Anuar
lungo il tragitto verso la cucina per mia fortuna non incontrai nessuno, il palazzo che durante il giorno era teatro di una svariata cacofonia di voci e rumori, in quel momento giaceva muto e silenzioso, girovagai lungo i corridoi illuminati dalla debole luce delle fiaccole che a malapena riuscivano ad illuminare il cammino e che tracciavano suoi muri oscure figure minacciose, mi sembrò di camminare dentro il ventre oscuro di un enorme drago addormentato... guardingo e attento ad ogni minimo rumore che potesse mettermi in allarme, sebbene la temperatura della notte fosse molto fredda, sotto l'abito rivoli sudore mi correvano lungo la schiena, se mi avessero scoperto tutto sarebbe finito e mia madre non sarebbe sfuggita alla collera di mio padre.
Finalmente il mio girovagare mi porto proprio davanti alla grande porta che immetteva nelle cucine, la prima parte del piano era andata bene, ora non restava che aspettare l'arrivo delle donne per passare alla seconda parte... la più rischiosa.
Cercai un angolo nascosto dove celarmi per poi mischiarmi alla lunga fila di donne che andava al pozzo fuori dalle mura. Trovai quasi subito il posto che stavo cercando... quando ero un bambino, mi nascondevo spesso assieme a Karim nell'antro tra il grande forno in pietra e la dispensa, nascosti dietro i grandi sacchi di cereali, aspettavamo che le donne sfornassero i dolcetti ricoperti di miele, e non appena si distraevano ne mangiavamo a sazietà, nessuna di loro si era mai accorta di nulla, sperai che anche quel giorno filasse tutto liscio.
Mi accomodai tra due grandi sacchi di segale ed aspettai, passò quasi un'ora prima che riuscissi a percepire dei movimenti, poi, proprio un attimo prima che Morfeo tornasse a reclamarmi a sé, sentii delle risatine soffocate provenire dal corridoio.. le donne stavano arrivando.
Lasciai che entrassero e quando anche l'ultima di loro uscì dalla parte opposta portando in testa il suo recipiente di argilla, uscii dal mio nascondiglio, mi caricai sul capo una delle pesanti giare e mi avviai al loro seguito.
Il collo non abituato a quel peso sulle prime diede uno schiocco sinistro, mentre una fitta mi trafisse la fronte, ma strinsi i denti e proseguii per la mia strada stando ben attento a non far cadere il vaso... non fu una cosa facile, difficilmente gli uomini si occupavano di quel compito e quindi per me era ancora più difficile... dopo i primi passi incerti però mi abituai e presi l'andatura calma e ondeggiante delle portatrici d'acqua e a quel passo mi avviai verso il mio destino.
La strada sembrava non avere fine, avrei voluto correre fuori dalle mura per raggiungere Karim il prima possibile, ma sarebbe stato un gesto avventato che avrebbe messo a rischio la mia fuga, quindi cercai di calmarmi e di rispettare il piano di mia madre rimanendo dietro quel piccolo corteo di donne.
Arrivati al cancello potevo sentire la tensione tendere ogni mio nervo, eravamo arrivati al momento della verità, se fossi riuscito a superare quell'ultimo ostacolo sarei tornato ad essere un uomo libero... sentivo il mio cuore pompare ad un ritmo inaudito, batteva così forte che pensai riuscissero a sentirlo a dieci passi di distanza da me... la paura di essere scoperto proprio ad un passo dalla meta mi faceva tremare... tirai un profondo sospiro e passai tra le guardie che sorvegliavano il cancello, ci salutarono augurandoci il buon giorno ed io abbassai il capo in segno di saluto proprio come le mie compagne davanti a me... ancora un passo e finalmente ero fuori dalla città.
Rimasi dietro le donne ancora per qualche centinaia di metri, e quando fui sicuro che nessuno mi stava guardando, e di essere fuori dalla visuale delle guardie mi diressi a sinistra verso il sentiero, ormai in disuso che un tempo portava al grande tempio di cui ormai non rimanevano che poche rovine.
Decisi di portare la giara con me, in modo da non lasciare segni che potessero portare eventuali inseguitori sulle mie tracce... raccolsi alcuni sterpi secchi ai lati della strada e cancellai le impronte come meglio potei, al resto avrebbe pensato il kanzim.
Il sole stava sorgendo ed in lontananza riuscii a scorgere i suoni della città che si stava risvegliando, a passo deciso superai l'ultima duna e proprio di fronte a me svettò l'unica colonna ancora integra di quello che una volta era il grande tempio.
Appena mi scorse Artax iniziò a scalpitare svegliando il fagotto di stracci che russava sotto la colonna, anche se non avessi saputo chi mi stava aspettando, avrei riconosciuto il suo russare tra un milione di persone.
“buongiorno Karim...”
“Buongiorno signora... ahahahah certo che come donna fai veramente pena... ahahahah”
“smettila Karim o racconterò a tutti di quando Jasmine ti ha atterrato con un perfetto colpo di karate!!”
“quello non vale! Eravamo dei bambini!”
“sì ma questo lo sappiamo solo tu ed io... ed io di certo non lo dirò!!!”
“questo è giocare sporco... comunque a proposito di Jasmine...”
l'esile figura della ragazza si palesò dietro di lui.
“ciao Jasmine, che ci fai tu qui?”
“vengo con voi, vi serve l'aiuto di una donna.... di una vera donna!! ahahah Anuar sei inguardabile!!”
“ecco!! mettitici pure tu ora...”
“dai scherzavo, ma togliti quei vestiti o giuro che ci verrà un infarto dal ridere” non riuscivano a trattenersi e contagiato dal loro buon umore mi misi a ridere con loro.
Il buon senso di Karim ebbe il sopravvento e ci portò alla realtà. “sarà meglio allontanarci da qui il prima possibile, non mi va di essere preso con le mani nella marmellata, tuo padre non sarebbe contento!! nascondi i vestiti dentro il recipiente per l'acqua, appena saremo ad una distanza ragionevole scaveremo una buca e lo nasconderemo, non possiamo lasciarlo qui, non viene mai nessuno da queste parti, ma è sempre meglio non sfidare il destino... e poi abbiamo già fatto anche troppo rumore... ”
“hai ragione... aspetta che mi libero di questa tortura... non so come facciate voi donne a conciarvi così”
mi sfilai la veste... fortuna che sotto alla galabia avevo infilato un paio di calzoni di lino ed una maglietta, non sapevo che Jasmine sarebbe venuta con noi, ma ne ero felice, finalmente era giunto anche per lei e Karim il momento di essere felici insieme.
“Anuar ho pensato di allungare un po' la strada... so che non abbiamo molto tempo, ma sarebbe imprudente fare il solito percorso, potremmo incappare in una delle pattuglie di tuo padre di ritorno a palazzo, andrei verso il Cairo e poco prima dell'oasi di Baharia taglierei per le montagne verso Luxor... così è molto più lunga, ma difficilmente incapperemo in qualcuno che ci conosca, nessuno segue mai la pista sulle montagne, ma se preferisci la solita strada per me va bene lo stesso, devi essere tu a decidere, sei quello che tra noi ha più da perdere”
“come sempre hai ragione Karim, non ci avevo pensato, però così facendo allungheremo il tragitto di mezza giornata... se non ci fermeremo, potremmo arrivare prima di mezzanotte... che dici ce la faranno i cavalli senza fermarsi?”
“sarà dura ma ce la possiamo fare, ho già percorso quella strada quando sono tornato a Luxor quella famosa notte in cui è sparita Aurora”
“ok.. allora partiamo subito”
Con un balzo saltai sul dorso di Artax che stava scalpitando sin da quando mi aveva visto arrivare.
“buongiorno amico mio.. sei pronto per una lunga cavalcata tra le dune?” sembrò aver capito perché lanciò un lungo nitrito e partì al galoppo sollevando un enorme nuvola di polvere dietro di sé, dopo pochi istanti anche Karim e Jasmine ci raggiunsero ed insieme cavalcammo verso il sorgere del sole.
3 commenti:
Ahhhhhhhhhhhhh, meravigliosa questa fuga a cavallo nel deserto!!!!!!!!! E dici anche tu di essere agli sgoccioli della storia...ma sei matta???!!! E ora che faranno? Il meglio ha da venire!!!
D'accordissimo con Trilly, bellissima l'immagine della fuga nel deserto mi è piaciuta proprio tanto. Ed ora?? Mamma mia che curiosità!!!
ragazze se do retta a voi finirò per fare beautiful!!! ma in effetti manca ancora un pò alla conclusione!!!
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