
“no grazie... sto bene così”
Molto probabilmente il mio viso stava dicendo il contrario perché si allontanò scrollando la testa, mi alzai ed andai al bagno, dovevo cercare di stare più attenta, di trattenere il dolore per quando fossi rimasta da sola, la testa prese a vorticarmi, mi sentivo molto debole.
“signora si sente bene?” chiese premuroso un signore che sedeva nella fila di fianco alla mia.
“sì ho solo avuto un giramento di testa”
“mi scusi se glielo chiedo... ma da quanto tempo non mette qualcosa sotto i denti?”
Aveva ragione, non mangiavo dalla sera prima... da quando ancora la mia vita era felice, ricacciai le lacrime che sentivo spingere da dietro le ciglia.
“tenga.. mangi qualche crackers... non vorrà mica sentirsi male!”
gli sorrisi, era un signore anziano con un viso che mi sembrò di riconoscere anche se non ricordavo a chi potesse appartenere.
“grazie.. ha ragione... nella fretta ho dimenticato di cenare”
Mi sorrise, sembrava aver inteso molto di più di quello che avrei voluto fargli sapere. Era una persona simpatica, durante il viaggio sino al Cairo mi tenne impegnata in una conversazione sulle bellezze dell'Egitto che per un paio d'ore mi permise di mettere da parte la mia tristezza.
Quando atterrammo all'aeroporto internazionale del Cairo ci salutammo ed andai in cerca di un taxi, l'aereo per Londra sarebbe partito alle 9.30 del mattino dopo ed io avrei dovuto cercarmi un posto per passare la notte... era impensabile nelle mie condizioni di rimanere all'interno dell'aeroporto.
Dissi al tassista di portarmi all'hotel king, un piccolo hotel che si trovava in pieno centro in cui avevo alloggiato l'autunno precedente durante quel viaggio che aveva stravolto la mia esistenza... non era il massimo, ma era l'unico posto che conoscessi.
A dire la verità c'era anche il grande hotel dove avevo alloggiato prima della partenza per il deserto, ma si trovava troppo lontano dall'aeroporto, e poi mi ricordava tutte le speranze che erano andate in frantumi la sera prima... era passato solo un giorno, un breve ed allo stesso tempo lunghissimo giorno da quando avevo perso tutto e a me sembrava già un'eternità, come sarei riuscita a passare il resto dei miei giorni senza di lui?
Il bambino si mosse a ricordarmi che non ero sola... che una parte di lui ancora cresceva dentro di me e sarebbe stata mia per sempre... non avrei mai permesso a nessuno di portarmelo via... avrei lottato con le unghie e con i denti per rendere la vita di quella piccola creatura il più felice possibile.
Mi distesi sul grande letto e stremata finalmente mi addormentai.
3 commenti:
Sono commossa ed ho gli occhi lucidi.... meravigliose parole, e la musica... perfetta!! Ma che ansia ci fa venire questa Aurora!
sì che ansia, ha agito d'impulso.....forse la logica avrebbe richiesto spiegazioni......ma si sa che spesso cuore e mente non vanno di pari passo......
e poi ragazze se lei avesse chiesto spiegazioni sarebbe tutto finito... ogni tanto devo inventarmi qualcosa di nuovo, mi stufo quando le cose vanno sempre bene... devo movimentare un pò la storia... accetto suggerimenti!!!!
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