domenica 12 giugno 2011

Capitolo 50

Aurora


Muoversi di casa era diventato un vero calvario, il caldo era opprimente durante le ore diurne e, come se non fosse abbastanza, negli ultimi tempi il bambino non mi lasciava riposare neanche di notte... il risultato era che mi sentivo sempre più scontrosa e irritabile, bastava un nonnulla per farmi perdere le staffe.
Anuar nonostante si sforzasse il più possibile di essere quello di sempre era sempre più preso dalle sue preoccupazioni, ogni tanto lo sorprendevo a fissare l'orizzonte con uno sguardo strano ed io mi sentivo in colpa... ero un peso che lo teneva incatenato a quel luogo.
Quella notte mi ero da poco addormentata quando sentii in lontananza un rumore come se qualcuno stesse bussando alla porta, pensai facesse parte di un sogno e mi voltai dall'altra parte. Non sentii Anuar alzarsi, ma quando più tardi allungai la mano in cerca di lui sentii che non c'era nessuno.
Avevo una gran sete, l'acqua che tenevo sempre sul comodino era finita, ed incapace di aspettare il suo ritorno mi alzai per andare in cucina a prenderne dell'altra.
La casa era buia e silenziosa, scesi le scale senza far rumore e mi diressi verso la grande cucina quando fui attirata dal suono di voci che proveniva dalla terrazza, pensai fosse Anuar con Hamed... ma che avevano da confabulare quei due a quell'ora della notte?
Andai a prendere un bicchiere d'acqua e poi mi avvicinai alla porta della grande terrazza, stavo per uscirne e raggiungerli quando mi giunse all'orecchio un frammento della loro conversazione.
bravo Karim hai fatto bene a prendere tempo...”
Anuar.. tuo padre ha fissato la data del matrimonio con Jasmine, il giorno del tuo compleanno... il mese prossimo, vi sposerete”
devo assolutamente parlare con lui non posso sposare Jasmine”


Al suono di quelle parole il bicchiere mi sfuggì di mano e cadde senza far rumore sul grande tappeto persiano spargendo il liquido trasparente sul pavimento e sui miei piedi ma io ero troppo sconvolta per accorgermene, il mondo mi era crollato addosso in un istante... erano bastate quelle poche frasi a distruggermi.
Annaspavo cercando l'aria come un pesce schizzato fuori dalla boccia ma l'aria di cui avevo bisogno mi era appena stata tolta. Dovevo fuggire... lasciarlo libero di vivere la sua vita liberamente non potevo sopportare che stesse con me solo per via del bambino.
Appena riuscii a riacquistare un po' di lucidità corsi al piano di sopra... sentivo salire i conati di vomito, il bambino aveva ripreso ad agitarsi... ero sconvolta.
M'infilai la prima cosa che trovai poi mi misi a cercare la mia borsa... possibile che quando cercavo una cosa non riuscivo mai a trovarla? Rovistai per tutta la stanza, rovesciando cassetti e spargendo abiti ovunque.... tutti i miei documenti si trovavano lì e senza di quelli non sarei mai potuta ripartire... alla fine la vidi nascosta sotto una pila di vecchi abiti che ormai non mi entravano più proprio nell'angolo più remoto dell'armadio, la tirai fuori e cadde tutto per terra ma non avevo tempo di rimettere a posto, dovevo andarmene prima che lui ritornasse.
Mi aveva distrutta, completamente annientata perché aveva chiesto di sposarmi quando sapeva benissimo di dover sposare un altra donna? che senso aveva avuto farmi soffrire così? 
Gli occhi s'inondarono di lacrime, presi la borsa, lanciai l'anello che mi aveva regalato tra le lenzuola nel letto disfatto e corsi via.

Scendendo le scale in punta di piedi mi accorsi che stavano ancora parlando sulla terrazza... mi diressi nella cucina da dove si apriva una porta sul retro e mi precipitai fuori correndo nella notte.
Sentivo il cuore battere all'impazzata, il respiro mi moriva in gola, vedevo gli alberi correre verso di me attraverso le lacrime che mi annebbiavano gli occhi... dovevo fermarmi e riprendere fiato.... mi appoggiai contro il tronco di un albero... le tempie pulsavano violentemente per lo sforzo ed un fiotto di vomito mi uscì dalla bocca.

Non potevo continuare così... dove stavo andando? In fondo non conoscevo quei luoghi, ma dovevo allontanarmi dalla casa e soprattutto da Anuar.
Continuai ad avanzare annaspando, un lieve chiarore si vedeva in lontananza... l'alba era vicina... quasi non mi accorsi di essere arrivata sulla riva del fiume... vidi a pochi passi da me una feluca... mi avvicinai, un vecchio stava caricando delle ceste di verdure, probabilmente stava andando al mercato in città... mi asciugai gli occhi e sciacquai il viso con l'acqua del fiume cercando di acquistare un aspetto umano, poi mi avvicinai e gli chiesi un passaggio in città.
Mi scrutò a lungo e probabilmente, mosso da compassione per lo stato in cui ero ridotta, acconsentì... salii sulla piccola imbarcazione traballante e mi accomodai tra le ceste cercando di non dare fastidio con la mia presenza.
non starà molto comoda lì signora”
non fa niente... devo assolutamente arrivare in città”
è sicura di star bene?” disse guardando verso il mio ventre.
si certo non si preoccupi per me... starò benissimo “
Il suo viso solcato da mille rughe continuava a scrutarmi, chissà che stava pensando... una giovane donna incinta, sola... ai primi chiarori dell'alba che chiedeva un passaggio in città, chissà quante supposizioni si affacciavano in quella mente, comunque fu molto discreto, non mi chiese niente, mi accompagnò sino al primo attracco, mi aiutò a salire sul molo e poi mi salutò... lasciai cadere sulla sua mano una banconota e lo ringraziai della sua gentilezza.
Per le strade era ancora scuro, ero impaurita, ogni minimo rumore mi faceva sobbalzare mentre un nodo mi stringeva la gola dandomi la sensazione che stessi soffocando.
In lontananza vidi fermo sul ciglio della strada uno dei vecchi taxi sconquassati, mi avvicinai e chiesi di portarmi ad uno dei grandi hotel che si affacciavano sulle rive del Nilo, avevo bisogno di riposare, e di darmi una rassettata, non potevo certo presentarmi in aeroporto in quelle condizioni! Già sarebbe stata dura riuscire a convincerli ad imbarcarmi in condizioni normali, figuriamoci in quello stato.
Quando arrivai nella hall, prenotai una stanza e poi andai in cerca di qualcosa da indossare, non potevo certo tornare a casa con quel vestito tutto sgualcito e sporco. La boutique dell'albergo era già aperta, nei grandi alberghi tenevano aperto 24 ore su 24...  La commessa fu molto gentile con me, non c'era molto che potessi indossare nella mia condizione, riuscii a trovare una tuta di maglina ed una t-shirt che nascondeva un po' l'avanzato stato di gravidanza... non era il massimo ma quantomeno sarei stata comoda durante il viaggio, la salutai ringraziandola e poi mi avviai verso la camera. 
Mi gettai sul letto priva di forza, e strinsi il cuscino contro di me... dando sfogo all'immenso dolore che sentivo attanagliarmi il petto... non più trattenute le lacrime cominciarono a ridiscendere lungo il viso inzuppando il cuscino... non so per quanto tempo piansi, quando sollevai la testa fuori era pieno giorno... avevo la faccia gonfia dal pianto e gli occhi rossi erano cerchiati da profonde occhiaie scure, quando mi guardai allo specchio stentai a riconoscermi. Presi la cornetta del telefono in mano e chiamai la reception.
buongiorno sono la signora Mansen della stanza 301..”
buongiorno... che posso fare per lei?”
avrei bisogno di una prenotazione aerea, vorrei partire per Londra il prima possibile, se riuscisse a trovare qualcosa per oggi sarebbe magnifico”
vedrò che posso fare... ha preferenze?”
se fosse possibile vorrei viaggiare in business class, per quanto riguarda la compagnia va bene qualsiasi... la devo però informare che aspetto un bambino... quindi non so..”
ci penso io non si preoccupi, le farò sapere appena possibile...””
... un altra cosa... se qualcuno dovesse chiedere di me.... la prego di dirgli che non alloggio qui!”
certamente signora... noi teniamo alla privacy dei nostri clienti, non diamo mai informazioni su di loro”
grazie...”
prego signora, le farò sapere al più presto per il volo!”
Mi gettai sotto il fiotto della doccia e cercai di rilassarmi.



4 commenti:

Andrè ha detto...

oh mamma che pasticcio! Aurora non sei stata un po' troppo impulsiva? Impazzirà quel pover uomo.......magari pensa che possano averti rapita una seconda volta.
Posta in fretta ti prego

Francies Cullen ha detto...

sto provando a commentare da 3 gg

Francies Cullen ha detto...

finalmente posso dire la mia. Il pezzo e' molto appassionante e la fuga e' a dir poco splendida....sono molto felice. Avventura....passione...mistero....e antico egitto...e che si puo' volere di piu'?

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Francies ... cosa si può chiedere di più? Favoloso adesso voglio il seguito!!!