martedì 24 maggio 2011

capitolo 44

Aurora


Ancora una volta Anuar aveva deciso di stupirmi con una sorpresa, e nonostante morissi dalla curiosità di sapere che cosa avesse in mente, lo assecondai, mi infilai dei vestiti comodi e sebbene non riuscissi a capire a che cosa mi sarebbe servita, visto il caldo già di primo mattino, mi gettai sulle spalle una delle vecchie felpe che avevo portato con me dall'Inghilterra e che ormai facevo fatica a chiudere. 
Così equipaggiata lasciai la stanza e mi diressi nell'atrio dove Anuar mi stava aspettando. Quando mi vide arrivare sembrava soddisfatto, presi la mano che mi porse e mi avviai verso l'auto.
Viaggiammo per una mezz'oretta, diretti verso nord... cercai in tutti i modi di scoprire la nostra meta interrogando il povero hamed che però fu irremovibile, ogni tanto vedevo che si scambiava occhiate sorridenti con Anuar, essere la sola all'oscuro di tutto mi faceva irritare.
Svoltata l'ultima curva della strada che porta a Tebe Ovest, in uno spiazzo polveroso tra i campi di canna da zucchero, vidi ergersi di fronte a me i Colossi di Memnone.

ecco siamo arrivati... ho pensato che dopo tutto il tempo passato sul sedile di quest'auto avessi bisogno di una visione più vasta del mio paese, cosa c'è di meglio che un bel volo per apprezzarne le bellezze?”
Lì per lì non feci caso alle parole di Anuar, affascinata dalla vista delle due enormi statue e ritornai con la mente ad alcuni anni prima quando visitai il sito e ricordai le parole della guida.
“i colossi di Memnone, sono le uniche superstiti a testimonianza del grande tempio funerario di Amenophis III. Erano già famosi nell'antichità per il particolare suono emesso all'alba dal più settentrionale dei due. Il rumore probabilmente era il risultato del passaggio dell'aria in una spaccatura della pietra. Questo misterioso suono portò i greci a credere che le statue rappresentassero il divino Memnone, il quale ogni mattina salutava la madre Eos, dea dell' aurora piangendo”.
Poi vidi una sagoma colorata che faceva capolino dietro ad una delle due statue e rimasi a bocca aperta comprendendo all'improvviso a che cosa si riferisse Anuar poco prima.
Le gambe si fecero improvvisamente pesanti ed il cuore iniziò a battere velocemente nel mio petto, avevo il terrore di volare, ogni volta che dovevo prendere un aereo mi assaliva il panico ed ora Anuar aveva intenzione di farmi salire su quel coso?
hey che è quella faccia? Non ti è piaciuta la mia sorpresa?”
Come potevo deluderlo? Era così entusiasta dell'esperienza che stava per propormi ed io invece ero pietrificata dalla paura, cercai di farmi forza e gli risposi.
s...sì certo...”
e allora che stiamo aspettando? Andiamo!”
Era inutile, nonostante i miei sforzi, il mio corpo si rifiutava di seguirlo non potevo far finta di niente, dovevo spiegargli come stavano le cose.
veramente io ho paura di volare... e se poi mi prende il panico quando siamo in volo?”
non preoccuparti, ci sono io con te... e se proprio avrai paura lo farò immediatamente atterrare... su vieni, vedrai che sarà un'esperienza meravigliosa!”
Ancora titubante presi la sua mano e ci dirigemmo verso il grande pallone colorato... mano a mano che ci avvicinavamo vedevo la tela del pallone tendersi sempre di più sopra le nostre teste, era bellissimo, peccato  però che non riuscisse a rassicurarmi neanche un po'.
allora sei pronta?” mi disse Anuar quando arrivammo a pochi passi dalla grande cesta che ci avrebbe trasportato in alto nel cielo, accennai un piccolo segno del capo mentre cercavo di deglutire il groppo che improvvisamente stringeva la mia gola.
su non fare quella faccia... vedrai che sarà un'esperienza meravigliosa”
Così dicendo mi sollevò tra le braccia e mi adagiò all'interno della cesta e subito dopo mi seguì. 
buongiorno!”
buongiorno signori io sono Tamer... benvenuti a bordo, oggi è una giornata splendida per volare... possiamo partire?”
sì certo... non vediamo l'ora... vero Aurora?” accennai un sì e poi mi strinsi a lui con tutte le mie forze.
Tamer aumentò il getto d'aria calda e l'immenso pallone cominciò a sollevarsi da terra oscillando, chiusi gli occhi e maledii di essermi lasciata convincere a fare quella cosa, strinsi le dita convulsamente attorno al braccio di Anuar.
Aurora.. hai intenzione di staccarmi un braccio?”
scusa.. non volevo farti male”
Apri gli occhi, va tutto bene... il peggio è passato... guarda!”

Seguii il suo consiglio, aprii gli occhi... la mongolfiera si era sollevata di qualche decina di metri e sotto di noi si apriva la vallata del Nilo, il grande fiume sembrava un grande serpente con le squame argentate che brillavano nel sole del primo mattino, e tutto intorno sin dove le acque riuscivano a portare il loro beneficio la vegetazione cresceva verde e rigogliosa.
Ad est si vedevano gli edifici della città mentre sulla riva ovest si iniziavano a scorgere le rovine dei templi funerari dei faraoni.

Rimasi a bocca aperta, era uno spettacolo meraviglioso e la visione d'insieme che si scorgeva da quell'altezza era qualcosa di indescrivibile.
allora sei felice di avermi seguito qui sopra?”
si... grazie, è uno spettacolo incredibile” e gli diedi un leggero bacio sulle labbra.
guarda!” mi indicò un punto proprio di fronte a noi, nel cielo tutto intorno come piccoli funghi colorati, c'erano decine di palloni aerostatici.

Mano a mano che salivamo era sempre più bello, la paura aveva lasciato il posto alla felicità che quella visione scatenava in me, il vento mi scompigliava i cappelli facendoli vorticare tutto attorno a me.
forse è il caso che m'infili la felpa, adesso capisco perché hai tanto insistito per farmela portare”
c'è sempre un motivo se ti chiedo di fare qualcosa...”
si signore!” scoppiammo in una sonora risata.
Il vento ci sferzava il viso facendoci lacrimare gli occhi, ma non lo sentivamo, rapiti dai colori del paesaggio e dalla pace che si respirava così alti nel cielo.
questo sarebbe stato il mio regno se fossi vissuto tremila anni fa, ora sono le sabbie del deserto... ti piacerebbe dividerlo con me?”
Quelle parole, buttate lì come se niente fosse mi lasciarono senza fiato... possibile che avessi sentito bene?
scu... scusa, non ho sentito quello che hai detto...” sentii il sangue salire rapido ad imporporarmi le guance, nonostante tutto quello che avevamo passato assieme in quel momento mi sentii la ragazza timida che ero sempre stata.
Si inginocchiò all'interno del piccolo abitacolo, prese la mia mano tra le sue e poi pronunciò la frase che desideravo sentire da tutta la vita.
Aurora... vuoi sposarmi?”
Gli occhi mi si riempirono di lacrime, gli buttai le braccia al collo e lo tempestai di baci dimenticando completamente dove ci trovassimo.
tesoro se fai così gli prenderà un colpo a quel pover'uomo...” era visibilmente commosso anche lui “... e poi ancora non hai risposto alla mia domanda..”
la mia risposta è sì... certo che voglio sposarti, è tutto quello che ho sempre desiderato sin dal primo momento che ti ho incontrato”.
ora penso che ti dovrei dare un pegno del mio amore”
non ne ho bisogno... ho te”
chiudi gli occhi!”
Ubbidiente ancora una volta seguii il suo consiglio... prese la mia mano e infilò un anello all'anulare, pensai che il cuore mi sarebbe scoppiato per l'emozione.
ora puoi aprirli”

sulla mia mano brillava un meraviglioso anello di platino, era un semicerchio alle cui estremità erano stati incastonati due splendidi diamanti a goccia... uno azzurro ed uno bianco, la luce del sole ne colpì la superficie lanciando tutto attorno arcobaleni di luce... rimasi a bocca aperta mentre lacrime di felicità scendevano lungo le mie guance.
è bellissimo...”
sono contento che ti piaccia”
Ci stringemmo in un abbraccio che valeva più di mille parole.
Il povero Tamer se  ne stava tutto appartato con le lacrime agli occhi.

2 commenti:

dany ha detto...

Anonimo ha detto...
wow che meraviglioso sogno !!!!!!! bellissimo e dolce

Anonimo ha detto...

Che dire .... un pezzo da sogno, le immagini, la musica, la descrizione ... EMOZIONANTE!!! Complimenti davvero.