sabato 4 giugno 2011

Capitolo 47

Anuar

Aurora distesa sul letto di fianco a me dormiva tranquilla, mentre io non riuscivo a prendere sonno, mille pensieri si facevano largo nella mia mente.
Aprile era alle porte, ed ormai era passato molto tempo da quando Karim era partito per svolgere delle ricerche sul rapimento di Aurora, e di lui non avevo avuto più notizie. Non era da lui impiegarci così tanto ed ora iniziavo a preoccuparmi... o non era ancora riuscito a scoprire nulla oppure doveva essergli successo qualcosa.
Mi giravo e rigiravo sul letto incapace di trovare quella tranquillità che mi avrebbe permesso di abbandonarmi al sonno quando la sua voce, quasi un sussurro, mi colse di sorpresa... l'avevo svegliata.
Anuar?”
scusa Aurora... non volevo svegliarti”
che ti succede... sono giorni che sei nervoso... stai bene?”
Riuscii a scorgere una nota  d'ansia nelle sue parole, e, nonostante nella stanza fosse buio sentii il suo sguardo puntato su di me... avevo cercato di non coinvolgerla nei miei pensieri, avrei voluto che almeno lei stesse tranquilla non aveva bisogno di altre preoccupazioni, aveva già il bambino a cui pensare, ma evidentemente la sua grande sensibilità aveva captato che qualcosa non andava... dovevo cercare di tranquillizzarla.
non devi preoccuparti per me... sto bene... ho solo qualche pensiero”
me ne vuoi parlare?”
non ora... è molto tardi, ci sarà tempo domani, ora devi riposare... vieni qui”

L'attirai contro di me e l'abbracciai stretta, avevo bisogno di sentire il suo corpo contro al mio, come se quel semplice contatto fosse in grado di cancellare con un colpo di spugna le mie preoccupazioni... lei mi dava la forza di affrontare qualsiasi cosa e la sua sola vicinanza aveva un effetto benefico su di me.
Non so se fu il calore del suo corpo o l'estrema stanchezza, ma finalmente riuscii a rilassarmi e scivolai nel sonno.
Quando mi svegliai il mattino dopo, il sole era già alto nel cielo, allungai la mano in cerca di Aurora ma il letto vicino a me era fresco, segno che si era già alzata da un po'.
La cercai per tutta la casa, ma non riuscii a scovarla da nessuna parte... iniziavo già a disperare che le fosse successo qualcosa quando scorsi il suo profilo in controluce. Era seduta sotto le fronde di un albero in giardino che si massaggiava il pancione e parlava a bassa voce.
Lì per lì pensai che fosse al telefono, poi mi accorsi che stava parlando con il bambino... Mi soffermai a guardarla per un secondo, rapito dalla dolcezza di quell'immagine, il sole giocava sui contorni della sua figura formando una specie di alone luminoso attorno a lei, sembrava una creatura ultraterrena... era la cosa più bella che avessi mai visto... tutto quello che desideravo dalla vita era lì di fronte a me. 
Mi avvicinai silenziosamente per non interrompere quel momento di pura poesia e le posai un bacio sulla guancia “buongiorno amore mio”
Colta di sorpresa sobbalzò e poi aprì il suo viso in uno splendido sorriso “buongiorno... non ti avevo sentito arrivare...”
scusa, non era mia attenzione spaventarti... eri così bella mentre parlavi a nostro figlio che non volevo interromperti”
Hai sentito quello che stavo dicendo? Spero che tu non pensi che sia pazza...” 
forse un po' lo sei... ma in fondo anch'io lo sono un po'!”
dammi la mano... voglio farti sentire una cosa”
Appoggiò la mano sul suo ventre e rimasi folgorato dalla sorpresa... la creatura che vi stava crescendo dentro, si agitava e scalciava come un cavallo imbizzarrito
nostro figlio questa mattina sembra che non veda l'ora di uscire... sono ore che corre la maratona di New York nella mia pancia”
Tutte le mie preoccupazioni riguardo a Karim sparirono nel momento stesso in cui sfiorai la pelle tesa e vellutata della pancia di Aurora, in quel momento non esisteva altro al mondo che quella piccola vita che stava crescendo e la donna meravigliosa che aveva deciso di metterla al mondo mettendo in gioco tutta se stessa.
Non era la prima volta che lo sentivo muovere e scalciare, ma mai era stato così “reale”... Era come se mi fossi reso conto solo in quel momento della sua esistenza... era vivo e vegeto, e sembrava avere una gran fretta di uscire a conoscerci. Rimasi a bocca aperta completamente rapito dalla bellezza di quel miracolo che si stava compiendo e giurai a me stesso e a lui che li avrei protetti entrambi con ogni mezzo anche a costo della mia stessa vita.
e se non fosse un maschio?” esordì ad un tratto Aurora.
Non sapevamo ancora il sesso del nascituro, ma non mi importava, l'avrei comunque amato sopra ogni cosa e non avrei mai fatto come mio padre che non riuscendo ad avere figli maschi con mia madre aveva sposato altre donne... mio fratello era nato da una di queste unioni, e sarebbe stato suo il trono se mia madre non fosse rimasta incinta improvvisamente e non avesse dato alla luce me.
sarebbe una femmina!”
smettila di giocare, dico seriamente... sai benissimo che cosa intendo... solo un figlio maschio ti assicura la successione al trono”
Aurora... a me non importa niente del trono, non ho scelto io di essere un Faraone, voglio solo che il bambino sia sano, il resto non ha importanza, che sia maschio o femmina non mi interessa, in entrambi i casi lo amerò con tutto me stesso esattamente come amo la sua splendida mamma..."
ma tuo padre che ne penserà?”
Le posai un dito sulle labbra e poi la strinsi contro il mio petto “ssssssshhh... a mio padre penserò io... e poi non ha senso preoccuparci ora... stai tranquilla, andrà tutto bene... te lo prometto!”

Piccola dolce Aurora... non avevo mai conosciuto una ragazza come lei, fragile come un vaso di cristallo ma che al tempo stesso, nel momento del bisogno, sapeva tirare fuori una forza fuori dal comune.  

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo Baby.... questo pezzo è pura poesia. Sono ancora incantata, l'ho letteralmente adorato.

Anonimo ha detto...

è un po che voglio commentare,ma non ci riesco.dico solo,stupendo,meraviglioso,mi stai portando in una favola.grazie maria50.