venerdì 26 agosto 2011

Capitolo 65

Anuar

Non riuscivo proprio a credere che mia madre potesse essere coinvolta nel rapimento di Aurora, e meno che mai riuscivo a credere che fosse stata opera sua, più pensavo a quello che mi aveva fatto intendere Aisha, e più tutte quelle che credevo essere le mie certezze cadevano a pezzi come un castello costruito con le carte da gioco, non poteva essere vero... forse avevo dato un senso sbagliato alle parole di Aisha, in fondo era sempre stata capace di manipolare gli uomini a suo piacimento, in fondo ero molto alterato quando avevo parlato con lei, ma dentro di me si era rotto qualcosa, sentivo una sensazione strana che mi spingeva a crederle, in fondo aveva rischiato la morte, non sarebbe stata capace di mentirmi visto quello che stava rischiando.

Continuavo  a vagare coi pensieri cercando di scoprire un motivo valido che poteva aver spinto  mia madre a comportarsi così, lei mi amava, di questo ero assolutamente certo… ero sempre stato la ragione per cui era rimasta in quella landa desolata sopportando i tradimenti ed i rancori di mio padre,  aveva rinunciato al sogno di ricostruirsi una nuova vita perché io potessi essere quello che ero.
Chiuso tra quelle quattro mura che m davano la sensazione di restringersi sempre più ad ogni secondo che passava, non avevo alcuna speranza di riuscire a scoprire la verità, l'unico modo per scoprire quello che era veramente successo sarebbe stato di riuscire a parlarne direttamente con lei, solo quando avessi sentito quelle parole pronunciate da lei stessa, avrei potuto credere che fossero la verità… o forse neppure allora.
Mi sedetti sul davanzale della finestra, il mio unico contatto con il mondo esterno... l'aria del tardo pomeriggio, entrando nella stanza, faceva danzare gli spessi tendaggi di broccato color ocra mentre gli ultimi raggi del sole infuocavano tutto il mondo attorno a me... rimasi a fissare rapito quel paesaggio che pur conoscendo a memoria non mi stancavo mai di ammirare, iniziai a scarabocchiare uno schizzo su un vecchio quaderno ingiallito dal tempo, era un modo come un altro per riposare la mente stanca dei mille pensieri che continuavano a farsi largo dentro di me. All'improvviso, colto da una folgorazione, mi battei la mano sulla fronte... che stupido ero stato... come avevo fatto a non pensarci prima? Avevo trovato il modo per riuscire a comunicare col mondo esterno… non potevo parlare con nessuno... è vero... però nessuno avrebbe mai potuto impedirmi di scrivere.
Preso da quella nuova consapevolezza rovistai nel cassetto dello scrittoio in cerca di un foglio intonso su cui scrivere una lettera per mia madre.. l'avrei resa partecipe della situazione complicata in cui mi trovavo e le avrei detto che avevo bisogno di parlarle di una cosa veramente importante.
Potevo consegnare la missiva alla persona che di lì ad un paio d'ore sarebbe certamente venuta a portarmi la cena sperando nella sua clemenza, ero molto amato a palazzo, e forse nessuno avrebbe trovato strano il fatto che scrivessi a mia madre, in fondo ero sempre il suo unico figlio e tutti sapevano quanto forte fosse il legame tra di noi.
Mentre il sole si nascondeva dietro l’orizzonte, scrivendo la parola fine ad un'altra giornata di prigionia, presi il foglio ed una penna e mi misi d'impegno a scrivere quella lettera che al momento costituiva la mia sola speranza di far luce nella buia notte dei miei pensieri. 

Non ricordavo neanche più da quanto tempo non prendevo in mano una penna, chissà cosa ne sarebbe uscito fuori, impiegai molto tempo a scrivere la missiva, le parole, così semplici e lineari nella mia mente, si trasformavano in segni sconosciuti non appena tentavo di tracciarle sul foglio, ma alla fine rileggendola, scoprii che in fondo avevo fatto un buon lavoro, non era un poema epico, ma non avevo tralasciato nulla… finalmente mi sentii più rilassato e mi sdraiai sul letto in attesa.
Ero sicuro che mia madre avrebbe preteso di vedermi, non appena avesse letto quelle parole, ed allo stesso tempo sapevo che mio padre non glielo avrebbe negato. Non era molto, ma in fondo non avevo niente da perdere, e forse sarei riuscito a scoprire una volta per tutte che fine avesse fatto la mia Aurora… ogni volta che pensavo a lei una fitta dolorosa mi squarciava il petto togliendomi il respiro.
Non dovetti attendere molto, dopo poco più di mezz’ora sentii il famigliare  sferragliare del vecchio chiavistello e subito dopo una donna, ammantata da capo a piedi, si fece largo nella stanza portando in bilico sulla testa un vassoio carico di cibo, feci finta di dormire e lasciai che si avvicinasse a me, quel tanto per fermarla e poterle consegnare la mia lettera che, ancora fresca di inchiostro, giaceva sul guanciale accanto al mio viso.

Quando finalmente appoggiato il vassoio, fu così vicina da poterla afferrare, la donna si voltò verso di me, e, con un gesto rapido ed allo stesso tempo elegante, si scostò dal volto lo chador che ne lasciava intravedere solamente gli occhi, rivelando lo splendido volto di mia madre.
“ciao Anuar…”
“madre?”
Rimasi pietrificato per la sorpresa, indeciso se gettarle le braccia al collo o odiarla per quello che aveva fatto a me e Aurora… la fissai intensamente negli occhi, quei suoi occhi così profondi che in qualche modo mi ricordavano quelli della donna che amavo.
“sì, figlio mio, una delle donne mi ha raccontato che eri stato rinchiuso in questa stanza per volere di tuo padre, ed io ho escogitato questo travestimento per venire a trovarti… so che tuo padre ha ordinato che non ricevessi nessuna visita, ma nessuno può fermare una madre quando le toccano il suo cucciolo… Allora… che fai, non vieni ad abbracciare tua madre?”
Scosso da quelle parole le gettai le braccia attorno ai fianchi e la baciai stringendola contro il mio petto… era dimagrita dall’ultima volta che l’avevo vista, ed osservandola più da vicino notai che molte piccole rughe avevano tracciato una ragnatela di piccoli solchi sulla pelle dorata delle sue guance. Erano passati pochi mesi dall’ultima volta in cui l’avevo vista e il tempo sembrava essersi preso una rivincita per quello che non era riuscito a fare in tanti anni.
Mi scostai un poco per vederla ancora meglio in viso. “madre… state bene?”
“sì tesoro mio… è solo l’età che avanza, il tempo mi è stato amico forse anche troppo durante la mia vita, ed ora è tornato a reclamare il suo compenso… ma non parliamo di me… abbiamo poco tempo, raccontami che ti è successo? Cosa hai combinato questa volta per farti trattare in questo modo da tuo padre? ”
“è una lunga storia, avevo scritto una lettera per spiegarvi che cosa mi è successo, e per avere l’occasione di poter parlare con voi… ed ora che siete qui vorrei chiedervi una cosa che per me è molto importante… non so come farvi la domanda che mi sta tanto a cuore, se non nel più brutale dei modi…”
“tu puoi chiedermi tutto quello che vuoi, non ho segreti per te!”
“siete stata voi, alcuni mesi fa, a far  rapire la ragazza che avevo salvato nel deserto?”
Non riuscii a completare la domanda, non appena ebbi pronunciato quelle poche parole la sua espressione cambiò, abbassò la testa e nei suoi occhi lessi quello che mai avrei voluto vedere.
“come avete potuto?” dissi allontanandola da me in malo modo.
“ti prego Anuar ascoltami…”
“non voglio sentire altro… io mi fidavo di voi… avete tradito la mia fiducia portandomi via l’unica donna che abbia mai amato!”
“siediti, per favore… Anuar… ascolta quello che ho da dirti, so che non giustifica il mio comportamento, ma avevo delle buone ragioni per fare quello che ho fatto, o almeno a quel tempo pensavo  che lo fossero… tutto quello che ho fatto l’ho fatto per te… non dimenticarlo mai!”



Non volevo ascoltare altro, ma purtroppo la situazione in cui mi trovavo non mi dava alcuna via d’uscita, quindi, rassegnato, mi sedetti sul bordo del letto ed ascoltai quella storia che aveva dell’incredibile e che avrebbe cambiato per sempre la mia vita.

4 commenti:

Baby Cullen ha detto...

scusate se ci ho messo tanto a scriverlo, ma ho avuto un pò da fare negli ultimi tempi... spero vi piaccia!!!

Trilly ha detto...

Sè! E ora non mi farai mica aspettare la notte dei tempi???!!! Non farai mica come faccio io che mi ci vogliono secoli per buttar giù qualcosa??! Sono troppo curiosissima!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Speriamo che la madre lo aiuti a ritrovare Aurora!
Geogie

Anonimo ha detto...

Mmmmmm .... mi piacciono questi misteri ed intrighi ma ha ragione Trilly ... non ci far attendere troppo o ci farai divorare dalla curiosità! Comunque complimenti !!