Anuar
Passeggiando per le vie di Luxor il giorno prima avevo visto nella vetrina di una delle più grandi gioiellerie della città un anello che mi aveva colpito per la sua originalità, si trattava di un semicerchio in platino con alle due estremità due splendidi diamanti a goccia uno blu ed uno chiaro, era perfetto per Aurora, lei aveva reso la mia vita speciale e quindi volevo qualcosa di veramente unico per lei... decisi di comprarlo... era arrivato il momento di chiederle di sposarmi.
Erano due giorni che viaggiavo con l'anello infilato nella tasca dei jeans, cercando il momento più opportuno per farle quella proposta, la sera prima avevo preparato con tanta cura la cena a bordo piscina con l'intenzione di chiederle la mano subito dopo cena, ma le cose non erano andate come mi aspettavo, mentre stavo prendendo l'anello dalla tasca mi ero ritrovato con la ciotola del cioccolato rovesciata sul capo e questo non faceva parte dei miei piani... volevo farle la mia richiesta in un momento indimenticabile.
Quella doveva essere una giornata spensierata, un modo nuovo per farle conoscere le bellezze del mio paese, ma non eravamo partiti nel migliore dei modi, Aurora aveva il terrore di volare e appena il pallone iniziò a sollevarsi la vidi sbiancare... si aggrappò a me con tutte le forze e chiuse gli occhi, se avesse continuato in quel modo saremmo dovuti ridiscendere immediatamente, ma alla fine ero riuscito a convincerla ad aprire gli occhi e tutto era andato per il meglio, colpita dal paesaggio aveva dimenticato la paura e si era rilassata.
Vestita semplicemente col vento che le scompigliava i capelli ed il sole che li accendeva di sfumature dorate era bellissima, osservai a lungo le espressioni del suo volto di fronte allo spettacolo che si apriva sotto di noi mano a mano che salivamo sempre più in alto... lei amava quella terra esattamente come l'amavo io... e le parole mi uscirono di bocca quasi senza che me ne accorgessi.
“questo sarebbe stato il mio regno se fossi vissuto tremila anni fa, ora sono le sabbie del deserto... ti piacerebbe dividerlo con me?”
Si girò verso di me, completamente spiazzata dalle mie parole... l'avevo colta di sorpresa.
“ scu... scusa, non ho sentito quello che hai detto...”
Non avevo più alcun dubbio, quello era il momento ed il luogo più adatto per chiederle di diventare mia moglie... le avrei fatto una proposta in piena regola, glielo dovevo dopo tutto quello che aveva passato a causa mia... quindi mi inginocchiai ai suoi piedi, presi la sua mano tra le mie e guadandola negli occhi pronunciai la fatidica frase che avrebbe cambiato per sempre la mia vita.
“Aurora... vuoi sposarmi?”
Gli occhi le si riempirono di lacrime, mi gettò le braccia al collo e cominciò a tempestarmi di baci sul viso dimenticando completamente dove ci trovassimo.
“tesoro se fai così gli prenderà un colpo a quel pover'uomo...” cercai di sdrammatizzare, il cuore pulsava come un martello pneumatico mentre attendevo la risposta che già avevo intuito, ma che volevo sentir pronunciare dalle sue labbra “... e poi ancora non hai risposto alla mia domanda..”
“la mia risposta è sì... certo che voglio sposarti, è tutto quello che ho sempre desiderato sin dal primo momento che ti ho incontrato”.
D'ora in avanti l'unico scopo della mia vita sarebbe stato rendere felice quella splendida donna che il destino aveva messo sul mio cammino, ero così commosso dalle sue dimostrazioni d'affetto che quasi scordai di darle l'anello.
“ora penso che ti dovrei dare un pegno del mio amore”
“non ne ho bisogno... ho te”
Era la cosa più bella che potesse dirmi.
“chiudi gli occhi!”
Ancora una volta seguì il mio consiglio senza protestare, aspettai un secondo cercando di imprimere per sempre nella memoria le emozioni di quel momento indimenticabile, poi presi l'anello dalla tasca dei jeans e glielo infilai all'anulare della mano sinistra.
“ora puoi aprirli”
Quando vide il gioiello, rimase a bocca aperta mentre calde lacrime di felicità le scendevano lungo il viso.
“è bellissimo...”
“sono contento che ti piaccia” così dicendo la strinsi tra le braccia mentre con la coda dell'occhio potevo scorgere il vecchio Tamer che visibilmente emozionato se ne stava in disparte per non disturbare.
Solcammo a lungo i cieli sopra Luxor e quando il sole ormai era alto nel cielo decidemmo di scendere a visitare il tempo dei milioni di anni di Ramses III a Medinet Habu.
Il tempio era situato in una piccola isola nel mezzo del fiume, l'unico punto di accesso era una banchina di attracco ma noi scendemmo con la mongolfiera proprio nel centro dello spiazzo di fronte al primo pilone, era un posto stupendo e poco frequentato dai turisti che venivano dirottati sui grandi templi della città... quel giorno il tempio era tutto per noi due.
Aiutai Aurora a scendere e poi ci incamminammo all'ombra delle colonne, grazie all'aiuto di Hamed avevo organizzato il pranzo, un vero e proprio pic nic sotto gli alberi di sicomoro che circondavano il sito.
Il sole a picco del mezzogiorno era una palla di fuoco, intorno a noi si sentiva solo il ronzare delle mosche e lo sciabordare dell'acqua del fiume.
Distesi una coperta sul terreno sotto uno dei grandi alberi e poi ci sedemmo a mangiare il contenuto del cesto di vimini che Hamed ci aveva fatto recapitare, il vecchio Tamer tornò indietro con la sua mongolfiera promettendo di venire a riprenderci al tramonto.
Avevamo qualche ora tutta per noi. L'aria frizzante del mattino stimolò il nostro appetito, divorammo il pranzo seduti all'ombra tra una chiacchera e l'altra... ogni tanto sorprendevo Aurora a rimirare l'anello, come ad accertarsi che fosse tutto vero... anch'io stentavo a credere a quello che era accaduto.
C'era solo un'ombra che offuscava la mia felicità... ora più che mai dovevo mettere in chiaro le cose con mio padre.
2 commenti:
scusate ragazze è un pò pasticciato...
no no è bellissimo ......... ma adesso il padre come reagirà????
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